I 5 bonus e contributi per chi installa pannelli solari – .

I 5 bonus e contributi per chi installa pannelli solari – .
I 5 bonus e contributi per chi installa pannelli solari – .

Installare e utilizzare i pannelli solari è sempre una buona idea: per la sostenibilità ambientale, per migliorare la classe energetica della propria casa, per abbattere sensibilmente i costi della bolletta. E se mettere un pannello sul tetto può essere costoso per una famiglia, è anche vero che l’investimento iniziale può essere ammortizzato con alcuni contributi che permettono di risparmiare nell’installazione e nell’utilizzo dei pannelli solari, o comunque di recuperare parzialmente la spesa . Il vantaggio principale in questo ambito è il bonus fotovoltaico, che rientra nelle detrazioni casa. Ma diversi sono gli incentivi e i bonus sui pannelli solari attivi nel 2024. Proviamo a fare un po’ di chiarezza rivedendoli: ognuno ha i propri requisiti, le proprie modalità di candidatura e le proprie scadenze.

Il bonus fotovoltaico per i pannelli solari

Partiamo dal bonus fotovoltaico, un incentivo che permette di ottenere una detrazione fiscale del 50% sulle spese dedicate all’acquisto e all’installazione di impianti fotovoltaici, fino a un massimo di 96mila euro. Vale sia per le abitazioni indipendenti che per le parti comuni in contesto condominiale. In ogni caso l’impianto dovrà servire un edificio residenziale. Estendendo l’incentivo all’acquisto di batterie di accumulo (sistemi che permettono di accumulare l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici, rendendola disponibile in ogni momento), l’agevolazione favorisce un maggiore autoconsumo e una crescente indipendenza energetica, rendendo l’opzione fotovoltaica ancora più vantaggiosa. più attraente per le famiglie attente all’ambiente.

Secondo le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, il bonus fotovoltaico 50% è valido fino al 31 dicembre 2024 e prevede una suddivisione della detrazione in dieci rate annuali. Per la detrazione fiscale è sufficiente conservare la documentazione comprovante le spese di acquisto e realizzazione dell’impianto fotovoltaico. Non è necessaria una certificazione specifica dell’entità del risparmio energetico. Ed è fondamentale, però, inviare una comunicazione all’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) entro 90 giorni dalla conclusione o dal collaudo dei lavori. È possibile inviare eventuali correzioni dei dati fino alla presentazione della dichiarazione dei redditi 2024, garantendo maggiore flessibilità in caso di errori. Il pagamento delle spese, infine, deve avvenire tramite bonifico bancario o postale che specifichi dettagli come la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario e la partita IVA del destinatario.

Il superbonus al 70% e il reddito energetico per installare l’impianto gratis

Per l’anno in corso è attivo anche il superbonus 70%: permette di recuperare il 70% della spesa per l’installazione di impianti fotovoltaici, attraverso quattro rate annuali. L’incentivo si applica ai costi di installazione, con la possibilità di estenderlo agli interventi di efficienza energetica “trainanti”.

E il reddito energetico? Al momento è attivo solo in alcune regioni, ma consente l’installazione totalmente gratuita del sistema a famiglie con disagio economico ed energetico. Il bonus in questione consente ai beneficiari di ottenere un nuovo impianto fotovoltaico domestico grazie al Fondo reddito energia, che paga il servizio direttamente al produttore. Al beneficio si accede, ovviamente, tramite ISEE. L’energia prodotta deve essere utilizzata esclusivamente per l’autoconsumo. I destinatari sono le famiglie con ISEE inferiore a 15mila euro, oppure inferiore a 30mila euro con almeno 4 figli a carico.

Si tratta di un contributo in conto capitale previsto da un decreto 2023 del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con l’obiettivo di favorire la transizione energetica delle famiglie a basso reddito. Le risorse stanziate ammontano a 200 milioni di euro da ripartire negli anni 2024 e 2025, di cui 80 milioni di euro all’anno alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e 20 milioni di euro alle restanti regioni o province autonome.

L’impianto fotovoltaico installato deve rispettare i requisiti tecnici definiti dal regolamento del fondo: deve avere una potenza nominale non inferiore a 2 kilowatt (kW) e non superiore a 6 kilowatt. Se soddisfano i requisiti, ogni soggetto potrà presentare una sola domanda di agevolazione attraverso l’apposita piattaforma messa a disposizione dal GSE (il gestore dei servizi energetici), e potrà beneficiare dell’incentivo una sola volta. Le domande vengono esaminate secondo l’ordine cronologico di presentazione.

Ritiro dedicato e IVA ridotta al 10%

Non è finita qui. Esiste la possibilità del cosiddetto “ritiro dedicato”, che offre la possibilità di vendere l’energia in eccesso “non autoconsumata” all’energy manager, con un compenso specifico per ogni kilowattora (kWh) immesso in rete. Si tratta di un’opzione che rimane valida finché l’impianto fotovoltaico è in funzione, garantendo un costante guadagno dal surplus energetico. Per attivare questo servizio è necessario stipulare uno specifico contratto, cosiddetto “contratto di ritiro dedicato”: ha la durata di un anno solare, con possibilità di recesso inviando la disdetta dal portale informatico del GSE almeno 60 giorni prima della data in cui si desidera concludere l’accordo.

Infine, per l’installazione di impianti fotovoltaici l’aliquota Iva è ridotta al 10% per le case esistenti e al 4% per le prime case. L’agevolazione si applica a tutte le componenti dell’impianto e alle fasi di progettazione, compresi pannelli, inverter, batterie di accumulo e servizi connessi.

Fonte: Today.it

 
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