da Varenne a Di Nardo, storie di cavalli mitici e conducenti speciali – .

da Varenne a Di Nardo, storie di cavalli mitici e conducenti speciali – .
da Varenne a Di Nardo, storie di cavalli mitici e conducenti speciali – .

Il vero sogno si è avverato il 1 maggio. Festa dei lavoratori e festa di Antonio Di Nardo: “Vincere al Lotto, per un napoletano, è come toccare il cielo con un dito”, le dolci parole con gli occhi bagnati di lacrime, accarezzando la sua Posta maiuscola. La stessa gioia che aveva provato suo fratello Gaetano, trionfatore nel 2010. Storie straordinarie di famiglie speciali raccontate nell’ultimo libro di Franco Esposito, inviato a sei Olimpiadi, giornalista e scrittore che sa spaziare tra ogni disciplina con invidiabile maestria: “Come è bello andare a cavallo” (edito da Absolutely Free ), prefazione di Pier Luigi D’Angelo che presiede gli ippodromi napoletani e quindi gestisce Agnano. Sottotitolo: “Mitici cavalli e conducenti dalle mani d’oro, da Varenne a Tonino Di Nardo”. Trent’anni di trotto che sembrano un romanzo, aneddoti e curiosità su un mondo magico che nonostante la crisi ha stretto i denti e rialzato la testa. Dall’attuale rivalità tra Di Nardo (conosciuto da tutti come “Tony Young”, quest’anno alla sua quarta Golden Whip) e Alessandro Gocciadoro (re della Lotteria nel 2022 e 2023 su Vernissage Grif) fino alla leggenda Varenne, appunto.

emozioni

Il volume inizia proprio là dove è venuto al mondo il più grande di tutti, l’allevamento Zenzalino di Copparo (Ferrara): “Nato da un parto complicato, il brutto anatroccolo è poi diventato cigno grazie all’intuizione dell’autista romano Giampaolo Minnucci”. Sono commoventi i capitoli dedicati al “Capitano” (e al titolare Enzo Giordano, all’allenatore Jori Turja) che tutti vorremmo rivedere in pista. Come nel ricordo di Amérique 2001, il prestigioso classico parigino di gennaio: “Benvenuti al gelo. Varenne è incantevole con queste temperature. E il nuovo ma profondo amore per il cavallo italiano scalda i cuori e i corpi di diecimila italiani sugli spalti dell’ippodromo situato nel dodicesimo arrondissement e nel cuore di una spettacolare foresta. Operativo dal 1863, può ospitare fino a ottantamila spettatori. Ma ce n’erano molti altri ai mega concerti dei Pink Floyd e di Michael Jackson. Una parte dello stabilimento è occupata da italiani. Bandiere, sciarpe tricolori, canti e grida, ci siamo per Varenne. Diecimila voci pronte a cantare il delirio italiano, se il dio delle corse dei cavalli vorrà. E così lo vuole, non c’è quasi fretta. Domina Varenne, uno spettacolo sensazionale e indimenticabile, l’affollata competizione francese schiacciata lungo i 2700 metri del percorso che resta complicato, difficile, richiedendo uno sforzo notevole fatto di continui cambi di ritmo. Varenne le fa tutte nere, color antracite, proprio come la superficie della pista dell’ippodromo”. Un successo che si ripeterà nel 2002, una tra tante altre perle regalate dal trottatore che deve il suo nome a… Parigi: rue de Varenne è l’indirizzo dell’Ambasciata italiana in Francia. Nelle parole di Albert Einstein, la cui citazione appare sul retro della copertina del libro: “Non puoi amare un’auto come un cavallo. Il cavallo ci fa provare emozioni che le macchine non possono darci.”

 
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