Pasqua 2024. Il rito della lavanda dei piedi del vescovo nel carcere di Terni – .

Pasqua 2024. Il rito della lavanda dei piedi del vescovo nel carcere di Terni – .
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La celebrazione della messa in Coena Domini, il Giovedì Santo, è stata presieduta da mons. Francesco Antonio Soddu all’interno del carcere di Terni, ed è il secondo anno che avviene.

La messa è stata concelebrata dal cappellano del carcere don Massimo Lelli, dal diacono Ideale Piantoni, alla presenza del magistrato di sorveglianza Fabio Gianfilippi, del direttore del carcere Luca Sardella, del comandante della Polizia Penitenziaria Fabio Gallo, dei volontari, formatori e operatori che si impegnano in carcere.

Durante la celebrazione il vescovo ha ripetuto il gesto della lavanda dei piedi a dieci prigionieri.

«In questa celebrazione ricordiamo l’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena – ha detto mons. Soddu ai prigionieri –. Ultimo ma primo, perché è l’inizio di qualcosa che coinvolge tutti e che si ripete sempre: il servizio reciproco, la donazione della vita gli uni per gli altri. Da questo dono nasce ciò che sogniamo sempre: la liberazione e la pace. Nella misura in cui lasciamo entrare Gesù nel nostro cuore, la nostra vita si trasforma e rinasce. Chiediamo al Signore la capacità di essere disponibili ad accoglierlo nel nostro cuore e a portare nella nostra esistenza Lui, che ha dato la sua vita per noi, affinché noi diventiamo capaci di donarla agli altri.

Il gesto della lavanda dei piedi non è un gesto di cortesia, ma è un gesto profondo di donazione, un gesto d’amore. E tutti abbiamo bisogno di gesti d’amore. Se manca l’amore non rimane più nulla nella vita, ma solo odio, sopruso, conflitto. Seguendo gli insegnamenti del Vangelo apparirà quel senso profondo di pace e di riconciliazione di cui tutti abbiamo bisogno, abbandonando l’egoismo, l’egocentrismo e ciò che appesantisce la vita, per poter farci prossimi dei doni che Gesù ci dona e aprirci alla speranza, perché ciò che è morto dentro di noi, con l’aiuto di Gesù, può rinascere a vita nuova”.

Al vescovo è stata donata una croce pettorale realizzata dai detenuti di Casal del Marmo e Rebibbia nell’ambito del progetto Croce della Speranza promosso dall’Ispettorato Generale dei Cappellani, per tutti i vescovi impegnati nella pastorale carceraria.

 
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