«Nessun grande chef mi ha chiamato. Per questo non vivrò a Milano (ma mi piacerebbe aprire una bancarella)” – .

«Nessun grande chef mi ha chiamato. Per questo non vivrò a Milano (ma mi piacerebbe aprire una bancarella)” – .
«Nessun grande chef mi ha chiamato. Per questo non vivrò a Milano (ma mi piacerebbe aprire una bancarella)” – .

DiAnna Gandolfi

Livornese, under 30, trionfa in tv dopo 6 anni da cameriera: «Ristoranti stellati? Cercano la disciplina, non è esattamente il mio punto forte. Resto a Firenze: voi milanesi non volete sporcarvi, ma io cosa farei senza il lampredotto?»

Hai portato i tuoi amici a fare un giro in Piazza del Duomo a Milano?
«Assolutamente no, non conoscevo quelli della foto…».

Eleonora Riso, si è imbattuta in una foto di gruppo?
«Esatto, erano ragazzi inglesi o americani. Loro sono turisti, anch’io sono un turista”.

L’intervista inizia da qui. Cioè dal post in cui Eleonora Riso, vulcanica vincitrice di Masterchef 13, ex cameriera, livornese con un’età ufficialmente non dichiarata (sembra che gli anni siano 27-28, ma lei si definisce “eterna. Non che la mia età è una cosa così interessante, ma ho cominciato a fare il misterioso per vedere l’effetto: mi diverte molto”), mette fine a uno slogan: “Non verrò a vivere a Milano”.

Chi ci ha già vissuto.
«In una residenza durante le riprese del programma: situazione particolare, non conta come curriculum».

Cominciamo da zero. Volevi vivere a Milano?
«Dopo aver finito Masterchef mi veniva chiesto a giorni alterni se il trasloco fosse in vista. In effetti ci stavo giocando con l’idea: Milano è la città delle opportunità di lavoro, in più sto passando tanto, troppo tempo in treno (la scorsa settimana sei ore andata e sei ore ritorno su 24). Allora ho fatto un budget: mi devo spostare oppure no?”.

Ed è tutto in quel post. Lui dice di no, per prima cosa, “perché sono pigro”.
“Molto pigro. È mezzogiorno e mi sono appena alzato: a mio favore c’è il fatto che ieri sera ho lavorato. In realtà la questione è più complessa…”.

Ha quindi stilato l’elenco dei pro – “quanto sono belli i pro” – e soprattutto dei contro rispetto all’ipotetica migrazione dal centro al nord. Un ironico flusso di coscienza in 12 punti che ha raccolto tantissimi like su Instagram. Spiega: «Sono pigra ed è un dato di fatto. Voglio dire, sia chiaro, ho provato a dirmi che era solo una sovrastruttura, che non sono proprio pigro, che se faccio liste di cose da fare, che mi dico che sono pigro solo per continuare ad essere pigro…” . E ancora: «Negli ultimi due anni ho fatto circa cinque traslochi, una lunga serie di barboni, permanenze brevi, permanenze lunghe. Ignaro di tutto questo, avevo una mezza idea di provare a trasferirmi a Milano…”. E invece. «E invece sono pigro». È davvero pigro. Così «a Milano farò solo il turista (da qui la foto con gli sconosciuti)». In mezzo c’è un ragionamento – dal costo dell’affitto allo smog, dal lampredotto ai genitori – che vale la pena approfondire.

I barboni: com’è andata?
«Prima di arrivare a Masterchef vivevo in campagna, a Santa Brigida. Mi sono trasferita a Firenze per amore, poi l’amore è finito e mi sono trovata praticamente buttata per strada: da un giorno all’altro dovevo trovare posto. Esco con gli amici, tra amici di amici. All’improvviso la cameriera direttrice del ristorante dove lavoravo mi offre la sua casa: carina! Ho esagerato un po’: ho invitato la gente, eccomi di nuovo a piedi, gettato in strada per la seconda volta. Più o meno qui inizia Masterchef ed Eleonora Riso arriva a Milano”.

Da dove risponde al telefono adesso?
«Da Firenze città. Vivo qui. L’idea di tornare al Milan c’era: è il posto cruciale se vuoi lavorare in tv”.

Ci sono anche grandi chef.
“Dopo la trasmissione nessuno mi ha chiamato.”

Ma veramente?
“Credo che cerchino la disciplina, non è esattamente il mio punto forte”.

C’è qualcuno con cui ti piacerebbe lavorare?
«Sicuramente farò esperienza e mi migliorerò alla scuola Alma. Adesso sono impegnato in altro (tra cui le presentazioni del libro “Laboratorio di sapori”, con le sue 80 ricette carinissime, per Baldini+Castoldi) e non c’è molto tempo».

Torniamo a ciò che la scoraggia dal cercare casa sotto la Madonnina. Pigrizia a parte, al numero uno annota: il trasloco.
“Mi fa venire la nausea solo a pensarci.”

Il cambio del guardaroba.
«Già dai miei genitori a Colle Salvetti ci sono resti di due migrazioni, dovrei raccogliere roba ovunque e portare a Milano vestiti eleganti, perché a Milano devi essere carina, fai i pierre. Non ne ho molti adatti allo scopo: basterebbero appena per due giorni”.

Il lampredotto.
«A Firenze è una specialità ma a Milano nessuno si sognerebbe di mangiare qualcosa che sia frattaglie. Non vuoi sporcarti. Cosa farei senza lampredotto?».

I genitori.
«Eleonora e Alessandro. Dove vado senza?”.

L’auto.
«Ho una Micra del 1997. Ho paura che non sopravviva al viaggio, tra l’altro è un euro meno di zero: non mi fanno entrare nelle Aree B e C, prenderei solo multe».

La bicicletta.
«Mi chiedo: è pericoloso andare in bicicletta a Milano? No, perché non ci va nessuno”.

Non è vero!
“È una giungla, mi dicono gli amici.”

Questo è semplice: affittare.
«L’altro giorno con mia sorella guardavo le offerte in città: un posto dove vorrei stare dove in 40 minuti al massimo puoi raggiungere tutto, con meno di 800 euro al mese non trovi nemmeno un buco . Conosco persone che sono state in condizioni impossibili, poi pian piano si sono sistemate. Sono nato operaio e rimango operaio: anche se un giorno guadagnassi tanti soldi, spendere 1.500 euro per affittare un bilocale in centro continuerà a sembrarmi impensabile».

Riscaldamento.
«Costa più che a Firenze e lo usi di più».

Le scarpe.
«Ne ho almeno quaranta paia, vorrei portarli tutti. Dove li metterei nell’ipotetico bilocale?

Lo smog.
«Non credo che ci sia bisogno di spiegazioni. Poi lo smog ti riempie di punti neri”.

Veniamo ad un classico: l’ansia. Lo scrive tutto maiuscolo.
«Ansia, gente, ansia. A Roma vado con calma, a Firenze ancora meglio. A Milano, però, sembra che tutti guardino Masterchef: mi riconoscono ovunque. Aiuto”.

Ha detto che soffriva della sindrome dell’impostore e non pensava di essere abbastanza brava per vincere nello show.
«Milano è la città delle pubbliche relazioni, quindi del confronto, dell’“essere iperperformanti”. Ci risiamo: che ansia”.

Sogni sempre di aprire una guesthouse con la tua cucina?
“SÌ. Sogno anche di poter viaggiare con il mio lavoro”.

Ha lavorato come cameriera.
«Per sei anni, al Cibrèo di Firenze ho imparato molto, anche a superare il problema dei clienti poco istruiti. Se non avessi fatto Masterchef sarei rimasto nel settore, puntando a risalire”.

Trovare personale per i ristoranti è diventato difficile?
«Il lavoro in sala ha perso appeal, è diminuito anche perché spesso è sottopagato da piccoli imprenditori che faticano a restare a galla. D’altronde i giovani danno poco valore alla professione, non la vedono come una destinazione. È un peccato, in generale: ho fatto per anni la cameriera con passione».

Ha scritto di ricette “molto deliziose”. Quale scegli a Milano?
«Riso saltato: permette di non sprecare».

Non abiterà lì, ma aprirebbe un ristorante qui?
«Vorrei aprire uno stallo. È un progetto che ho.”

Ha postato una foto con la maglia dell’Atalanta, è vero che vuole trasferirsi a Bergamo?
«Una foto ruffiana dopo l’Europa League. Diciamo così…”.


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16 giugno 2024

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