“Arrestiamo tua figlia” e ruba 30mila euro in oro, 20enne in manette – .

“Arrestiamo tua figlia” e ruba 30mila euro in oro, 20enne in manette – .
“Arrestiamo tua figlia” e ruba 30mila euro in oro, 20enne in manette – .

Li ha derubati di tutto. Ogni risparmio, ogni oggetto d’oro che conservavano. Valore della truffa, quasi 30mila euro. Dopo circa cinque mesi di indagini, i carabinieri della stazione di via Mazzini hanno individuato e raccolto tutti gli elementi utili a supportare la richiesta di arresto che la Procura ha avanzato al gip del tribunale di viale Elena. Chi ha firmato la misura cautelare in carcere nei confronti di un giovane di 20 anni residente in Campania chiamato a rispondere del reato di truffa grave.

Si tratta dell’epilogo di una complessa attività investigativa avviata all’inizio del 2024 dopo la recrudescenza del fenomeno delle truffe ai danni degli anziani.

IL modus operandi, anche in questa occasione era sempre lo stesso. Innanzitutto il contatto telefonico tra la vittima e il truffatore che, presentandosi come operatore qualificato (ad esempio un maresciallo di polizia, un avvocato, un impiegato delle Poste Italiane) chiede soldi per aiutare un parente (della vittima) a risolvere una disavventura (l’arresto in seguito ad un incidente, il blocco del conto bancario, il ritiro di un pacco). Quindi i truffatori che tengono la vittima al telefono in una conversazione telefonica, con l’obiettivo di impedire alla vittima di contattare il parente per accertare la veridicità dell’accaduto. Una telefonata durante la quale i criminali temono rischi imminenti, costringendo le vittime a consegnare il denaro disponibile in casa o i gioielli a un emissario che sia un finto impiegato di uno studio legale o un impiegato del tribunale. Tutto fa leva sulla mancanza di chiarezza che notizie simili possono generare in persone particolarmente vulnerabili.

Una sceneggiatura utilizzata anche dal 20enne ora in carcere. Con l’aiuto di alcuni complici non ancora identificati, dopo diverse telefonate ai coniugi di Campobasso, prefigurava l’imminente arresto della figlia se non avessero pagato. Così, quando il complice ha bussato alla porta, i coniugi hanno consegnato oro e gioielli per un valore compreso tra 20 e 30mila euro.

“La vicenda in questione – scrive in una nota il capo della Procura, Nicola D’Angelo – è la punta dell’iceberg di una tipologia di reato che emerge sempre più ricorrentemente e il cui diffuso contrasto rientra tra gli obiettivi di questa Procura”.

 
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