‘Il Superbonus costa 135 euro a cittadino. Regola salva-casa ok su piccole discrepanze – .

‘Il Superbonus costa 135 euro a cittadino. Regola salva-casa ok su piccole discrepanze – .
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“Il Superbonus e gli altri bonus edilizi costano quasi 200 miliardi. Una legge finanziaria vale tra i 20 e i 30 miliardi di euro. Cosa abbiamo fatto con queste risorse? Ristrutturato meno del 4% del patrimonio immobiliare, prevalentemente seconde case, con una spesa di 135 euro per ogni cittadino, neonati compresi”. Lo dice il premier Giorgia Meloni che, ospite dell’ Porta a porta, aggiunge: “Conte lo conferma, perché a un certo punto ha detto: diversi rappresentanti della maggioranza hanno utilizzato il Superbonus. Quindi abbiamo utilizzato questi soldi per far ristrutturare le case dei parlamentari? Meno male che hanno dovuto aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Il provvedimento è stato pensato troppo male”. Poi un accenno alla prossima manovra: “Non si può dire che abbiamo favorito gli autonomi rispetto ai dipendenti, ai quali abbiamo dedicato la misura che ha avuto maggiore impatto nella legge di bilancio, il taglio del cuneo contributivo, ovvero vale cento euro al mese in busta paga. Sono assolutamente favorevole a mantenerlo nella prossima legge di bilancio”. E sulla sanità: “Stiamo lavorando a un altro provvedimento sulle liste d’attesa che non voglio anticipare. Un altro grande obiettivo che il governo ha in mente e su cui voglio lavorare nei prossimi mesi è l’abolizione del tetto massimo per i dipendenti nel settore sanitario. Tanti piccoli lavori che daranno risultati. La sanità e la riduzione delle liste d’attesa sono priorità di questo governo”.

Regola salva-casa? Se si tratta di piccole discrepanze, parliamone

Meloni parla poi delle prossime misure salva-casa: “Salvini mi ha accennato una cosa qualche tempo fa, poi ho visto che oggi ha ribadito che sta lavorando su questa norma ma io non lo so, non sono nelle condizioni per esprimere un giudizio. Ho letto il comunicato del Ministero dei Trasporti che parla di sistemare piccole difformità interne, cioè se si alzasse un tramezzo per fare due stanze dove ce n’era una. Se è così parliamone, è ragionevole, ma non posso ragionevolmente commentare una norma che non ho letto”.

“Il governo è ormai percepito come stabile e questo porta ricchezza”

“Il governo italiano ora è visto come uno dei più stabili in Europa, ha una visione e questa è una nazione in cui ci si sente al sicuro. E questo porta ricchezza – dice la Meloni – Preferisco lottare per lasciare qualcosa e guardarmi allo specchio potendo dire che ho lasciato qualcosa di buono all’Italia. Vorrei lasciare in eredità un’Italia stabile, in cui i cittadini contano più di quanto accaduto finora”.

“Non contro l’elezione diretta del capo dello Stato”

Parlando poi della riforma costituzionale, Meloni dice: “Noi non siamo intervenuti sulla riforma della legge elettorale. Sono laico sulla questione del voto. Per me l’importante è portare a casa questa riforma, che è l’eredità più grande che posso lasciare all’Italia”. E aggiunge: “Quello che volevo è una riforma che non mettesse in discussione l’autorità e l’unità che garantisce il capo dello Stato, ma cambia molto quando hai un mandato diretto dei cittadini, rispondi ai cittadini. Quando hai un mandato che arriva dai partiti rispondi loro. Il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione, non vedo questa disparità. Dopodiché vogliamo introdurre anche l’elezione diretta del Presidente della Repubblica? Non sono contrario”..

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“L’Ecr potrebbe candidarsi alla Commissione Ue”

“Quando ho dovuto criticare la Commissione europea non ho avuto problemi, poi sono diventato primo ministro e ho costruito una collaborazione istituzionale necessaria con Von der Leyen, perché devo portare risultati a casa per l’Italia ed è l’unica cosa che dopo le elezioni sono un’altra cosa – osserva Meloni in vista del voto europeo di giugno – Von der Leyen è la candidata del Ppe, io sono presidente dei conservatori europei, e anche i conservatori potrebbero avere un loro candidato alla presidenza della Commissione, Questa è una decisione che dobbiamo ancora prendere”. E ribadisce: “No, non sono aperta a nessun accordo strutturale con la sinistra. Questo non accadrà mai”.

“Le ragioni del centrodestra favoriscono la sinistra”

«Dobbiamo portare in Europa il modello italiano: costruire una maggioranza di centrodestra, con i conservatori al centro. Il presidente della Commissione arriva dopo – dice ancora Meloni – L’unica cosa che non dobbiamo fare è dividerci tra noi. Perché la sinistra è in difficoltà. Se vogliamo farle un favore allora iniziamo a litigare, a litigare, a fare campagna elettorale. L’importante è condividere l’obiettivo, che non è facile, ma alla portata. Se si vuole costruire una maggioranza diversa bisogna guardare alle diverse formazioni del centrodestra. Se tutti alzassero la bandiera ci ritroveremmo di nuovo a sinistra”.

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“Sali? La sinistra rischia di non aiutarla”

“La campagna politica che la sinistra sta facendo nei confronti di Ilaria Salis rischia di non aiutarla. Forse dovremmo abbassare un po’ la tensione. Con i parlamentari che arrivano e insultano il governo ungherese…”, osserva poi la Meloni parlando di Ilaria Salis. «Non mi sembra che nel dibattito sia presente la questione dell’indipendenza della magistratura: ci sono parlamentari italiani che chiedono al governo di intervenire nel governo ungherese. Conosci lo stato di diritto? Conoscete l’autonomia della magistratura?”, aggiunge, sottolineando che i casi dei connazionali processati all’estero “si risolvono tra uffici giudiziari, non tra governi”. E ancora: “Il governo può garantire un trattamento adeguato al suo connazionale, ed è quello di cui ho parlato con Orban, e può intervenire una volta che la sentenza sarà diventata definitiva. Vengono fatti gli esempi di Zaki e Chico Forti, ma in quei casi le sentenze sono diventate definitive. Vedere le manette quando Ilaria Salis entra nel processo mi fa un effetto, non siamo abituati a quell’immagine, ma è un trattamento che vale per tutti in Ungheria, e anche in diversi Stati occidentali”.

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“Cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi vanno di pari passo”

La Meloni parla poi del conflitto in Medio Oriente: “Dobbiamo continuare a insistere, a lavorare, a coinvolgere tutti gli attori della regione. Dobbiamo continuare a chiedere la liberazione incondizionata degli ostaggi, altro elemento che deve andare di pari passo con qualsiasi ipotesi di cessate il fuoco. È un lavoro che ognuno di noi cerca di svolgere con determinazione ogni giorno. Non dipende solo da noi ma il lavoro che sta portando avanti il ​​governo italiano è molto importante”. Sull’assistenza umanitaria, aggiunge il primo ministro, “c’è un lavoro molto importante che ci qualifica per la nostra umanità”. E alla domanda se a Gaza sia in corso “un dialogo tra sordi”, risponde: “Basta”.

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“Nessuna forzatura al Bari, atto doveroso”

Il presidente del Consiglio torna anche sul caso Bari: “Non avrei politicizzato questo tema. La decisione del governo dipende dalle richieste arrivate. Penso che fosse dovere del ministro Piantedosi inviare a Bari la commissione di accesso il giorno successivo ad un’indagine che aveva portato all’arresto di circa 100 persone. Era giusto. Le accuse rivolte a Piantedosi sono vergognose. La commissione ha lo scopo di verificare e non di sciogliere. È la stessa cosa che avrebbe fatto il governo rispetto a qualsiasi altro Comune. Non ci siamo imposti”.

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“L’amicizia con Salvini anche fuori dal lavoro”

“I rapporti con Salvini non sono affatto male. Spesso sulla stampa si scherza sulle ricostruzioni. Da quando è iniziata l’esperienza di governo ci siamo incontrati fuori dal lavoro. È nata un’amicizia”, dice ancora la Meloni, che poi scherza sulle partite di calcio di burraco con la compagna del vicepremier, Francesca Verdini: “Francesca gioca, gioca, ma io sono molto competitiva nelle cose, che si arrabbia moltissimo quando perde o quando gioca con qualcuno che gioca male.”

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