LEGGI PERICOLOSAMENTE di Azar Nafisi (Adelphi) – .

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“Leggere pericolosamente. Il potere sovversivo della letteratura in tempi difficili” di Azar Nafisi (Adelphi, 2024 – traduzione di Anna Rusconi)

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di Anna Retini

Non hai mai letto “Leggere Lolita a Teheran”? Cattivo. Non conosci Azar Nafisi? Molto brutto. Non preoccuparti. C’è sempre tempo per sistemarlo. Magari potresti farlo partendo dalla lettura di “Leggere Pericolosamente. Il potere sovversivo della letteratura in tempi difficili”. Perché, ammettiamolo (diciamocelo), non possiamo che essere d’accordo: i tempi che stiamo vivendo sono difficili. Inoltre. Molto difficile.
Azar Nafisi, dunque. Vuoi sapere chi è? (per chi non lo sapesse, ovviamente).
Ecco una breve minibiografia.
Azar Nafisi, figlia di Ahmad Nafisi, ex sindaco di Teheran, e Nezhat, prima donna eletta al parlamento iraniano, inizia i suoi studi in Inghilterra all’età di 13 anni e prosegue negli Stati Uniti, laureandosi in letteratura inglese e americana. Ritornata in Iran, ha insegnato letteratura anglo-americana all’Università di Teheran per 18 anni, finché non è stata espulsa a causa delle restrizioni imposte dal governo dell’Ayatollah. Successivamente, ha continuato a insegnare quasi clandestinamente a un piccolo gruppo di studenti, come descritto nel suo best seller “Reading Lolita in Tehran”. Da qualche anno hai ripreso l’insegnamento universitario, ma non nella Capitale. Nel 1997 si è trasferita negli Stati Uniti con il marito e i due figli, dove ha ottenuto un incarico di insegnante presso la School of Advanced International Studies della Johns Hopkins University di Washington.
Abbiamo già accennato al sottotitolo di questo libro. Ma il titolo? Ti fa pensare. Almeno. “Leggere pericolosamente”. Domanda: Cosa significa leggere pericolosamente? Altra domanda: che rapporto c’è tra lettura e pericolo?
Riflettiamoci, provando a entrare tra le pagine di questo libro.
“Leggi pericolosamente. Il potere sovversivo della letteratura in tempi difficili” di Azar Nafisi (Adelphi, Traduzione di Anna Rusconi) è innanzitutto un’opera che colpisce per la sua profondità e attualità. Attraverso una serie di lettere al suo defunto padre, Nafisi intreccia magistralmente narrativa autobiografica, critica letteraria e riflessione filosofica, offrendo una potente meditazione sul ruolo della letteratura nel resistere all’oppressione e nel promuovere la comprensione umana.
Nafisi, autrice già acclamata (come già accennato) per il successo di “Reading Lolita in Tehran”, non si limita a ripercorrere le sue esperienze personali sotto il regime autoritario iraniano e come immigrata iraniano-americana. Con la sua penna vibrante e perspicace, analizza opere di autori classici e contemporanei come Salman Rushdie, Toni Morrison, David Grossman e Ta-Nehisi Coates, mostrando come la letteratura possa far luce su questioni universali di giustizia sociale, identità e libertà.
L’autore non ha paura di affrontare temi caldi e controversi, dalla discriminazione razziale all’estremismo religioso. Di più: attraverso le sue riflessioni, Nafisi ci invita ad affrontare le ingiustizie del mondo e a trovare il coraggio di lottare per un futuro più giusto e compassionevole.
Diciamolo. “Reading Dangerously” non è solo un libro sulla letteratura, ma è un invito all’azione. Nafisi ci ricorda che la letteratura ha il potere di sovvertire le nostre convinzioni, aprirci a nuove prospettive e ispirarci a diventare agenti di cambiamento positivo.
Quello di Azar Nafisi è un messaggio in bottiglia che naviga nelle acque turbolente degli anni ’20 di questo nuovo millennio. E, in un mondo sempre più diviso e incerto, è un messaggio di fondamentale importanza.
Sta a voi, sta a noi, recuperarlo e leggerlo; perché se ci pensi, forse, il pericolo più grande è rappresentato da non leggere.

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La descrizione del libro: “Leggere pericolosamente. Il potere sovversivo della letteratura in tempi difficili” di Azar Nafisi (Adelphi, 2024 – traduzione di Anna Rusconi)

“Finché possiamo immaginare, siamo liberi”, ha detto David Grossman. Ma – si potrebbe obiettare – non è questo un lusso riservato agli scrittori? In altre parole: la letteratura ha un reale potere sulla nostra vita quotidiana?

Le cinque lettere che Azar Nafisi ha indirizzato a suo padre tra il 2019 e il 2020, proseguendo un dialogo che la sua morte non ha interrotto, sono la risposta più convincente a questa domanda cruciale. Mentre attorno a lei, anche negli Stati Uniti, la realtà si fa sempre più allarmante – dall’emergere delle tendenze totalitarie alla pandemia di Covid-19 – e l’indignazione e l’angoscia sembrano travolgerla, Azar Nafisi torna a immergersi nei libri che più amava, e ci mostra, intrecciando racconto autobiografico e riflessione sulla letteratura, come Salman Rushdie e Zora Neale Hurston, David Grossman e Margaret Atwood, e altri, l’abbiano accompagnata nei momenti più difficili, come veri e propri talismani. E le hanno aperto, con la loro multivocalità, prospettive inaspettate: insegnandole, ad esempio, a dubitare della soffocante dicotomia tra aggressore e vittima; vedere nell’odio e nella rabbia, apparentemente capaci di conferire identità, una via di fuga dal dolore – capire che le grandi opere letterarie sono davvero pericolose, poiché smascherano ogni impulso tirannico, fuori e dentro di noi. Allora leggerli pericolosamente significa accogliere l’inquietudine e il desiderio di conoscenza che ci regalano.

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Azar Nafisi su Adelphi ha pubblicato: Leggendo Lolita a Teheran (2004), Le cose che non ho detto (2009), La repubblica dell’immaginazione (2015), Quell’altro mondo. Nabokov e l’enigma dell’esilio (2022) e Leggi pericolosamente. Il potere sovversivo della letteratura nei momenti difficili (2024).

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