‘Gli avidi avvocati penalisti cucinano per i prigionieri – .

CREMONA – Cannelloni ripieni e sartù di riso, quaglie e arrosti, burrata e pomodorini, torte salate e torte dolci, pastiere napoletane, aperitivi, vino, sangria e tanto altro. La gara dei salumi: i Cremonesi sconfitti dai Cremaschi. E le torte messe all’asta. Per gli chef, ‘i criminali golosi’, prima edizione della cena autogestita organizzato dalla Camera Penale di Cremona e Crema ‘Sandro Bocchi’.

Un evento benefico: il ricavato – 2.000 euro – è stato destinato al carcere Cà del Ferro per sostenere i nuovi corsi di falegnameria già attivi nel penitenziario. Perché la rieducazione passa anche dalla falegnameria. Perché attraverso il lavoro chi deve scontare una pena può imparare un mestiere e cominciare a ricostruire la propria vita, riducendo sensibilmente la possibilità di tornare a delinquere. Il ricavato potrà essere utilizzato anche per acquistare attrezzi da falegnameria.

«Ci ​​auguriamo che sia la prima di una lunga serie di iniziative condivise non solo da noi avvocati, ma da tutti. Perché il carcere non deve essere un luogo abbandonato a se stesso: deve essere sostenuto dalla società”, spiega Micol Paratipresidente della Camera Penale, organizzazione in prima linea nel miglioramento delle condizioni carcerarie e carcerarie.
Alla cena hanno partecipato 45 avvocati: erano presenti anche le delegazioni bresciane e mantovane della Camera penale della Lombardia Orientale.

Location, Crema: la mansarda messa a disposizione da Maria Luisa Crotti, presidente della Camera penale della Lombardia Orientale, che per l’occasione ha cucinato 20 quaglie e polenta. Mentre Parati ha pensato agli aperitivi e alla logistica: gli è venuta l’idea delle tovagliette dorate sulle tovaglie gialle. Tutti gli avvocati del consiglio indossavano grembiuli neri con scritte rosse “L’avido criminalista”ognuno aveva il proprio compito: chi era in cucina, chi faceva i camerieri.

Per un giorno gli chef-avvocato hanno ‘dimenticato’ codici e fascicoli, cimentandosi ai fornelli. Marilena Gigliotti, nata ad Avellino, la mattina iniziava con i cannelloni ripieni: ricotta, mozzarella, ragù (ne ha fatti un centinaio). E con le polpette. Raffaella Buondonnooriginario della Campania, cucinava sartù di riso e carne arrosto, Caterina Pacifici sei torte salate (ricotta e spinaci) a forma di girasole. E ancora, le torte salate Stefania Giribaldi, Michele Tolominiarrosti e salumi cremaschi Paolo Sperolinila torta al cioccolato preparata da Nadia Baldini.

Una cucina made in Italy: i penalisti-chef hanno portato in tavola i sapori delle loro terre. Un amalgama perfetto. Grandi risate grazie a Giovanni Salvi, penalista bresciano, perfetto banditore di torte. «Chi ne offre 10? Venduto per 30! Chi ne offre 20? Venduto per 25! Una dopo l’altra sono state premiate le torte.

L’avvocato Tolomini assume il ruolo di cassiere. Conti in mano e al netto delle spese, dei 2mila euro consegnati al direttore del carcere, Rossella PadulaDalla cena (25 euro a testa) sono arrivati ​​1.040 euro, dall’asta delle torte 520 euro, dall’acquisto di mobili costruiti dai detenuti nella falegnameria Ca’ del Ferro, 440 euro.
Convivialità, allegria, buon cibo e beneficenza sono stati gli ingredienti di una cena mandata in soffitta con successo. E da ripetere. In ricordo della serata, il video realizzato da Cristiano Fabiano.

 
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