La mostra (non blasfema), le accuse, l’artista accoltellato: cosa è successo – .

L’impensabile è accaduto questa mattina, poco dopo le 11, nell’ex chiesa di Sant’Ignazio di Carpi (Modena), sede del Museo Diocesano. Quando uno sconosciuto ha pugnalato al collo l’artista Andrea Saltini, autore dell’operala mostra “Gratia Plena” allestito nel palazzo ed è da giorni al centro di polemiche perché considerato blasfemo da alcuni siti tradizionalisti. L’aggressore è entrato nell’ex chiesa indossando una maschera e ha iniziato a fare danni uno dei lavori con un coltello, imbrattandolo di vernice spruzzato con una bomboletta spray. Saltini ha tentato di fermarlo, ma l’uomo ha reagito pugnalandolo al collo. L’artista è stato portato in ospedale non sarebbe in gravi condizioni. L’aggressore è poi fuggito. Sul posto sono immediatamente intervenuti gli uomini della Digos e la polizia scientifica, che hanno rinvenuto anche una parrucca.

A poche settimane dall’inaugurazione, il 2 marzo al Museo Diocesano di Carpi, “Gratia Plena” ha ricevuto critiche e accuse di blasfemia. Non solo: a metà marzo lo era ha presentato denuncia alla Procura di Modena “contro” il vescovo monsignor Erio Castellucci, l’artista stesso e i curatori della mostra, don Carlo Bellini e Cristina Muccioli, «per oltraggio alla religione cattolica, blasfemia ed esposizione di immagini blasfeme in luogo sacro con annessa richiesta di sequestro dei quadri osceni dove sono rappresentati Gesù e Maria in atti sessuali». Lunedì scorso la procura ha chiesto l’archiviazione del fascicolo: secondo il pm Giuseppe Amara si tratta di «opere riconducibili all’attività di un artista, frutto di una sua elaborazione che, gradevole o meno, costituisce una libera manifestazione di pensiero, peraltro suscettibile di diverse interpretazioni da parte fruitore delle opere e non espressione di gratuito disprezzo verso la confessione religiosa”. La Procura ha precisato che è “anche possibile che il significato attribuito sia diverso da quello offensivo, come percepito dagli esponenti”.

Andrea Saltini, “Natanaele… un israelita in cui non c’è menzogna (Gv 1,47)”, 2024 – CsArt/Museo Diocesano di Carpi

Anche la diocesi di Carpi ha respinto nei giorni scorsi le accuse, definendo i commenti «irrispettosi e non rilevabili quando si guarda correttamente le opere. Quanto ai giudizi, o pregiudizi – rileva sempre la diocesi – secondo cui alcuni dipinti esposti riproducono immagini blasfeme o irriverenti, pur rientrando nella libera circolazione delle opinioni, nonché irrispettosi nei confronti del percorso intrapreso dall’artista e anche da parte dei promotori, tutto questo non si vede guardando le opere in modo corretto, documentato e con occhio lucido.” Oggi la diocesi ha espresso solidarietà all’artista, augurandogli una pronta guarigione e impegnandosi a fornire la massima collaborazione nello svolgimento delle indagini.

In cosa consiste la mostra?

Il Museo diocesano “Cardinale Rodolfo Pio di Savoia”, allestito nell’ex chiesa di Sant’Ignazio, ha inaugurato il 2 marzo la mostra “Gratia plena”, personale del pittore Andrea Saltini. Le opere di grandi dimensioni sono una ventinaper lo più creati per l’occasione. I soggetti sono di ispirazione religiosa, l’artista non è credente: non si tratta quindi di “arte sacra”, ma di un’arte che si interroga, e interroga chi osserva, sul sacro e sullo spirituale partendo da riferimenti biblici e cristiani. temi. Una mostra nata non per caso, e non solo perché Saltini non è nuovo a queste tematiche ma perché frutto di un confronto con l’artista nel clima del cammino sinodale.

Andrea Saltini, “INRI – San Longino”, 2024 – CsArt/Museo Diocesano di Carpi

Come scrive don Carlo Bellini, vicario episcopale per la pastorale, nella prefazione al catalogo, «la spiritualità può essere legata a una religione ma essere anche una spiritualità senza Dio, come espressione naturale della maturità umana. Mi piace la sintesi del sociologo Luigi Berzano secondo cui la spiritualità è un sistema di significati che rende plausibile per un individuo la propria biografia. Se osserviamo le opere di Andrea Saltini dobbiamo riconoscere che sono intrise di spiritualità.” E l’artista stesso spiega, sempre in catalogo, che «la religione è spiritualità accompagnata da rigore, credo, e sì, ci impone. Per me, comprendere una lotta, con l’idea di fede, libera quella fessura di dubbio che attraversa tutte le religioni più credibili. È quel conflitto con la nozione di divino che sta alla radice, al cuore della mia creatività”. Il lavoro di Saltini è figurativo, caratterizzato da una riflessione sulla costruzione iconografica, formulata attraverso accostamenti sorprendenti e mai gratuiti. Come sottolinea giustamente Don Bellini, “queste opere commuovono, chiedono riflessione, istruiscono l’emozione a mettersi in gioco anche perché i titoli attivano una memoria iconografica che viene subito colta di sorpresa”.

Le accuse, la risposta della diocesi, la denuncia depositata

Un paio di giorni dopo appare online un articolo che punta il dito contro una mostra blasfema nella chiesa, con dipinti a carattere sessuale. Parte un mailbombing contro la curia, il caso si sparge online e sulle pagine dei giornali che non vedono l’ora di scaldare il brodo di sesso e Chiesa, arriva anche ai blog fanatici esteri. Arriva a breve la risposta della diocesi: «Centinaia di persone hanno partecipato all’evento inaugurale e al primo giorno di apertura. Un segno inequivocabile di interesse per questa proposta culturale di dialogo tra Chiesa e arte contemporanea iniziata lo scorso giugno con il discorso di Papa Francesco agli artisti. Un testo la cui lettura è caldamente consigliata a chiunque si avventuri in questa materia senza pregiudizi e animato da un sincero desiderio di confronto.” Quanto ai “giudizi (o pregiudizi)” su dipinti blasfemi o dissacratori, “pur rientrando nella libera circolazione delle opinioni (…) nulla di tutto ciò è rilevabile a fronte di una visione corretta, documentata e lucida delle opere (vedi fra Cristoforo nei Promessi sposi “omnia munda mundis” “tutto è puro per i puri” citando San Paolo, Tt 1,15)».

Andrea Saltini, “Pescatore di uomini (ascensione di Pietro)”, 2023 – CsArt/Museo Diocesano di Carpi

Ma non è ancora abbastanza. Arriverà a metà marzo ha presentato denuncia alla Procura di Modena “contro” il vescovo monsignor Erio Castellucci, l’artista stesso e i curatori della mostra, don Carlo Bellini e Cristina Muccioli, «per oltraggio alla religione cattolica, blasfemia ed esposizione di immagini blasfeme in luogo sacro con annessa richiesta di sequestro dei quadri osceni dove sono rappresentati Gesù e Maria in atti sessuali». E proprio lunedì scorso il pubblico ministero chiede l’archiviazione del fascicolo: secondo il pm Giuseppe Amara si tratta di «opere riconducibili all’attività di un artista, frutto di una sua elaborazione che, gradevole o meno, costituisce una libera manifestazione di pensiero, peraltro suscettibile di diverse interpretazioni da parte fruitore delle opere e non espressione di gratuito disprezzo verso la confessione religiosa”. La Procura precisa che è “anche possibile che il significato attribuito sia diverso da quello offensivo, come percepito dagli esponenti”.

«Vogliamo esprimere la nostra massima solidarietà all’artista Andrea Saltini, autore della contestata mostra esposta nella Chiesa di Sant’Ignazio di Carpi, per il folle e ingiustificabile attentato subito oggi nei pressi della mostra» la posizione assunta da Antonio Brandi, presidente Di Pro Vita & Famiglia Onlus, che fu tra i primi a contestare la scelta di esporre in un luogo sacro “opere esteticamente irrispettose del sentimento religioso popolare”: “Quella protesta, come confermano le proteste degli stessi fedeli della diocesi e una petizione sottoscritta da oltre 30mila persone, non non può giustificare in alcun modo – prosegue la nota – alcun tipo di violenza personale, che deve ricevere la più dura condanna sociale e sanzione penale. Ci rammarichiamo che una vicenda che avrebbe potuto essere superata molto tempo fa con l’uso di un po’ più di buon senso abbia generato queste conseguenze ripugnanti”.

Il significato di “blasfemia”

Il dizionario Treccani riconosce in «devoto, ossequioso, pio» il contrario di «blasfemo». Va detto che molte immagini devote, ossequiose e pie risultano molto poco ortodosse, se proprio volessimo analizzarle a fondo. Le teorie di Saltini, accettate nel loro processo paradossale, hanno un rigore teologico sorprendente. Prendiamo i dipinti dal titolo Grazie plena. Riprendendo l’impresa di Sant’Anna per il Museo dello Splendore di Giulianova, qui il tema della verginità di Maria è osservato in modo controintuitivo come un’anamnesi tagliente e violenta che mette a nudo e sviscera, come un abuso, il mistero. Un perfetto ritratto dei censori della blasfemia. Il desiderio espresso da Futuro un mese fa, quando la mostra ha aperto i battenti, è stato il rumore a contribuire al successo della mostra. Ora si estende al suo autore, nella speranza che si riprenda presto da quello che purtroppo è un prevedibile risultato di quel tumulto.

Andrea Saltini, 'Paraclito', 2024

Andrea Saltini, “Paraclito”, 2024 – CsArt/Museo Diocesano di Carpi

Andrea Saltini, 'San Giovanni detto il Battista', 2024

Andrea Saltini, “S. Giovanni detto il Battista”, 2024 – CsArt/Museo Diocesano di Carpi

 
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