Quando morì Ada Battistini sfuggì alla strage di Sant’Anna di Stazzema. Ha testimoniato come testimone nel processo contro gli ufficiali delle SS – .

Quando morì Ada Battistini sfuggì alla strage di Sant’Anna di Stazzema. Ha testimoniato come testimone nel processo contro gli ufficiali delle SS – .
Quando morì Ada Battistini sfuggì alla strage di Sant’Anna di Stazzema. Ha testimoniato come testimone nel processo contro gli ufficiali delle SS – .

È sfuggito all’orrore di Sant’Anna di Stazzema solo per caso: anche lei faceva parte del gruppo che gli ufficiali nazisti affidarono a un soldato giovanissimo e isolato. Doveva uccidere tutti, questo era l’ordine. Lui, rimasto solo con la gente rastrellata, ha comandato (a gesti) al gruppetto di tacere e di scappare. Si erano già allontanati quando hanno sentito alle loro spalle una raffica di mitragliatrice. Si voltarono: il soldato stava sparando in aria. Tra quei sopravvissuti c’era anche Ada Battistinimorto ieri all’età di 92 anni. Al momento diStrage di Sant’Anna – in cui sono morti 560 donne, bambini e anziani – aveva 13 anni. All’inizio degli anni 2000 ha testimoniato come testimone nel processo che si tenne Spezia e questo ha portato al condanna Acondanna a vita Di dieci ufficiali delle SS. Tra l’altro raccontò che nella strage voluta dai nazisti alla quale parteciparono i fascisti della zona furono uccisi suo padre e molti altri familiari.

Giornale di Viareggio ha ripescato il suo resoconto di quell’episodio nel libro di Oliviero Toscani Sant’Anna di Stazzema. I bambini ricordano. “Dopo non so quanto tempo, un chilometro, un chilometro e mezzo, ci hanno fatto fermare e ci hanno messo lì tutti ammucchiati con un giovane, giovanissimo, biondo, che non parlava mai, appoggiato davanti a noi con il mitra. E quando tutti i soldati furono passati, ci fece segno con la mano, come per dire di stare calmi. Non ha mai parlato. L’ho sentito, lo ricordo, l’ho sentito parlare. E invece di spararci, verso di noi, si è voltato, si è voltato e ha sparato sulla montagna. C’erano tre o quattro pecore, lui le ha uccise, le ha fucilate”.

C’erano in quel gruppo che furono salvati dalla morte Enio Mancini che raccontarono come, sotto mentite spoglie, tra le truppe ci fossero anche italiani, anzi versiliani. “Hanno sparato alla mucca – ha raccontato A ilfattoquotidiano.it qualche anno fa – ‘Brutto spettacolo, non vuoi morire’?’ le avevano detto in dialetto versiliese, si erano coperti il ​​volto con fasce mimetiche. Hanno tradotto gli ordini dal tedesco a me e al mio gruppo: ‘Vieni, sbrigati, vai verso Valdicastello‘. Erano ordini in perfetto italiano. Anche due sorelle raccontano di aver sentito parlare in Versilia. Un altro sopravvissuto, Maria Luisa Ghelardini, ha anche menzionato i nomi perché era più grande. Li ha riconosciuti.”

Ada Battistini ebbe cuore di continuare a vivere a Sant’Anna, in località Coletti, fino al 1958 quando andò a vivere a Strettoia, frazione di Pietrasanta. “Era una persona molto buona – ricorda il genero Vittorio Tommasi – che dedicò tutta la vita alla famiglia e a Sant’Anna di Stazzema, perché quando poteva e d’estate stava sempre nella sua casa Coletti. Ada infatti si era presa cura anche del fratello, accudendolo a lungo”. Ada soffriva da tempo di una malattia che non le aveva risparmiato ulteriori sofferenze fino a sabato. La messa funebre sarà celebrata domani (lunedì 17 giugno) alle 15 nella chiesa della Strettoia. Alla famiglia sono arrivate le condoglianze del Comune di Stazzema e dell’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema.

 
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