+Quel playoff dell’87 fatica sempre a scendere; ancora di più il ricordo del pomeriggio di Bologna dell’88 – «uno scippo in piena regola, quello» – che la Serie A gli negò per la seconda volta nel giro di pochi mesi e nel modo più crudele. Gabriele Bongiorni pensa a questo quando gli viene chiesto di parlare delle sue esperienze a Cremona e Catanzaro. Non senza però aggiungere anche tante altre note ben più felici come il forte calore di entrambe le squadre, l’entusiasmo spensierato di quegli anni bellissimi e perfino il rapporto con qualche idolo poi diventato compagno di spogliatoio.
RICORDI BAFFI – Il grigiorosso innanzitutto: primo capitolo di una storia dal titolo “Poteva essere ma non è stato”. «Sono arrivato nell’85 con Mondonico come allenatore, l’anno dopo la panchina fu affidata a Mazzia e sfiorammo davvero la promozione nella massima serie. Ricordo l’ambiente sano, una bella realtà: soprattutto un passaggio che sono stato felice di fare”. Subito dopo sono arrivati i giallorossi delle aquile ed era questione di “baffi” per dirla in breve: quelli grandi di Piccioni – che si è mosso in direzione opposta rispetto a Catanzaro per consentire la cessione del mercato – quelli altrettanto folti. di Guerini e Palanca che in città hanno accolto con un contratto firmato, all’alba di una stagione memorabile. «A Catanzaro, se possibile, mi sono trovato ancora meglio – ricorda l’ex centrocampista – non ero mai stato al sud e ho sempre sentito gente parlarne in modo negativo; quell’esperienza invece si è rivelata l’esatto opposto dei pregiudizi diffusi visto che ho incontrato tanta passione da parte dei tifosi e una piazza genuina”.
QUEL GRUPPO – Trentasette presenze messe insieme quell’anno con sostanzialmente confermata la fama di difensore centrale dai piedi buoni con cui era approdato; a Bologna – scherzo del destino – il suo gol più bello con gli aquilotti – gli altri due a Messina e Sambenedettese – ma è una pagina più amara che dolce visto come finì quella partita. «Quel giorno ci fu negata la vittoria – ricorda ancora quel 10 aprile al “Dall’Ara” e la clamorosa rimonta subito – Non per vantarsi ma era un gol bellissimo: due passaggi, cambio di gioco, Palanca che regala a me e io che tiro al volo che ha lanciato il portiere; Peccato che non sia coinciso con un successo perché avrebbe potuto scrivere un finale di stagione diverso. Quel Catanzaro era un grande gruppo – come se non bastasse – nello spogliatoio eravamo uniti e il mister sapeva far emergere tutte le nostre qualità”.
SIMILE MA NON TROPPO – Potrebbero esserci anche delle somiglianze con quello odierno su questa base. Ed è un dato curioso che solo poche settimane fa la squadra di Vivarini fosse riuscita a battere il record stabilito nella stagione di Bongiorni di vittorie esterne in un unico campionato di Serie B. «Spero che il finale sia diverso e che si possa gioire al traguardo – il pensiero dell’ex – Gli Eagles dovranno essere certi di arrivare con il pieno di energie a fine maggio perché è lì che si deciderà tutto e conteranno i livelli di condizione. Gli scontri diretti diranno tanto, bisognerà scrollarsi di dosso il pensiero di quello che è stato il Como e ricordare che in Serie B non ci sono favorite”.
FACCIA A FACCIA E FUTURO – Neppure la Cremonese sarà spettatrice interessata sabato al particolare appuntamento. Al netto di un organico decisamente più esperto, preparato al salto di categoria diretto e con valori fuori campo nemmeno paragonabili. «A livello mentale partiamo da due posizioni opposte – l’analisi di Bongiorni – Il Catanzaro ha una leggerezza che è un fattore positivo in termini di pressione gara e che può aiutare molto anche in ottica playoff, mentre alla Cremonese hanno sofferto un po’ il colpo dopo la partenza dal vertice e se nelle ultime cinque ne hanno perse tre è chiaro che questo ha avuto delle ripercussioni.
Non prevedo una partita bloccata – la somma dei pensieri – Con quel pubblico alle spalle è difficile immaginare uno zero a zero piatto, è più facile una sfida aperta fatta di spettacolo e battaglia”. Stile anni Ottanta magari, come tanti vissuti da Bongiorni con quelle maglie: senza esclusione di colpi, certo, ma sempre con stile
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