Truppe russe e americane a poche decine di metri, nella stessa base militare. Succede in Niger, dove è secondo Reuters nelle ultime ore “personale militare” proveniente da Mosca sarebbe entrato in una base aerea del Niger che ospita truppe americane. La base aerea 101 si trova accanto all’aeroporto internazionale Diori Hamani di Niamey, ed è stata costruita dalle stesse forze americane nel 2021 con un costo stimato di oltre 100 milioni di dollari. Obiettivo: ospitare il contingente americano impegnato a fianco del governo del Niger nella lotta contro le fazioni ribelli del Paese: in primis lo Stato Islamico e un altro gruppo islamista affiliato ad Al Qaeda, Jama’at Nusrat al-Islam wal Muslimeen. È un peccato che tutto sia cambiato l’estate scorsa dopo il colpo di stato militare che ha spodestato il presidente eletto Mohamed Bazoum, al cui posto si è insediato il generale Abdourahamane Tchiani. Non è un mistero che militari e nuovi governanti guardino con interesse alla cooperazione con la Russia (oltre che con la Cina), decisamente meno con i Paesi occidentali. Fino alla rottura esplicita con Washington della settimana scorsa: la giunta di Niamey ha chiesto agli Usa di ritirare il contingente (circa mille soldati) di stanza nel Paese a seguito di «divergenze su questioni relative ai progressi nella transizione del Paese verso un sistema democratico», secondo il diplomatico ricostruzione della Casa Bianca. Ora, ancor prima che i soldati americani abbiano lasciato il Paese, i loro “colleghi russi” hanno cominciato ad arrivare alla loro base aerea.
Rischi per la sicurezza e rassicurazioni del Pentagono
“La situazione non è certo ottimale, ma nel breve termine è gestibile”, ha rassicurato questa mattina una fonte americana, parlando ancora a Reuters, spiegando che i soldati russi hanno preso il controllo di un hangar separato dalla zona dove si trovano i soldati americani. Ne ha parlato lo stesso segretario alla Difesa Lloyd Austin in una conferenza stampa a Honolulu, nelle Hawaii, confermando la ricostruzione “rassicurante”: “I russi si trovano in un compound sperato e non hanno accesso alle forze americane né ai nostri equipaggiamenti”. Ma la vicinanza dei due contingenti militari in una fase internazionale di alta tensione tra le due ex superpotenze – già ad un passo dallo scontro diretto in Ucraina e ai ferri corti su tanti altri dossier internazionali – fa sicuramente più di un brivido nello Stato. Dipartimento e al Pentagono, dove sono attualmente allo studio scenari per garantire la sicurezza delle truppe. “Sono sempre molto attento alla questione, ma al momento non vedo un problema significativo per la protezione delle nostre forze”, ha minimizzato Austin. Non è chiaro quanti soldati russi siano entrati nella base aerea, né quanti soldati americani e altro equipaggiamento militare siano presenti, considerando che dopo il colpo di stato dello scorso luglio i comandi militari avevano deciso di spostare parte delle forze in un’altra base, l’Airbase 201. Resta il pessimo segnale diplomatico-militare per gli Usa, che già nei giorni scorsi avevano dovuto ritirare le proprie truppe dal Ciad. Il Cremlino, dal canto suo, esulta per la “sostituzione” del presidio militare in Niger: «Stiamo sviluppando i nostri rapporti in tutti i settori, compresa la difesa, con diversi Stati africani. Loro sono interessati a questo, e lo siamo anche noi”, ha commentato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov.
Foto di copertina: Un generale nigeriano arringa la folla durante una manifestazione che chiede il ritiro delle truppe statunitensi dal paese – Agadez, 21 aprile 2024 (EPA/ISSIFOU DJIBO)
