Cottura lenta. Intervista ad Andrea Crippa – .

Cottura lenta. Intervista ad Andrea Crippa – .
Cottura lenta. Intervista ad Andrea Crippa – .

Politica

Di Giuseppe Ariola 17 maggio 2024

Agli arresti domiciliari ormai da dieci giorni, Giovanni Toti fa sapere tramite il suo legale di non aver commesso reati e di voler dimostrare la sua innocenza durante l’interrogatorio ai magistrati che, però, non si terrà prima del 27 maggio. . Una circostanza anomala di cui abbiamo parlato con il vicesegretario federale della Lega Andrea Crippa.

Lei ha parlato di ‘ostinazione’ nei confronti di Toti.

«Assolutamente sì, perché c’è un indagato in una rilevante indagine che coinvolge un presidente regionale democraticamente eletto che chiede di essere ascoltato da diversi giorni, ma i magistrati non vogliono interrogarlo. Ieri è stata finalmente individuata una data, ma tra due settimane. Così, in un’inchiesta in una regione importante come la Liguria il cui presidente è accusato di reati, ci sono magistrati che gli fanno aspettare quasi un mese per dargli la possibilità, che è suo diritto, di avere un interrogatorio. Secondo me questa è ostinazione e non vorrei che la questione politica, quella delle dimissioni di Toti, fosse legata alla sua liberazione. Toti non è del mio partito, direi le stesse cose se fosse coinvolto un presidente di regione, un consigliere regionale o un rappresentante di qualsiasi movimento politico”.

C’è chi sostiene che vada cotta a fuoco basso.

“Secondo me è così. Stanno cercando di logorarlo nella speranza che si dimetta e la Liguria possa andare al voto. Ma qui è in gioco la democrazia perché, se la magistratura, che dovrebbe garantire la possibilità di difendersi a un imputato che rappresenta il popolo ligure, invece lo cuoce a fuoco lento, significa che esiste un sistema in cui la scelta del la gente vuole essere sovvertita da strategie giudiziarie che portano alcune persone a non avere la possibilità, imminente e improvvisa, di potersi tutelare. Non si capisce perché Toti debba aspettare un mese, mentre tutti gli altri indagati sono stati ascoltati in breve tempo”.

Nel frattempo si alimenta la gogna mediatica.

“È ovvio. Le intercettazioni che compaiono su alcuni giornali, ad esempio sul Fatto, sono vergognose. Non hanno nulla a che fare con il processo e servono solo a rovinare la vita e la credibilità delle persone coinvolte”.

Riuscirà Toti a resistere così a lungo in queste condizioni?

“Penso e spero che resisterà. Ovviamente parlo da persona che non vive la sua situazione, ma invito Toti, che in questo momento mi risulta sia toccato anche psicologicamente, soprattutto se fosse innocente, a resistere e a non dimettersi, perché se non ha fatto nulla è giusto che si difenda. Il problema è che la magistratura gli nega la possibilità di farlo velocemente”.

Il presidente dell’Anm dice che la giustizia non segue il ritmo della politica, ma il gip ha disposto l’arresto di Toti proprio in vista delle elezioni. E’ scritto nell’ordinanza. Cosa ne pensi?

«Ricordo che parliamo di un’indagine chiusa a dicembre, ma solo a maggio è stato emesso il provvedimento che disponeva la custodia cautelare, soprattutto per reati che implicherebbero un collegamento con la mafia. Pertanto, nei confronti di una persona indagata per corruzione e reati di stampo mafioso, si attendono cinque mesi per emettere l’ordinanza di custodia cautelare. Casualmente, un mese prima delle elezioni europee. Diciamo che sicuramente ci sono delle coincidenze particolari”.

Questa indagine non rende opportuno riflettere sul ritorno al finanziamento pubblico?

“La politica deve avere il coraggio di affrontare ed approfondire questo tema. Se il finanziamento regolare, tracciato e riportato in bilancio da un’azienda a un partito è perseguibile perché visto come un’arma corruttiva, è chiaro che la democrazia di questo Paese è messa a rischio. Anche perché una campagna elettorale costa diversi milioni di euro, per sostenere un partito servono soldi. Una volta eliminati i finanziamenti pubblici, i finanziamenti dovranno essere richiesti a chi vuole contribuire alla vita democratica di un partito. Se però questo strumento viene poi interpretato come corruttivo, e il caso Toti lo dimostra, è chiaro che viene messa in discussione la sostenibilità dei partiti e, quindi, della democrazia. Il ritorno al finanziamento pubblico con regole ferree, affinché i partiti non debbano più rivolgersi agli imprenditori, ma ricevano denaro pubblico per sostenere le proprie attività, è un tema che la politica deve affrontare”.


Ritorno alle novità in casa

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Non si sa chi ci fosse al volante, tutti assolti per l’incidente che ha ucciso Sergio Pisoni – .
NEXT Ravenna, si aggrava il bilancio delle vittime dell’incidente di via Sant’Alberto. È morto l’ex dirigente Romeo Giacomoni