che è in corsa per il voto più indecifrabile di sempre – .

che è in corsa per il voto più indecifrabile di sempre – .
che è in corsa per il voto più indecifrabile di sempre – .

“Buongiorno, avete delle miniature?”. 12:00 di venerdì mattina. Nessuno dei duei comitati elettorali dei candidati sindaco, alcuni cittadini appaiono alla ricerca di “santini” elettorali. Quelle piccole foto con nome, cognome, slogan e festa. Chi pensa di appartenere ad un tempo passato deve ricredersi. Ogni tanto si incrociano anche per strada le “vele”, i camion su cui campeggia il volto dell’attuale candidato. Tuttavia, i manifesti affissi in giro per la città sono stanchi. Sì, rispetto a cinque anni fa ora sembrano destinati alla pensione.

L’atmosfera – Sono le tracce di una campagna elettorale iniziata a Bari con un’esplosione che è esplosa con tutta la sua potenza e che ora è tornata ai toni classici. Le inchieste giudiziarie dello scorso marzo hanno aperto la competizione elettorale. Per un mese la città sembrava intonacata in un unico tema: gli arresti per scambio di voti, le sospette infiltrazioni mafiose nell’azienda municipale dei trasporti, la richiesta di un sopralluogo governativo da parte dei parlamentari di centrodestra al ministro dell’Interno Piantedosi, l’invio dei commissari all’accesso per verificare se e in che misura la mafia si è infiltrata nei meccanismi, la manifestazione a sostegno del sindaco uscente, Antonio Decarola frase pronunciata da Michele Emiliano da quella fase e dalle indagini successive.

Frastornato e disorientato, il Bari si è ritrovato a iniziare la corsa che porterà l’8 e il 9 giugno a scegliere il futuro sindaco. A due mesi da quegli avvenimenti, oggi, l’atmosfera è quella di uno festa patronale dopo lo spettacolo pirotecnico. Con le polveri di zolfo che si sentono ancora nell’aria ma sicuramente più tranquille. Come finiranno quelle indagini e a quali conclusioni arriveranno i commissari governativi lo si capirà tra molti mesi. Le indagini della Commissione per l’Accesso andranno avanti almeno fino al 25 settembre. I tempi della giustizia non saranno certo più brevi.

I candidati – Ma intanto i cinque candidati si sfidano, si lanciano colpi, si affrontano, perlustrano ogni angolo della città alla ricerca dell’appoggio che possa portarli a governare la città. Là spaccatura nel centrosinistradopo le primarie fallite e l’impossibilità di raggiungere un accordo sulla candidatura unitaria, porta Pd e Movimento 5 Stelle a sfidarsi alle urne. Vito leccesebraccio destro di Antonio Decaro per 10 anni è stato candidato del Pd, sette liste appoggiate dai Verdi ai movimenti civici di Emiliano. È stato capo di gabinetto Decaro, prenderne il testimone “è una responsabilità, una sfida molto dura”, ma questo non significa che sarà “appiattito dai dieci anni precedenti”. Perché la continuità «è una medaglia ma vanno corretti i limiti dell’amministrazione uscente».

Michele Laforgia è sostenuto dal Movimento 5 Stelle, dalla Sinistra Italiana di Nichi Vendola e da sei liste in totale. Nella sua vita è un penalista, tra i più rinomati in città, ha considerato la sua candidatura in virtù della sua storia personale “un dovere”, perché si occupa “della giustizia e delle ingiustizie”. Fabio Romito è il nome proposto dal centrodestra, con dieci liste a sostegno. Avvocato, consigliere regionale della Lega, non si presenta con il simbolo del partito guidato dal leader Salvini. Con i suoi 36 anni e un’esperienza da avversario in Comune fino al salto in Consiglio regionale, è il più giovane candidato sindaco della città, «un onore ma anche una responsabilità».

Sabino Mangano del Comune di Bari è un veterano. Cinque anni da consigliere del Movimento 5 Stelle, un altro da candidato sindaco ma fuori dal perimetro 5 Stelle. Si presenta con la lista Oltre, intercettando «chi non si riconosce nel bipolarismo». Alla fine, Nicola Sciacovelli: due liste a sostegno, entrambe recanti il ​​suo nome. “La politica con la P maiuscola non esiste più. Ho sempre corso nelle liste civiche per sostenere la persona, non i partiti”.

Lo scenario – Come andrà a finire? È forse il ciclo elettorale più indecifrabile. Nel corso delle settimane si sono susseguiti numerosi sondaggi che però hanno dato ogni volta risultati opposti ai precedenti. Se Mangano fatica con la soglia del 3%, è chiaro che la vera competizione sarà tra i tre candidati della maggioranza: Romito, Leccese, Laforgia. Il punto è che nessun sondaggio ha evidenziato un divario tale da far pensare ad una vittoria al primo turno per nessuno dei tre e tanto meno un quadro preciso di chi andrà al ballottaggio. Una certezza è che al secondo turno, i due candidati del centrosinistra correranno ancora insieme, avendo già annunciato l’abbinamento. Il secondo ed ultimo dato certo che i sondaggi danno è che la percentuale di indecisi è altissima. Il 40% degli intervistati ha dichiarato di non avere ben chiaro per chi votare. Nessuno dei candidati teme l’astensionismo che cronicamente caratterizza i cicli elettorali, anche se meno in quelli amministrativi. Ciò che si teme è proprio l’indecisione che fa propendere per l’uno o per l’altro, all’ultimo momento possibile, rendendo così la previsione ancora più complicata.

 
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