Breaking news
incontro con un cinefilo d’eccezione – . -
è Salvatore Barba – . -
Vittima di 56 anni di Cuneo – . -
È morto anche Salvatore Barba – . -
è il “dono” degli astrofisici – . -
‘Ora un blocco repubblicano’ – Notizie – . -

Giorno 1, la recensione del film prequel – .

Giorno 1, la recensione del film prequel – .
Giorno 1, la recensione del film prequel – .

C’è un dettaglio, un momento unico vissuto durante la proiezione stampa di Un posto tranquillo: giorno 1 che ci fa capire quanto sia forte l’idea, e quanto bene il nuovo film riesca a sostenerla: nel mezzo di una scena di tensione e di caccia alle creature che hanno invaso il nostro pianeta, lo smartwatch di chi ti scrive ha emesso una notifica e la sua mano è volata a coprire il quadrante per zittirlo. È stata la conferma di un’idea, quella alla base della saga avviata da John Krasinski nel 2018, dal grande impatto immaginifico e dalle enormi potenzialità narrative che la produzione ha inevitabilmente intenzione di sfruttare ancora (e ancora?). E lo fa proprio Krasinski, qui coautore della storia con il regista Michael Sarnoski (già autore del bel Maiale), riprendendo le stesse suggestioni e spostandole in un momento diverso nell’evoluzione della storia di Un posto tranquillo: all’origine di tutto.

La trama che ci porta all’inizio dell’invasione

I protagonisti in strada a New York

E su quelle origini, quell’incipit di un’invasione che ben conosciamo, ricade New Yorkseguendo la protagonista Sam, malata terminale in viaggio con altri pazienti dell’istituto in cui è ricoverata durante un’escursione in città con l’obiettivo di assistere a uno spettacolo teatrale e, soprattutto per la donna, cogliere l’occasione per mangiare una buona pizza. Ed è proprio mentre si trovano tra le caotiche vie della città che tutto inizia, in modo suggestivo e drammatico, con scie di fuoco nel cielo e l’arrivo degli esseri che abbiamo incontrato nei due film precedenti della serie: uno dopo l’altro, i passanti in preda al panico vengono aggrediti ed eliminati, lasciando ben poco spazio ai dubbi: i predatori seguono i rumori che emettono e l’unica salvezza è non produrre suoni.

Non urlare in un posto tranquillo: giorno 1

Dopo un inizio che traspare dal ns normalità rumorosale peculiarità della saga prendono il sopravvento e i sopravvissuti devono muoversi e comunicare cercando di non fare alcun tipo di rumore. È vietato parlare, ovviamente, ma anche calpestare qualsiasi cosa che potrebbe rompersi, urtare oggetti o qualsiasi possibile evento che potrebbe attirare l’attenzione dei mostri che stanno invadendo il nostro pianeta.

Godersi il silenzio. La meravigliosa atmosfera di A Quiet Place: Day 1

L’idea base della saga ritorna, preponderante e in maniera sempre più efficace, Un posto tranquillo con quell’atmosfera unica che accompagna la storia che ci viene raccontata. Se da un lato manca ovviamente la novità, dall’altro è interessante come il tema venga introdotto fin dalla didascalia iniziale, che sottolinea come New York produca una quantità costante di decibel pari a quella di un essere umano che urla. Una semplice nota introduttiva, mentre il rumore in pratica monta e diventa opprimente, il che delinea subito il contesto in cui andiamo a muoverci e il mondo che abbiamo creato e in cui ci troviamo costantemente a vivere, specie se siamo cittadini di una metropoli affollata e caotica. In questo, pur mancando della novità che avrebbe potuto avere il primo film, A Quiet Place: Day 1 riesce ad aggiungere un ulteriore livello di interpretazione ai presupposti della saga.

Lupita Nyong’o è Sam nel terzo capitolo della saga

Ma, allo stesso tempo, il film ci coinvolge un protagonista riuscito e intriganteben suonato da un bravo ragazzo Lupita Nyong’o: il suo Sam è forte, determinato ed emozionante in termini di costruzione e sviluppo, e si sposa bene con il personaggio di supporto di Joseph Quinn, Eric, che ritroviamo con piacere dopo averlo amato in Cose più strane. Se loro due funzionano bene e sostengono la costruzione narrativa ed emotiva del film, accompagnati dal magnifico gatto di Sam che rischia più volte di rubargli la scena, è certamente un peccato che le altre figure che ruotano intorno a loro facciano fatica a trovare spazio e profondità. , anche nel caso dell’Henri di Djimon Hounsou, che si presenta anche lui come un personaggio con un buon potenziale.

Uno sviluppo essenziale ma efficace

Djimon Hounsou nel ruolo di Henri

Se possiamo considerare un difetto ilessenzialmente della scrittura e la mancanza di approfondimento, è in realtà la naturale conseguenza di una costruzione narrativa asciutta e diretta, che assume lunghi ritardi che avrebbero diluito i tempi dell’azione e la tensione, annacquandone la resa: Un posto tranquillo: giorno 1 non perde tempo a costruire qualcosa che già conosciamo o a spiegare dettagli che i suoi personaggi non conoscono, semplicemente li segue nella loro silenziosa lotta per la sopravvivenza, nel cammino verso una salvezza difficile da raggiungere. Michael Sarnoski, quindi, ci guida in questo percorso allestendo sequenze che trasmettono ansia e tensionema anche momenti toccanti in cui l’emozione prende il sopravvento. E in questo il suo film funziona bene, senza esagerare e con i tempi giusti per non scivolare mai in momenti di stanchezza o noia. Per addentrarsi nel mondo di Un posto tranquillo siamo certi che avremo altre occasioni in futuro, perché l’idea è troppo potente per non riprenderla nei capitoli successivi della saga.

Conclusioni

A Quiet Place: Day 1 funziona. Funziona perché riprende e sviluppa con coerenza i presupposti della saga di cui è un prequel, ma soprattutto perché il regista Michael Sarnoski la sviluppa con una costruzione narrativa diretta e lucida che non perde tempo in divagazioni inutili che avrebbero annacquato la storia. Peccato solo che l’idea, così potente ed efficace, sia ormai nota e non aggiunga nulla di nuovo, oltre allo sviluppo dei personaggi di contorno che è solo accennato, ma i 99 minuti di film tengono molto bene la tensione e questo basta a giustificare la visione di questo nuovo capitolo della saga.

Perché ci piace

  • La tensione, costante ed efficace, al cospetto di mostri pronti a captare ogni minimo rumore.
  • I personaggi di Sam ed Eric con i rispettivi interpreti Lupita Nyong’o e Joseph Quinn.
  • La costruzione narrativa diretta e asciutta, che evita lunghezze e spiegazioni inutili.
  • L’ispirazione iniziale, forte e ancora efficace…

Cosa c’è che non va

  • …che però non è più una novità, come è ovvio per un terzo capitolo.
  • I personaggi secondari sono solo abbozzati.
 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Vittima di 56 anni di Cuneo – .
NEXT incontro con un cinefilo d’eccezione – .