Sessanta realtà firmano il Patto delle comunità contro il gioco d’azzardo – .

Sessanta realtà firmano il Patto delle comunità contro il gioco d’azzardo – .
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Quasi sessanta realtà della città di Rho, a partire dal Comune di Rho guidato dal Sindaco Andrea Orlando, di Asst Rhodense e Ats Milano, ha sottoscritto sabato 20 maggio 2023 un patto di comunità contro il gioco d’azzardo dal titolo “Non giochiamo al futuro”. Una carta d’intenti che impegna tutti i firmatari a informare sulla situazione sempre più preoccupante, a contenere la comunicazione sulle vincite, a promuovere la prevenzione e diffondere il numero SerD 02-994304944, a proporre altre modalità di gioco e incontro, a formare insegnanti e genitori, a sostieni chi è caduto nella trappola e gli esercenti pronti ad abbandonare le slot machine. “L’obiettivo comune – si legge nel testo – è combattere tutte le forme di gioco d’azzardo che producono dipendenza. Non vogliamo che gli altri mettano a rischio il proprio futuro, vogliamo costruire una comunità capace di reagire e vogliamo tutelare i più giovani garantendo loro una crescita sana e serena”.

Il convegno ha visto protagonisti Angelo Fiorini, impegnato da anni nella campagna Mettiamoci in gioco; Daniele Capitanucci, psicoterapeuta, fondatrice e anima di Azzardo e Nuove dipendenze; Alessandra Mureddu, autrice del libro autobiografico “Azzardo”; il primario del Serd, dott Renato Durello e Riccardo Raimondiper BPer Banca, che ha sostenuto l’evento e realizzato un vademecum con Avviso Pubblico che è stato diffuso in questi giorni in tutta la città.

Le due Giornate di sensibilizzazione sul gioco d’azzardo del 20 e 21 maggio non sono una meta ma solo un punto di partenza. All’appello lanciato mesi fa dall’assessore alla Legalità Nicola Violante in tanti hanno risposto e l’Amministrazione ha voluto ringraziare tutti per l’impegno e l’entusiasmo nella costruzione del programma.
Quando avremo conosciuto i numeri che riguardano il nostro territorio – Egli ha detto Nicola Violanteabbiamo deciso che dovrebbero essere conosciuti da tutti per diffondere la consapevolezza di quanto gioco si gioca qui e quanto sono coinvolti anche i bambini. Dietro ai numeri ci sono famiglie e spesso drammi. Era importante informare e fare rete con tutti i soggetti della società civile. Non abbiamo l’ambizione di risolvere il problema ma il Patto di Comunità dice che la città sta attenta e si impegna a tenere acceso un faro. È qui che inizia il lavoro per arrivare ad un protocollo d’intesa che indichi le attività specifiche che ognuno può realizzare. Ringrazio l’associazione dei Comuni Avviso Pubblico che ci ha sostenuto, così come BPer Banca, che ha condiviso con noi questo percorso”.
Angelo Fioreni
spiega come, dopo il 2019, i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli non siano stati più diffusi: “In quell’anno si parlava di 110 miliardi di giochi fisici come slot e gratta e vinci. Nel 2022 siamo arrivati ​​a 140 miliardi, il gioco d’azzardo è la terza azienda in Italia. In Lombardia i soldi persi sono pari a 3.280.000 euro. E il gioco online aumenta, così come i conti gioco necessari per usufruirne: 15,9 milioni nel 2021. Nei nove comuni di Rho, nel 2019 sono stati persi 50 milioni con il gioco fisico, mentre la spesa sociale è la metà. Numeri incredibili. Oltre 110 milioni sono stati giocati a Rho nel 2019, 19,5 di quelli persi con slot, VTL sofisticate o gratta e vinci. Le stime secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità parlano di 19.600 giocatori in città per Rho, praticamente uno per famiglia. 590 persone potrebbero diventare dipendenti senza rendersene conto, altre 550 a rischio. Poi ci sono i minorenni, 1300 ipotetici giocatori e 40 quelli dediti al gioco d’azzardo. Il gioco d’azzardo priva anche l’economia del benessere: i soldi persi non finiscono nei negozi e nelle imprese. Il gioco d’azzardo provoca dipendenze e facilita il ricorso ad usurai e collegamenti con la criminalità organizzata”.
Renato Durello
ha ricordato come il gioco d’azzardo non sia necessariamente patologico, ma lo può diventare: «Il nostro approccio è multidisciplinare perché si abusa della psiche, della salute fisica (le persone passano ore alle macchinette e dimenticano di mangiare, bere, fare pipì, muoversi), delle relazioni, dei conti in banca». Il capo dei SerD ha parlato di numeri “imbarazzanti”: “L’Asst Rhodense nel 2022 ha preso in carico 76 persone, 22 di questo distretto. I ragazzi imparano subito i benefici del gioco: c’è una gratificazione e questa va ad influire sul neurotrasmettitore del piacere che è la dopamina, alla fine non se ne può fare a meno. Per l’anziano è lo stesso, ha fame di qualcosa che lo faccia stare bene perché è solo e depresso. Poche persone accedono alle cure, la consapevolezza di aver bisogno di aiuto dovrebbe essere incoraggiata”.
Daniela Capitanucci
allargò lo sguardo: “Azzardo e New Addictions non si concentra sul giocatore ma sulla rete con cui è in contatto: 76 utenti sono la punta dell’iceberg, per ogni giocatore che soffre ci sono 7 persone nella sua rete di contatti che soffrono con lui, familiari , amici, colleghi, dipendenti se si tratta di un imprenditore. Indebitamento e violenza domestica, furti, rapine e omicidi si generano a cascata”.
Capitanucci ha ricordato che c’è il divieto per i minorenni ma “in un contesto in cui il gioco d’azzardo è sdoganato come legittima attività di intrattenimento, è difficile pensare che non ne siano influenzati”: “Nel 2018 il 3 per cento della popolazione, 1,5 milioni, aveva problemi con il gioco d’azzardo, un altro 2,8 per cento aveva comportamenti a rischio moderato. Parliamo di quasi 3 milioni di italiani. Per i minorenni è lo stesso, sono circa 70mila che già manifestano un problema”.
Fondamentale è un passaggio dell’intervento dello psicoterapeuta: “Il gioco d’azzardo non si sviluppa dall’oggi al domani, non decidi di diventarne dipendente. Le influenze date da vincite e non vincite spingono a ripetere il comportamento. Si parte con piccole somme e piccoli limiti infranti, per arrivare a casi di alta sofferenza. Le relazioni si rompono e si genera violenza domestica. I danni sono incalcolabili e non uscirà a caso, perché c’è la volontà politica di lucrare sull’azzardo. Eppure l’invarianza del gettito fiscale appare intoccabile. Dobbiamo puntare sulla promozione della salute, la prevenzione nelle scuole e per gli anziani, il divieto di studio. Reddito e salute non possono essere messi sullo stesso piano, la Costituzione vede la salute come un diritto preminente sulla libertà imprenditoriale ed economica. Rimettiamo al centro la salute. Lo chiedevamo come Osservatorio nazionale ma tutto sembra essere finito nel cassetto”.
Riccardo Raimondi,
arrivato dalla sede modenese di BPer Banca, ha presentato il modello del suo istituto di credito che non eroga prestiti per finanziare la sistemazione delle sale scommesse per il marketing o la comunicazione sul gioco: “Il libretto realizzato con l’Avviso Pubblico è destinato soprattutto ai giovani. I nostri dipendenti sono incoraggiati a prestare il primo soccorso, le nostre carte di credito sono vietate ai negozi di scommesse online e informiamo le famiglie dell’uso da parte di minorenni. Il gioco d’azzardo è un fenomeno esploso ma sottovalutato, lavoriamo con le città per informare e raggiungere più persone possibili”.

Toccando la testimonianza di Alessandra MuredduRomano di origine sarda: la sua storia, emersa in poche pagine elaborate durante un corso di scrittura, è stata pubblicata da Einaudi nel libro “Azzardo” che la Biblioteca di San Vittore ha messo a disposizione dei partecipanti al convegno.
“IO
– ha detto Mureddu – Torno alle statistiche, sono un numero. Non si diventa compulsivi in ​​un attimo, io ogni tanto giocavo al casinò, mi piaceva andarci ma poi non era a Roma. Non mi sono interessato al gioco d’azzardo fino a quando non hanno aperto le sale giochi nel 2006 ricreando l’ambiente del Casinò, moquette, niente finestre, profumi forti. Mio padre era molto severo e altruista: ero spinta a seguirlo quando non tornava mai a casa, come se fossi sua moglie. Non ci sono stati tradimenti, si era ritirato e stava giocando. Un giorno sono entrato in quella stanza, ha messo una banconota nella macchinetta e ho vinto 900 euro. Mi vergognavo, ero pietrificato, ma lui mi ha detto “bene” e non me l’aveva mai detto. Quando ha aperto una stanza sotto casa, ho fatto le stesse cose che ha fatto lui. Dopo un anno ero compulsivo, poi è stato sempre peggio per nove anni. Il punto più basso è stato quando ho rubato tutto l’oro di famiglia e l’ho portato all’oreficeria, quello che mi hanno dato in cambio l’ho giocato in un paio di giorni”.
Conto ora scoperto, l’uso dei soldi del padre: “Un circolo morboso, vissuti emotivi sgangherati, poi l’incontro con gli Anonymous Players. Sono entrato disperato in una delle loro sedi, insieme saremmo potuti uscire. Ora ne sono fuori, sono un ex compulsivo, non ci provo nemmeno a bingo”.
Il Sindaco ha tirato le fila per la conferenza Andrea Orlando, prima di firmare il Patto di Comunità: “Il contesto incide, dobbiamo aprire gli occhi. Se le stime dicono che a Rho ci sono in media 1500 giocatori patologici, qui tra noi dovrebbe essercene uno. Bisogna lavorare anche a livello istituzionale: questo gioco vale l’1 per cento del bilancio dello Stato, 8 miliardi su 800 miliardi. Non possiamo incassare con una mano e occuparci di interventi sociali con l’altra. Il tema è economico ma non solo, tocca la sfera dell’etica pubblica. Possiamo agire in rete, in una comunità di intenti che unisce forze dell’ordine, scuole, gruppi di anziani, commercianti e imprenditori, partiti e sindacati, aziende speciali e comunità religiose. Dobbiamo sentirci tutti coinvolti, speriamo ogni anno di aumentare il numero di persone pronte a collaborare”.

 
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