“Chiediamo a Lotito di mettere in vendita la Lazio. Queste sono le nostre decisioni per continuare la protesta” – .

“Chiediamo a Lotito di mettere in vendita la Lazio. Queste sono le nostre decisioni per continuare la protesta” – .
“Chiediamo a Lotito di mettere in vendita la Lazio. Queste sono le nostre decisioni per continuare la protesta” – .

La manifestazione di venerdì, partita dallo Stadio Flaminio e conclusasi a Ponte Milvio, ha fatto il giro del mondo nonostante le parole del presidente Lotito siano arrivate il giorno successivo: “Non mi interessa, sono sempre le stesse persone che mi criticano”. Striscioni di dissenso contro la società sono apparsi anche a Madrid, Londra, Monaco, Parigi e New York. Quello di venerdì, secondo il Curva Nord sarà solo la prima di una serie di iniziative per la prossima stagione. In questi minuti è venuta fuori una comunicato ufficiale in merito alle linee guida da seguire.

Alla Lazio contano solo due cose: Claudio
Lotito e Claudio Lotito”
Il Sig. Claudio Lotito ha personalizzato la gestione della SS Lazio rendendola un’azienda a sua immagine e somiglianza, un “oggetto” utile a soddisfare le sue personali esigenze sia a livello economico che di immagine, le sue dichiarazioni sono il frutto di una forte senso di megalomania che sfocia in bieco personalismo con l’obiettivo di cancellare 124 anni di storia, di passione, del Lazio.
Da qui vogliamo spiegare e motivare le nostre decisioni per continuare la protesta che venerdì 14 giugno ha visto scendere in piazza più di 15.000 persone.

NON LASCEREMO LO STADIO VUOTO
Lasciare lo stadio vuoto è proprio ciò che auspica mister Lotito, cancellare la voce del dissenso è la sua aspirazione, non avere nessuno che gli si opponga
è quello che vuole.
Leggendo il bilancio 2023 della SS Lazio, anno in cui abbiamo raggiunto il secondo posto in classifica con un girone d’andata record, vediamo che i ricavi delle partite sono pari a 13 milioni di euro, circa il 10% dei ricavi annuali che, purtroppo, , non verrebbero eliminati del tutto visto che sarebbero sicuramente tanti tifosi, noi in primis, che non sarebbero disposti ad abbandonare il proprio posto allo stadio.
Per sostituire questi ricavi basterebbe la semplice vendita di un giocatore e i ricavi sarebbero gli stessi
(commissione di vendita + risparmio sul prezzo e relative imposte).
Saremo presenti ciascuno ai nostri posti per non lasciare spazio di manovra!!

L’uscita dallo stadio permetterebbe a Lotito di sfruttare la protesta additando i laziali a farne una questione di attaccamento, come già fatto in passato, mentre 40.000 persone che ogni domenica
Chi esprime il proprio dissenso non può essere strumentalizzato, non c’è spazio di manovra per la sua fantasia.
Lo stadio va vissuto per trasmettere l’amore e lo spirito laziale ai bambini, coltivare la passione nelle nuove generazioni e continuare a fornire il consueto punto di riferimento a chi è sempre stato al fianco della Lazio.
Come spiegato nella slide precedente, non essendoci alcun danno economico non andare allo stadio, faremmo solo del male a noi stessi.

NON ACQUISTARE MATERIALE UFFICIALE SS LAZIO
Il mancato acquisto di materiale ufficiale mette l’attuale azienda nella condizione di non incassare ricavi puliti e di non riuscire a coprire i costi di gestione di negozi e materiale, oltre a creare rapporti tesi con le partnership.
Questo tipo di protesta non allontana i giocatori laziali dalla Lazio e dalla squadra, che colpisce
solo il bilancio.
Un atto che non ha ripercussioni se non sugli interessi del signor Lotito

Partendo dal presupposto che negli ultimi anni, fatta eccezione per qualche maglia che ne replicava altre, il merchandising della SS Lazio è stato davvero penoso, non ultima la linea in collaborazione con un marchio di costumi, affidandosi a personale che di laziale non ha nulla significa proprio questo, cioè produrre materiale inadatto allo stile laziale.
Mister Lotito si affida a professionisti che conoscono il nostro mondo e non a semplici dipendenti che, per fare bella figura, copiano quello che la tifoseria organizzata ha fatto negli anni precedenti.

NON ISCRIVERSI E CANCELLARSI DANZ E SKY

70 milioni di euro, questo l’incasso dei diritti tv e la cifra appena incassata dalla SS Lazio. La mancata iscrizione comporta un appeal diverso da parte degli sponsor e di chi vende pubblicità. La Lazio va vissuta da vicino, consigliamo a tutti i tifosi che non possono venire allo stadio o in trasferta per vedere la partita tutti insieme di utilizzare meno dispositivi connessi, utilizzando ristoranti, pub o in sede

MARKETING
Troviamo surreale e inaccettabile che una città come la nostra, tra le più turistiche e importanti al mondo, non abbia negozi ufficiali della SS Lazio nelle vie dello shopping più rinomate del centro.
Oltre ad essere un disservizio per i tifosi
I laziali, non avere negozi in vista provocano un grave danno all’immagine del Lazio.
Proporremo iniziative a tutela dell’immagine della nostra Lazio visto che il signor Lotito ha scelto di non darle alcuna importanza.

SETTORE GIOVANILE
La Lazio non ha più campi sul territorio romano, tutte le società calcistiche della Roma sono affiliate alla Roma o ad altre società calcistiche extraterritoriali.
I bambini crescono con altri stemmi sul petto invece che quello della Lazio e questo ha un effetto negativo in termini di crescita del patrimonio futuro, per non parlare della mancanza di identità laziale che ovviamente si ripercuote sulla crescita dei figli.
Si sta creando un divario negativo che nessuno è mai riuscito a creare prima.

COSA CHIEDIAMO AL SIG. LOTITO
Dopo 20 anni di provincialismo chiediamo al signor Lotito di mettere in vendita la SS Lazio, siamo stanchi di galleggiare nel limbo della mediocrità che vede ogni anno una filastrocca fatta di campagne acquisti last minute e giocatori che devono abbracciare il “ progetto
Lazio”.
Scusi signor Lotito, quale sarebbe questo progetto? Non viene mai esplicitato, non ci sono obiettivi di crescita sportiva, di investimenti in prima squadra, nel settore giovanile (l’ultimo giocatore a lasciare il settore giovanile è Cataldi) non c’è altro oltre al solito ritornello dei conti in ordine , dell’indice di liquidità, del risparmio compulsivo che finisce solo quando bisogna ristrutturare Formello (chi fa i lavori???), perché ci sono i soldi per costruire Formello, perché possa essere valorizzata (secondo lui) a 250 milioni di euro. Nel giro di tre mesi due allenatori si sono dimessi, DIMESSI, non esonerati, un record per una squadra di Serie A. Prima è stato “eliminato” Sarri, al quale rimproveriamo solo di non essersi dimesso a campagna acquisti conclusa per la sua insoddisfazione nel rapporto richiesto/giocatori ottenuto, per un complotto della squadra, poi Tudor che ha preteso un cambio totale della rosa con 8 cessioni e 8 acquisizioni.
Oggi tocca a Baroni, con il quale precisiamo che non c’è nessun odio né problema, se non quello di un evidente ridimensionamento che nessun tifoso ha apprezzato.

 
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