Felicia Kingsley vende più di 2 milioni di libri: ‘Non chiamatemi guru’

Felicia Kingsley vende più di 2 milioni di libri: ‘Non chiamatemi guru’
Felicia Kingsley vende più di 2 milioni di libri: ‘Non chiamatemi guru’

Alla Fiera del Libro la coda per una sua firma ha raggiunto quasi le sette ore. È l’autrice più letta del 2023. E qui spiega il motivo del suo enorme successo

Per lei, Felicia Kingsley, ci sono state 7 ore di coda alla Fiera del Libro. Chi ha aspettato così a lungo cosa voleva dirle? «“Accidenti, questo romanzo parla di me”. E la passione dei lettori è importante, il lavoro di uno scrittore è estremamente solitario”.

Il motivo del suo successo, secondo te? «Non mi vergogno di dire che il mio è un lavoro di intrattenimento, come lo è il teatro. Credo che possa darti la stessa sensazione che provi un venerdì sera alle 18.30. L’impressione di tutto è possibile.”

Le sue sono storie d’amore, molto apprezzate dai più giovani. «Credo che per loro sia una scelta quasi spontanea. Pensiamo ai programmi di letteratura nelle scuole: sono molto orientati verso autori che hanno affrontato l’amore nella loro poesia. Orlando furioso perde la testa perché Angelica si è innamorata di qualcun altro. Nel’Iliade e nelOdisseal’amore fa sempre parte del programma.

Valentina Romani, da “Mare Fuori” al primo libro – Aspetto

Ha un enorme successo, ma si definisce una “mediodonna”. «Nel senso che in tutto quello che faccio lo faccio “mediamente”. Non sono un guru di niente, non sono un’eccellenza. Ma cerco sempre di darci la mia interpretazione. Accetto i miei limiti.”

E quali sono i suoi limiti? «Sono pigro, se fossi una persona un po’ più costante e disciplinata riuscirei a scrivere senza arrivare alla scadenza con l’acqua alla gola, situazione in cui mi trovo adesso».

Sei pigro quando hai già scritto 14 libri? «Procrastino molto, ricevo email che lascio vegetare…sì, va bene, ma fallo più tardi.

Non sorridi quando pensi a tutti gli scrittori che tirano avanti e vendono un decimo? «Guarda, ognuno ha il suo carattere. Sono una persona molto estroversa, molto estroversa. Tendo a prendermi in giro il più delle volte, quando faccio storie su Instagram capita che ho il turbante perché mi sono appena lavata i capelli, o che ho una maschera sul viso: sono come sono. Non voglio dare a tutti i costi un’immagine seria e composta dell’autore.”

Utilizza molto i social media per lavoro. «Sono il passaparola di una volta, ma raggiungono molte più persone. Hanno aiutato molto romanza e il Salone. I social avevano cominciato a parlarne mesi prima. L’essere umano è imitativo e, nel bene e nel male, vuole esserci, non essere escluso da qualcosa di bello»

Sellerio, dove nacque Montalbano – Aspetto

Abbattendo gli stereotipi, adoro Ken Follett. «Vi sfido a trovare un libro di Follett in cui non ci sia una storia d’amore».

Ha letto anche Stephen King. «Nel mio inquietante periodo horror risalente al liceo. Adesso l’ho perso per strada, lo confesso”.

Leggeva King e scriveva romance. «Scrivo da quando avevo 12 anni. Dobbiamo sfatare il mito che un autore di romanza appena letto romanza anche perché, ripeto, le storie d’amore si trovano praticamente ovunque. Kay Scarpetta è un medico legale, ma portiamo con sé la sua storia con Benson.

Perché non ci sono uomini che scrivono romance? “Esistono ma fanno finta che non sia così.”

Da bambina pensava di avere una vita come tutti noi, immagino. «Sai cosa ti dico? È bello non aspettarsi nulla, quello che viene dopo è sempre positivo. Sicuramente è una grande soddisfazione perché da ragazzina, nei gruppi di amiche, ero quella che non veniva mai ascoltata, la cui proposta veniva scartata. E l’ho sentito.

Un esempio? «Se Tizia chiedeva consiglio a me e a Caia, lei ascoltava sempre Caia, il mio consiglio era sbagliato e così arrivi a un certo punto in cui ti chiedi: è possibile che quello che dico non abbia mai valore per nessuno? Cos’è che mi rende una persona inaffidabile? Quindi vedere oggi che quello che faccio piace, che ci sono persone che mi dedicano qualche ora della loro vita, mi rende felice. Non la vedo come una redenzione, perché non sentivo di aver bisogno di alcuna redenzione. Ma mi dico: allora non è che tutto quello che propongo sia una stronzata».

Per la cronaca: i libri di Felicia Kingsley, colei che faceva stupidaggini alle amiche, hanno venduto complessivamente 2 milioni e 700mila copie.

Lavinia Capritti

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