Caos 118, ora dialogo tra associazioni e Asl “ma serve un piano” – .

«Dobbiamo tenere conto delle difficoltà che emergono dai numeri e fare un calcolo in base alle risorse umane a disposizione ma dobbiamo anche preparare un piano…

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«Dobbiamo tenere conto delle difficoltà che emergono dai numeri e fare un calcolo in base alle risorse umane a disposizione ma dobbiamo anche predisporre un piano operativo per evitare la demedicalizzazione». Così il sindaco della capitale Clemente Mastella nella fase finale dell’incontro in Comune con i rappresentanti delle associazioni locali che avevano richiesto il suo intervento sulla domanda 118.

LA LINEA

«Verranno avanzate delle proposte – ha spiegato – sia da parte delle associazioni che dei vertici dell’Asl e cercheremo di trovare una soluzione capace di tutelare i cittadini e i medici che svolgono il servizio di ambulanza sul territorio, perché è importante avviare un dialogo tenendo conto anche della carenza di medici”. Una vittoria per le associazioni, che hanno apprezzato l’intervento di Mastella e hanno garantito la stesura di un documento di proposta che sarà valutato in un tavolo tecnico con il direttore generale dell’ASL Gennaro Volpe, che il sindaco si è quindi impegnato a promuovere. «L’azienda non ammette medici – ha sottolineato Emilio Tazza, segretario generale della federazione Cimo Fesmed e medico del 118 – ad applicare l’orario massimo di lavoro consentito dalla legge, cioè le 48 ore settimanali di prestazione effettiva che non comprendono le ferie da computare fuori dall’orario di lavoro. I 48 medici attualmente in servizio sono sufficienti a garantire i turni e ad evitare di ricorrere alla demedicalizzazione delle ambulanze. Ci deve essere totale sinergia tra medici e infermieri per garantire un servizio efficiente perché i camici bianchi non possono operare senza l’ausilio del personale infermieristico che, invece, necessita della sua presenza. Altrimenti il ​​sistema è destinato a soffrire”.

GLI SCENARI

L’incontro di ieri è servito ad aprire uno spiraglio per un dialogo costruttivo tra territorio, sindacati e Asl, anche per evitare che decisioni sulla riorganizzazione del servizio vengano considerate come una scelta calata dall’alto e non condivisa. Nessuna decisione, almeno al momento, è stata presa riguardo alla convocazione della Conferenza dei sindaci. «È nostra intenzione – ha dichiarato Amedeo Ceniccolapresidente dell’Associazione “Sannio Cuore” – trasmette alla direzione strategica dell’ASL una proposta formale che prevede l’utilizzo di servizi aggiuntivi volti a garantire la più ampia medicalizzazione delle ambulanze e la salvaguardia delle specificità dei due Psaut di San Bartolomeo in Galdo e di Cerreto Sannita, concepiti per servire situazioni particolarmente svantaggiate. Non possiamo permettere un impoverimento del servizio 118, che da circa vent’anni garantisce sicurezza e professionalità”.

Al vertice era presente anche la presenza Alfredo Lavorgna, Attilio Petriello, Angelo Piazza, Nicola Boccalonenell’ordine i rappresentanti delle associazioni «Salute e Territorio», «Rete Uccp San Giorgio del Sannio», «SOS Sanità Valle Vitulanese», comitato «Tribunale dei Pazienti».

Intanto per l’azienda sanitaria è intervenuto il responsabile della centrale operativa del 118 Ciriaco Pedicini. «Secondo me – ha chiarito – dobbiamo seguire la Stella Polare, cioè l’unica strada percorribile, tenendo conto della carenza di personale e dell’esigenza imprescindibile di garantire pari diritti a tutti i cittadini e l’indispensabile tutela dei medici di turno , evitando di sottoporli a turni eccessivamente lunghi e stressanti.” Le associazioni sono determinate a perseguire un percorso ben definito rispetto alle decisioni dell’azienda sanitaria di sostituire le ambulanze con medici a bordo con quelle infermieristiche, ritenendola una scelta non ritenuta in linea con gli obiettivi strategici legati alla sicurezza delle cure e alla loro erogazione con uniformità su tutto il territorio. È intenzione dei gruppi associativi operare affinché la questione sia ricollocata nell’ambito di un’ordinata gestione dei servizi, attraverso un dialogo costante e costruttivo tra l’Azienda Sanitaria Locale e le parti sociali di cui viene attualmente riconosciuta la carenza. È interesse delle associazioni dare il proprio contributo affinché venga recuperato un modello di gestione capace di fornire risposte alle legittime richieste del territorio ed è questo il principio generale attorno al quale si muoveranno tutte le proposte che verranno presentate nel corso di un eventuale incontro. con l’ASL ruoterà.

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