Fuoco sacro di Vesta. I riti dedicati alla Dea del focolare – .

Fuoco sacro di Vesta. I riti dedicati alla Dea del focolare – .
Fuoco sacro di Vesta. I riti dedicati alla Dea del focolare – .

Nell’antica Roma dal 9 giugno al 15 giugno si festeggiava la dea Vesta, figlia di Saturno e Opi, sorella di Giove, Nettuno, Plutone, Cerere, Giunone, è una figura della mitologia romana corrispondente ad Estia.

Vesta, dea del focolare domestico, era venerata nel tempio da lei sorretto, i cui resti sono ancora visibili nel Foro Romano, e privatamente in ogni casa romana. Il suo culto pubblico consisteva nel tenere sempre acceso il fuoco sacro nel tempio a lei dedicato, compito affidato alle sue vestali. Il culto del fuoco viene fatto risalire ad un’antica concezione religiosa naturalista degli indoeuropei, di cui il dio vedico Agnis e il culto del fuoco di Estia in Grecia sarebbero un’ulteriore prova. Per il rito dei tre fuochi vedici, da cui derivano le caratteristiche delle divinità romane legate al fuoco, gli officianti dovevano accendere tre fuochi a terra: il primo, detto “fuoco del padrone di casa”, rappresentava il sacrificante stesso e aveva lo scopo di illuminare gli altri, il secondo, “fuoco delle offerte”, portava il sacrificio agli dei mediante il fumo, il terzo, “fuoco di destra o del sud”, era la sentinella contro l’attacco del male spiriti. A Roma i primi due fuochi sarebbero stati trasportati nella figura di Vesta, ed il terzo in quella di Vulcano. Il fuoco sacro, custodito nel tempio di Vesta a Roma, fu spento nel 391 d.C. per ordine dell’imperatore Teodosio, perché era un culto pagano.

In una delle sue raffigurazioni più tipiche la dea indossa una lunga stola e tiene in mano uno scettro. Vesta è raffigurata anche seduta su un trono con in mano la patera sacrificale e uno scettro.

Vesta era associata a Vulcano, dio del fuoco, come dimostra anche il Portico degli Dei Consenti, dove tra le coppie di duodecim deos Consentis c’era anche quella formata da Vesta e Vulcano.

Il culto romano trova corrispondenza nel culto greco di Estia, figlia di Crono e Rea.

La posizione dell’Atrium Vestae, il complesso di edifici costituito dal Tempio di Vesta e dalla Casa delle Vestali, fuori dai confini degli abitati del Palatino e del Quirinale, suggerisce che il culto di Vesta fosse un culto pubblico condiviso tra Popoli latini e sabini.

Il 1° marzo, giorno del Capodanno romano, si rinnovava il fuoco sacro nel tempio a lei dedicato. La dea Vesta veniva celebrata nei Vestalia che si svolgevano nella settimana dal 9 giugno al 15 giugno. Il primo giorno dei festeggiamenti era dedicato all’apertura annuale del tempio per i riti sacrificali.

 
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