«Se la Francia non vince sarà un problema. Juve? È giusto cambiare” – .

«Se la Francia non vince sarà un problema. Juve? È giusto cambiare” – .
«Se la Francia non vince sarà un problema. Juve? È giusto cambiare” – .

Se la Francia non vince gli Europei sarà un problema”. Parola di David Trezeguetcampione del mondo con i Bleus nel 1998 e campione d’Europa nel 2000, a margine della Settimana Calcio di Milano in Gae Aulenti, Portanuova.

Come vedi la Francia in questo Europeo?
«È la squadra preferita. Il suo è un percorso iniziato nel 2016 quando perse la finale continentale contro il Portogallo. Poi vinse in Russia nel 2018. Ha avuto un calo, ma nel 2022 ha fatto, perdendo, la finale del Mondiale in Qatar. Inoltre ha un grande allenatore e i suoi giocatori sono vincenti. Giocano nei migliori club europei e hanno grande qualità tecnica”.

Come vedi l’Italia?
«È una squadra che vedo motivata, con un allenatore che ha vinto lo scudetto al Napoli e il Napoli non è un posto facile. Ora Luciano Spalletti ha questa opportunità. Ci aspettiamo molto dall’Italia. Non può nascondersi dietro la sua storia”.

Hai un’idea del perché in questa Italia ci sono meno talenti rispetto alla tua epoca?
«In Italia i talenti sono meno coinvolti nel campionato. Ci sono squadre che fanno giocare tanti stranieri, impedendo ai talenti italiani di emergere. Dobbiamo lavorare molto su questo e lo ha sottolineato anche Spalletti”.

A proposito di Italia, hai segnato il Golden Gol nella finale degli Europei del 2000.
«Poi l’hanno portato via per l’Italia (ride, ndr). Per noi era fondamentale confermare la vittoria del Mondiale 1998. Una squadra completa che contava giocatori che hanno militato nei campionati più importanti. Poi la Spagna ci ha superato con il triplete, ma siamo stati i primi a fare il doppio mondiale ed europeo”.

Per lei quelli alla Juventus furono anni importanti.
«Sono arrivato alla Juventus e i titolari erano Del Piero e Pippo Inzaghi. Io sono arrivato come quarto attaccante, c’era anche Kovacevic. Ero dell’opinione che dovevo dimostrare le mie qualità quando ne avevo l’opportunità. Poi è arrivato Lippi, un padre. Per me è stato molto importante. Dovevo segnare 100 gol al Monaco, vincere un Mondiale e un Europeo per arrivare alla Juventus. Questi erano i parametri. Avevo il sogno di mostrare tutte le mie qualità in Italia, che a quei tempi era il campionato più competitivo. Un momento negativo? La vittoria del Milan nella finale di Champions League all’Old Trafford contro di noi”.

Cosa ricordi del 5 maggio 2002?
«È servito a tante cose. La Juventus non vinceva da un po’ e io vinsi la classifica cannonieri. Per i tifosi è stata una grande soddisfazione. E se conoscessimo già il risultato? Lo sentivi dal pubblico, dall’ambiente. La Lazio ha giocato una grande partita contro l’Inter. Per il popolo juventino quello è stato lo scudetto più bello”.

Nel 2006, insieme a Buffon, Nedved, Del Piero e Camoranesi, decide di passare in Serie B.
«Per me è stata una scelta complicata, dal punto di vista sportivo. Però mi sembrava giusto questo: la Juventus mi aveva dato tutto. Ho sentito il bisogno di dare un contributo in un momento delicato. Altri hanno scelto strade diverse, ma vanno rispettate. Anche B è stata un’avventura divertente”.

Il difensore che ti ha fatto soffrire di più?
«Non so la sofferenza, c’è chi mi ha picchiato di più. Couto e Mihajlovic sono stati duri alla Lazio, contro di loro è stata dura. Maldini era una leggenda, mentre Cordoba era all’Inter. Sono cresciuto con i Thuram e i Cannavaro”.

Thiago Motta è l’uomo giusto per la Juventus?
«Lo conoscevo da giocatore, giocava in squadre dove vinceva tanto. Ciò che ha fatto il Bologna è merito suo. Ha dimostrato di avere un gioco diverso e un’idea diversa. Credo nei cambiamenti e bisognava cambiare qualcosa alla Juve. I bianconeri giocheranno tra Champions League e Mondiale per Club e avranno bisogno di una rosa competitiva”.

Un giudizio su Vlahovic?
«Lui stesso è stato chiaro: deve migliorare molto e dare un contributo importante alla Juve».

Infine un pensiero sulla decisione di Antonio Conte di andare ad allenare il Napoli?

«Per lui è un cambiamento importante. Cerca stimoli. Lo conosciamo, sarà molto concentrato su campionato e Coppa Italia”.

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Il Messaggero

 
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