Trasporti sullo Stretto di Messina, cosa è cambiato negli ultimi 12 anni? Poco o niente – .

Dal 16 novembre 2011 al 21 dicembre 2012. Il governo Monti è in carica da poco più di un anno, giusto in tempo per sospendere l’iter del progetto del Ponte sullo Stretto, stanziando 300 milioni per il pagamento delle sanzioni.

Da allora, prima di quello attuale, si sono succeduti tre governi Pd (Letta, Renzi, Gentiloni), due governi 5 Stelle (Conte, il secondo con il sostegno Pd) e il governo Draghi (coalizione con Pd e 5 Stelle). In pratica, il Partito Democratico è stato al governo per otto anni (da aprile 2013 a luglio 2022, escluso giugno 2018-agosto 2019, guidato dai 5 Stelle), mentre il Partito 5 Stelle è stato al governo per quattro anni (da giugno 2018 a luglio 2022).

Governi Pd e 5 Stelle

Cosa è cambiato in otto anni di governo Pd e quattro anni di governo 5 Stelle? Non tanto. È stata parzialmente rinnovata la flotta navale, con le nuove Trinacria, Sikania e Iginia (quest’ultima per il trasporto ferroviario), ed è stato migliorato il servizio per la mobilità pedonale, con gli aliscafi ora teoricamente in coincidenza con i treni. Teoricamente perché non mancano i casi in cui le coincidenze falliscono.

Ma quanto tempo ci è voluto per attraversare lo Stretto di Messina nel 2012 e quanto nel 2024? Lo stesso. Circa un’ora di macchina in bassa stagione, che diventa due o tre in alta stagione, circa due ore (ma anche due ore e mezza) di treno.

Minimizza il problema

I partiti contrari alla grande opera fanno a gara per sminuire il problema: le code di tre ore in macchina durano solo pochi giorni all’anno, ed è vero, dimenticando che in totale assenza di code, a qualsiasi ora del anno, è molto difficile passare dall’autostrada siciliana a quella calabrese in meno di un’ora e che molte altre volte (basta trovare coda o semplicemente perdere una nave) possono volerci fino a due ore.

Sottolineando, al contrario, i lunghi tempi necessari per andare (in treno, non in auto) da Siracusa a Trapani, come se ci fosse un grande scambio di mobilità tra due città distanti tra loro circa 400 chilometri e come se un’opera escluso l’altro. Sono infatti in corso i lavori sulle ferrovie. I lunghi tempi interni alla Sicilia sono uno scandalo, quelli tra Sicilia e Calabria no, quelli vanno bene.

Nel 2023 i treni impiegano ancora in media due ore, anche due ore e mezza, per attraversare lo Stretto. Se questo ti sembra normale… E cosa è stato fatto per risolvere (o almeno mitigare) questo problema? Un sacco di niente.

L’annuncio

Anzi, sì, un annuncio: «Dall’estate 2022 i tempi dei traghetti saranno dimezzati, da due ore a un’ora». Il governo Draghi ha concluso la sua corsa il 21 luglio 2022, senza portare a termine ciò che aveva promesso.
I primi test dei treni a batteria si terranno nel dicembre 2023, in attesa della messa in servizio. Se i tempi dei traghetti ferroviari venissero effettivamente dimezzati sarebbe una buona notizia ma non decisiva. Innanzitutto perché un’ora è sempre un tempo lungo e poi perché riguarderebbe solo gli Intercity, treni lenti, mentre la maggioranza dei messinesi (gli altri siciliani sono costretti a viaggiare quasi esclusivamente in aereo) continuano a spostarsi in combinazione con aliscafo e frecce, per raggiungere in tempi umani le città del centro nord Italia.

In auto tempi destinati ad aumentare

Per quanto riguarda gli orari dei traghetti, invece, c’è poco da fare. Anzi, sono destinati addirittura ad aumentare perché, secondo i piani, la rada San Francesco verrà chiusa e tutto il traffico sarà spostato sul porto di Tremestieri (i lavori dovrebbero riprendere ad aprile), con grandi benefici per Messina (che vedrà il centro cittadino liberato e potrà recuperare una porzione importante affacciata sul mare) ma con l’aumento dei tempi dei traghetti fino a 50 minuti, che diventano un’ora e mezza considerando i tempi morti tra imbarco e sbarco.

 
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