«L’edificio è da ristrutturare. Sono già state raccolte 280 firme” – .

«L’edificio è da ristrutturare. Sono già state raccolte 280 firme” – .
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Valorizzazione della petizione, proposta e realizzata da Rosanna Biondi, membro del comitato operativo Lista per Ravenna, affinché il sindaco voglia “Restaurare Palazzo Ghigi che da anni è in rovina e marciume”. Lanciato proprio mercoledì scorso, ma non ancora pubblicizzato, aveva già raccolto 280 firme lunedì scorso. Prosegue la raccolta della modulistica depositata presso l’ufficio Lista per Ravenna, nel palazzo comunale di Piazza del Popolo, e anche, al momento, presso la Pellicceria Piazza del Popolo, la Tabaccheria Rasponi e la Casa del Caffè Mokador in via Gioacchino Rasponi , la Casa della Plastica e dei Giocattoli in via Mentana, la Tabaccheria da Pam in via degli Spreti al civico 55/57. Possono firmare la petizione i cittadini, italiani o stranieri, che abbiano compiuto 16 anni, che risiedono o svolgono la loro principale attività di lavoro o di studio nel territorio comunale di Ravenna, ricorda l’ente civico. Casa Ghigi è un palazzo monumentale situato in via Raul Gardini, nel centro storico di Ravenna, risalente al tardo Rinascimento quattrocentesco, all’epoca del dominio veneziano, di cui rappresenta una delle poche testimonianze rimaste nella nostra città. Nel 2021, ricorda una nota stampa della lista civica, “il Comune de Pascale ha annunciato di aver posto Casa Ghigi al centro di un progetto di messa in sicurezza, costato 200mila euro, con l’obiettivo “di eliminare i fenomeni più dannosi e evidenti l’edificio ed in particolare il consolidamento del portico e dello scalone dell’ex edificio anagrafico””.

Viene poi diramata questa comunicazione: “Gli interventi interessano sia le fondazioni che la parte sopraelevata del portico e del vano scala, attualmente puntellati. Obiettivo principale dello studio di fattibilità redatto e approvato è la conservazione del bene, che presenta un elevato valore dal punto di vista storico-architettonico e rientra pertanto nella definizione di bene culturale”. Da allora, però, non se ne è più saputo nulla.

Da qui l’intento dichiarato dalla petizione: “Ricordare all’amministrazione comunale i suoi doveri e le sue responsabilità, a fronte della propria negligenza/imprudenza e incapacità di tutelare un bene culturale così prezioso e caro alla città.

Tag: edificio restaurato firme raccolte

 
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