“Malato ma non uscito di prigione” – .

“Malato ma non uscito di prigione” – .
“Malato ma non uscito di prigione” – .

Il 74enne Giuseppe Santoleri, malato da tempo, aveva chiesto di essere trasferito in una struttura alternativa al carcere ma le sue richieste non erano state accolte e ora attende una nuova decisione da parte dei giudici della Sorveglianza Tribunale. «Aveva annunciato che non avrebbe aspettato l’udienza del 18 luglio» ha rivelato l’avvocato.

“Giuseppe Santoleri è stato ucciso dallo Stato italiano, dalla lungaggine del procedimento e dalla negligenza e inadeguatezza dell’istituzione carceraria”, così ha reagito il legale dell’uomo, condannato in via definitiva per l’omicidio dell’ex moglie Renata Rapposelli la notizia che il 74enne si è tolto la vita in prigione. Santoleri si suicidò nel carcere di Castrogno a Teramo dove stava scontando una pena detentiva di 18 anni per concorso in omicidio volontario.

Il 74enne, malato da tempo, aveva chiesto di essere trasferito in una struttura alternativa in carcere ma le sue richieste non erano state accolte e ora attendeva una nuova decisione da parte dei giudici del Tribunale di Sorveglianza. Ha dovuto aspettare fino a luglio, dopo l’ennesimo rinvio dell’udienza, ma Santoleri non ha resistito e si è tolto la vita in carcere. Dalle prime informazioni si sarebbe strangolato con l’aiuto della struttura che circondava il suo letto nell’area ‘protetta’ del carcere teramano di Castrogno.

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“Mi sento molto affranto e deluso, come donna e come avvocato tutti i miei tentativi di aiutare Giuseppe si sono rivelati inutili” ha dichiarato il suo avvocato Federica Di Nicola che aveva presentato una nuova richiesta di liberazione per il trasferimento in una struttura in provincia di Chieti. Qui l’avvocato sperava che potesse essere curato ma “Giuseppe non aveva la forza di aspettare”.

Il 74enne pare versasse già in pessime condizioni psicofisiche. “Il mio cliente mi aveva annunciato che non avrebbe aspettato l’udienza del 18 luglio, ma io avevo cercato di consolarlo e tranquillizzarlo, promettendogli che sarebbe stato l’ultimo rinvio” ha detto l’avvocato, ricordando di aver presentato domanda per lui il 18 gennaio al Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila ma c’erano stati tre rinvii .

“Le sue condizioni di salute apparivano incompatibili con la detenzione in carcere ma il Tribunale di Sorveglianza, nonostante le precarie condizioni di salute di Santoleri, ha disposto tre rinvii di udienza, 1 aprile, 6 giugno e 18 luglio” ha ricostruito l’avvocato. Ora la Procura di Teramo ha aperto un’indagine sul suicidio avvenuto nella sua cella e ha disposto l’autopsia.

Giuseppe Santoleri è stato condannato in primo grado nel 2020 a 24 anni di carcere, pena poi ridotta a 18 anni. Secondo i giudici l’uomo, insieme al figlio Simone, aveva ucciso e poi nascosto il corpo dell’ex moglie, la pittrice Renata Rapposelli. Il delitto è avvenuto nel 2017 nella casa Santoleri in Abruzzo, a Giulianova (Teramo), ma il corpo della donna, 64 anni, è stato ritrovato nelle Marche, nel fiume Chienti a Tolentino.

 
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