A Lostallo serviranno circa 38 milioni di franchi per risanare i danni provocati dal nubifragio che venerdì scorso si è abbattuto sulla Mesolcina che ha provocato frane, allagamenti, allagamenti, ma anche due morti, dispersi e sfollati. Si tratta di «una stima abbastanza precisa», ha detto oggi il sindaco Nicola Giudicetti in conferenza stampa. Un preventivo presentato da Franco Albertalli, impiegato in uno studio di ingegneria della regione. Il sindaco ha innanzitutto ricordato ed elogiato la grande solidarietà ricevuta in questi giorni: si va dai volontari che si sono resi disponibili per cercare di dare una mano in questa situazione di emergenza a chi ha voluto donare fondi per la comunità. E proprio in questo contesto ha annunciato l’apertura del conto ‘Danni Maltempo 2024’ dedicato al Comune di Lostallo – CH47 8080 8006 7767 5148 3 – che si aggiunge a quello intestato alla Regione Moesa – CH36 8080 8004 2212 1781 1 –. A testimonianza della solidarietà si è formato anche un gruppo spontaneo di cittadini per supportare le autorità comunali nello svolgimento di funzioni più burocratiche, di raccolta dati e di coordinamento. Gruppo di cui fa parte Andrea Toschini: «Per un comune delle dimensioni di Lostallo sono cifre spaventose», ha affermato, ricordando che il gettito fiscale ammonta a circa 1,5 milioni di franchi. “Anche se molti danni saranno risarciti da assicurazioni o coperti da contributi cantonali e federali, per la nostra piccola comunità ci saranno sicuramente costi residui esorbitanti”, ha aggiunto. «Se il Comune si assumesse, ad esempio, il 20% dei costi, ammonterebbero a circa 8 milioni di franchi, una spesa proibitiva».
Prima e dopo
Danneggiati 100 ettari e 8 km di strada
Più precisamente, come ha spiegato Albertalli, solo a Lostallo l’alluvione ha danneggiato 100 ettari di superfici, generando 290mila m2.3 di materiale che deve essere rimosso. Le rive del fiume Moesa sono state erose per 400 metri, mentre le strade e le relative infrastrutture sono state danneggiate per 8 chilometri. A Sorte, tre case sono state completamente distrutte, ma oltre 100 edifici sono stati danneggiati. Sono state danneggiate anche opere pubbliche come l’impianto di depurazione delle acque, la stazione di pompaggio e le fermate degli autobus. Anche la linea di approvvigionamento idrico potabile è stata distrutta per una lunghezza di 600-800 metri. Ultimo ma non meno importante, il 30% della rete di sentieri lunga 8 km (attualmente inutilizzabile) è stata gravemente danneggiata.
“Non ho visto la frana scendere, ho sentito solo il rumore”
E tutto questo a causa dell’enorme quantità di acqua, sassi, legna e fango che è sgorgata dagli affluenti della Moesa, alcuni dei quali (come quello di Sorte) sono per la maggior parte asciutti. «L’acqua si vede solo quando piove o quando si scioglie la neve», racconta Renzo Mazzolini, uno dei trenta sfollati, incontrato a margine della conferenza stampa. «Al momento non posso tornare a casa mia a Sorte, perché non ci sono servizi: senza acqua è impossibile iniziare a pulire e sgomberare». Una casa che, a differenza di altre, «è ancora in piedi, anche grazie al muro di cemento armato che la proteggeva». Mazzolini era in casa sua quando è avvenuto il disastro: «Non ho visto la frana scendere, ho solo sentito il rumore. La tentazione era di andarmene, ma non potevamo andare verso Lostallo perché il torrente sembrava una cascata, mentre dall’altra parte c’era la frana. Così sono rimasto a casa, sperando nel meglio. E a un certo punto ho sentito bussare alla finestra: era un amico con la ruspa che poi mi ha portato a Lostallo”. Mazzolini appare sereno quando racconta i terrificanti fatti che gli sono capitati. La sua preoccupazione principale è non sapere quando potrà tornare a casa: “Al momento sono ospite di familiari e non ho ancora idea di quando potrò tornare. Se sapessi che ci vorrà più di un mese, cercherei delle alternative”.
