“Cantos e contos”, il canto a tenore incontra i sardi dei circoli di Piacenza e Marchirolo La Nuova Sardegna – .

“Cantos e contos”, il canto a tenore incontra i sardi dei circoli di Piacenza e Marchirolo La Nuova Sardegna – .
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Piacenza Due convegni-concerto hanno animato i club sardi di Piacenza e Marchirolo. Al concerto classico, infatti, si è aggiunta la presenza di un relatore, l’etnomusicologo Bustianu Pilosu, che raccontò il canto a tenore; perché è stata una storia vera che ha guidato i presenti in un viaggio nel mondo della cultura poetica musicale sarda del canto a quattro voci. L’iniziativa è stata ideata e organizzata dai due circoli di emigranti: “Giovanni Maria Angioy” di Marchirolo (Varese) ed “Efisio Tola” di Piacenza. Si tratta di due circoli aderenti alla Fasi (Federazione associazioni sarde in Italia), circoli molto attivi che da anni organizzano numerosi eventi culturali e sociali incentrati sul rapporto con la Sardegna. Tutte le iniziative partono da due finalità principali: da un lato l’esigenza e il desiderio di mantenere il contatto con l’isola, incontrare i residenti sardi, rafforzando il legame che li unisce e confermando il profondo sentimento di sentirsi parte della comunità sarda; dall’altro, diventare ambasciatori della Sardegna, una sorta di avamposto sardo nei territori del nord Italia impegnato a far conoscere e promuovere la Sardegna e la cultura sarda in tutte le sue espressioni, dal canto all’archeologia, dalla cucina all’artigianato e al turismo.

Questa è stata la volta del Canto a tenore, il caratteristico canto dalle voci gutturali, espressione della Sardegna, unica, inimitabile e inconfondibile. La scelta è caduta Tenore Sant’Efisio di Bono forse anche perché due dei cantanti del gruppo, Raimondo Casula E Alessio Pireddu hanno vissuto l’esperienza dell’emigrazione anche a Piacenza e provincia e anche se ora sono riusciti a ritornare in Sardegna continuano a mantenere rapporti costanti con la comunità sarda di quelle zone. Il club di Marchirolo invece porta il nome di Giovanni Maria Angioy che fu di Bono e anch’egli originario di Bono ed è l’attuale presidente del club. Gianfranca Canù.

Sebbene il canto a tenore sia ormai conosciuto ovunque, questa conoscenza è spesso superficiale e gli organizzatori hanno così deciso di associare i brani alla presenza di un etnomusicologo che si occupa principalmente di canto a tenore, Bustianu Pilosu, con l’obiettivo di proporre una guida all’ascolto che permettesse ai presenti di apprezzare appieno i brani proposti. Venerdì 12 aprile 2024 si è tenuto l’incontro di Piacenza presso la sala convegni dell’ Corte la Faggiola a Garigaoppure nella splendida sede del Gremio Sardo “Efisio Tola Aps”.

Davanti ad un pubblico eterogeneo, di sardi e piacentini, Pilosu ha introdotto gli spettatori al mondo del canto di tradizione orale e, attraverso gli esempi dal vivo proposti da Tenore Sant’Efisio, ha fornito una guida all’ascolto del canto a tenore. Attraverso un discorso semplice ma coinvolgente ha condotto per mano il pubblico in un viaggio in cui i canti a tenore del giovane Bonesi acquistavano via via spessore e significato, non più suoni indistinti ma musica e poesia insieme, ritmi e danze, sentimenti con passione. Un vero cultura musicale profonde, radicate e dai mille volti, quelle degli interpreti che ne rinnovano costantemente l’espressione e della diversa “moda” legata alle forme che questa pratica assume nelle comunità sarde.

Se nella riunione di Piacenza la lingua utilizzata è stata l’italiano, anche per la presenza di numerosi “italiani”, la sera di sabato 13 Marchirolo siamo passati al sardo. Qui il pubblico era quasi tutto presente sardofonoanche se i marchirolesi non sono mancati e il convegno ha assunto un carattere quasi dialogico.

L’incontro è stato aperto dall’intervento del Stefano Pirafiglio del rimpianto Armando Pira, esecutore, studioso e instancabile divulgatore del canto tenorile nuorese e sardo in genere. Stefano ha raccontato con enfasi l’esperienza di Tenore Emigranti, di cui lui stesso era su bassu, tenore formato da giovani emigranti sardi che con mille sacrifici, nonostante lavorasse e vivesse in città lontane (anche più di duecento chilometri in alcuni casi) fece di tutto per incontrarsi e cantare da tenore. . Questo gruppo animava le feste e gli incontri dei circoli sardi in Italia ma anche all’estero, partecipando a festival e spettacoli in contesti importanti come il Castello Sforzesco.

Nella sala, a Marchirolo, erano presenti alcuni componenti di quel gruppo canoro: Marco Lavoro, Diego Medda E Alessio Pireddu che ora è il contra del tenore Sant’Efisio di Bono. Bustianu Pilosu ha incentrato il suo intervento sui significati del canto a tenore, sul suo legame con le comunità e sulle specificità locali che lo caratterizzano, sull’essere quindi necessariamente espressione di quelle comunità. Un canto prima di tutto corale e che nasce dall’interazione dei singoli individui, dalla loro amicizia che diventa musica; un canto polivocale che non si avvale di strumenti né di una regia esterna, ma che al contrario si sviluppa come un dialogo musicale tra i quattro cantanti per dare voce e musica alla poesia sarda o animare la danza sarda.

L’incontro si è concluso con la proposta del professor Pilosu di ascoltare un brano del tenore di Bono registrato nel 1961 da Giorgio Nataletti per il CNMP (Centro Nazionale Studi sulla Musica Popolare), il solista, o “sa boghe”, del leggendario tenore era Michele Canùil padre ormai defunto dell’attuale presidente del club di Marchirolo Gianfranca Canù. Un momento di grande emozione soprattutto per Gianfranca che non è riuscita a trattenere le lacrime.

Tra le due serate di Piacenza e Marchirolo c’è stata la partecipazione del Tenore Sant’Efisio all’evento convegno organizzato da Fondazione Mont’e Prama in collaborazione e con l’azienda Calcio Cagliari, che si terrà a partire dalle undici del mattino di sabato 13 aprile nella sala Agorà della Triennale di Milano. Un convegno dedicato al patrimonio archeologico della Sardegna. Giorgio Murruattraverso il commento delle meravigliose foto di Nicola Castangia, ha guidato i presenti in un affascinante viaggio nel tempo e nell’antica Sardegna, tra nuraghi, domus de janas, menhir, tombe dei giganti, pozzi sacri e tutti gli innumerevoli siti e reperti archeologici che rendono la Sardegna un museo davvero immenso. Al momento Ilaria Orri ha dedicato il suo intervento a Cabras, al parco archeologico e naturale del Sinis, uno scrigno che raccoglie testimonianze delle diverse culture e popoli che hanno plasmato la preistoria e la storia della Sardegna.

Al centro del suo intervento le suddette statue I Giganti di Mont’e Prama, il sito dove furono rinvenuti e il museo di Cabras dove si possono ammirare in tutto il loro arcaico splendore. L’iniziativa è stata presentata dal presidente della Fondazione Mont’e Prama Antonio Muroniil presidente del Cagliari calcio Tommaso Giulini e il presidente di Phases Bastianino Mossa. Ad aprire e chiudere l’incontro il canto del Tenore Sant’Efisio di Bono introdotto nel discorso finale da Bustianu Pilosu che ha sottolineato l’importanza di beni culturali materiali come i giganti di Mont’e Prama e di beni immateriali, come il canto a tenore, che hanno per i sardi un valore immenso e che per la loro importanza e unicità assumono un valore universale, come dimostra l’inserimento del canto a tenore nelle liste UNESCO del patrimonio immateriale dell’umanità e del Palazzo Nuragico di Barumini tra quelli materiali.

Un viaggio intenso, questo del tenore Sant’Efisio, ricco di significati e soddisfazioni, reso possibile grazie ai club di Piacenza e Marchirolo e ai rispettivi presidenti Sonia Mula E Gianfranca Canù; grazie a Fasi e al suo presidente Bastianino Mossa che, presente a tutti gli incontri, ha sapientemente coordinato e guidato il ciclo di eventi.

Tag: Cantos contos canto tenore incontra Sardi Piacenza Marchirolo club Nuova Sardegna

 
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