Unicredit e Leonardo tra i titoli peggiori. Quello che è successo? – .

Un sell-off colpisce tutto il Ftse Mib con pochissime eccezioni – BorsaInside

Finale di seduta ad alta tensione in Piazza Affari. Il Ftse Mib, dopo essere stato sempre in rosso fin dall’apertura, ha ampliato ulteriormente il suo deficit nella seconda parte della giornata fino a registrare una perdita superiore al 3% entro un’ora dalla chiusura delle contrattazioni.

Negli ultimi mesi la forza del sell-off si è leggermente attenuata e il paniere di riferimento della Borsa italiana sembra ormai avviarsi a chiudere in ribasso del 2,8% a 32.660 punti. Ciò che impressiona è il fatto che a meno di 10 minuti dalla fine delle contrattazioni regolari, ci sono solo tre titoli in rialzo mentre il resto è tutta una sequenza di rossi più o meno grandi.

Lo sono le tre società quotate che si apprestano a chiudere in controcorrente Amplifon (più dell’1,7%), Inwit e Telecom Italia che avanzano di meno di mezzo punto percentuale. Sul fronte opposto, cioè tra i titoli più massacrati, troviamo molti titoli del settore bancario con Unicredit in testa che segna un calo del 5,6% ma anche il colosso della difesa Leonardo che si prepara a lasciare sul terreno il 5,3% e il gruppo Iveco in calo del 4,6%.

Insomma, non ci sono dubbi sul fatto che la seduta di oggi sia stata un caporetto per la Borsa di Milano, tanto che molti trader parlano apertamente di inizio di una fase di ritracciamento che potrebbe mettere fine alla lunga stagione rialzista della Borsa italiana (ma lo stesso ragionamento vale anche per tutte le altre Borse europee visto che quella di oggi è stata una giornata da incubo anche a Berlino e Parigi).

Il crollo della Borsa di Milano, come vedremo più avanti, non implica la necessità di stare lontani dalle azioni. In realtà (e i grandi investitori lo sanno bene) è durante i momenti di svendita che si possono concludere gli affari migliori. Molti dei titoli crollati oggi, si pensi ad esempio a Unicredit o Leonardo, avevano raggiunto quotazioni altissime dopo lunghe stagioni rialziste. Il sell-off li riduce e quindi diventano più accessibili a molti trader che finora se ne erano tenuti alla larga a causa dei prezzi proibitivi.

Crollo della borsa italiana 14 giugno 2024: cosa è successo?

IL svendita che ha massacrato la Borsa di Milano nell’ultima seduta della settimana non si tratta di un evento isolato. Il mercato, infatti, già da giorni mostrava segnali di nervosismo. Possiamo tranquillamente affermare che quella che si è conclusa oggi è stata una settimana molto complessa per il mercato azionario italiano il cui picco è stato raggiunto proprio nell’ultima dell’Ottava settimana.

È innegabile che il mercato sia cresciuto tantissimo negli ultimi mesi ma è altrettanto chiaro che, come sempre accade, si è trattato di un evento che ha fatto da catalizzatore. Se oggi regnano sovrani i corti e perché il quadro emerso dalle ultime elezioni europee proprio non è piaciuto agli investitori. C’è molto pessimismo sui mercati finanziari dopo il voto di domenica scorsa A preoccupare sono soprattutto le conseguenze politiche in Francia. Non è un caso che tutti gli spread europei siano aumentati dopo il voto. In particolare, lo spread Oat-Bund è salito a 75 punti, livello che risale al 2017. Proprio il prossimo Elezioni politiche francesi, decisi da Macron al seguito del suo capo nel voto europeo, potrebbero quindi essere il grande catalizzatore delle prossime settimane, generando ulteriore volatilità sul mercato. Ciò suggerisce che anche le prossime Ottave potrebbero essere caratterizzate dall’incertezza che ha caratterizzato quella che si chiude oggi.

Come investire quando il mercato azionario crolla

Ci sono due strade da seguire quando un mercato azionario crolla e ciascuna di esse dipende da quali sono le prospettive per il futuro. Se le stime sono in aumento, allora potrete approfittare della situazione attuale per acquistare a prezzi più bassi (negoziazione lunga) ma se invece le previsioni sono per una continuazione del trend al ribasso, allora è preferibile operare in modalità breve. Questo ragionamento si applica sia agli indici che ai singoli titoli.

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