Il Napoli si gode il Giro, oggi ha vinto Kooij ma vuole correre tutto l’anno – .

Il Napoli si gode il Giro, oggi ha vinto Kooij ma vuole correre tutto l’anno – .
Il Napoli si gode il Giro, oggi ha vinto Kooij ma vuole correre tutto l’anno – .

Nel pronostico di tappa avevamo previsto calma nella storia della corsa. Disturbi della fuga? Nuvole di passaggio, come due fuggitivi a lungo raggio ma con il destino già scritto. Cielo quasi completamente sereno, salvo fulmini improvvisi.

Gli eroi di giornata si chiamano Maestri e Pietrobon, dopo una fuga terribile si sono presi anche la briga di rilanciare con il gruppetto condotto via dal sempre più furioso Alaphilippe al Giro. Dopo così tanti attacchi, meriterà un bonus di vittoria?
Certamente non oggi però.

L’arrivo del Napoli non è mai scontato perché non è piatto e non è dritto e infatti il ​​gruppo si è diradato verso la fine. Il primo a rinunciare all’idea dello sprint è stato Tim Merlier.

Roba da finire. Ganna lo avevamo immaginato, non avevamo sbagliato squadra, ma maglia: è stato Narvaez a tentare il colpaccio. Corse in salita e per il resto delle strade di curve e selciato napoletano. Davanti c’è anche Pogacar che tira per Molano.
Lo hanno beccato a nulla dal traguardo, il Milan è partito lungo ma la vittoria è vicina Olav Kooij, più bravo a sfruttare l’ultima ombra del vento del gigante italiano.

L’amore del Napoli per il Giro. E per la bicicletta?

Napoli, terra di contrasti. Il Giro d’Italia è da queste parti ormai da anni con spettacolare successo di pubblico. La tappa dello scorso anno era una folla pazzesca per i corridori e le ammiraglie. Una festa nel partito visto che il Napoli aveva appena vinto lo scudetto.

Ma è un’accoglienza fatta di entusiasmo e amore che si è effettivamente tradotta in un’attenzione sempre crescente. E a Napoli la gente va sempre più in bicicletta. C’eravamo stati nel 2013 quando l’allora sindaco De Magistris chiuse al traffico il lungomare Caracciolo, facendo arrabbiare tutti.
Il nuovo sindaco pensava di accontentare la popolazione riaprendo alle auto e c’è stata la logica dimostrazione: lì le auto non le voleva più nessuno. Con quello stop forzato si è dimostrato che le abitudini si possono cambiare senza nemmeno alzare troppo i toni.

Lungomare Caracciolo, a Napoli

E poi “Napoli pedala”. È il nome dell’associazione ciclistica che spinge sempre di più, convince e dimostra che il ciclismo a Napoli è possibile e anche popolare. Lo slogan di questi giorni è “Non prendeteci in giro”, con riferimento alla corsa rosa ma anche a una normalità che sembra scomparire con il passare del Giro d’Italia.

Cos’altro ti serve per pedalare di più. In caso di dubbio basterebbe guardare le immagini odierne della corsa, dall’elicottero e dalle strade e nelle tremila testimonianze riprese dai cellulari sulla strada. Un entusiasmo per continuare.

La cavalcata più lunga

Quella di oggi è stata la tappa più lunga di questo Giro d’Italia. Per andare da Avezzano a Napoli ci sono voluti 214 chilometri. Il gruppo prende fiato dagli sforzi unilaterali del pigliatutto Pogacar e Polti Kometa ne approfitta. La squadra di Ivan Basso si era vista poco al Giro, ma oggi si è ripresa con la corsa fluviale di Mirko Maestri e Andrea Pietrobon, fuggiti in un pas de deux dal ready-to-fase.

Sotto stretto controllo perché, non scherziamo, ha volato oppure no? E i due minuti di ballo elastico con il gruppo hanno un finale prevedibile, almeno per i fuggitivi. Il resto, come cantava Pino Daniele, è “tutta storia”.

in aggiornamento

 
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