La Roma in quel momento risolse ogni problema affidando la squadra a De Rossi. Non è stato facile smontarlo Totem di Mourinhoma su questo non c’è dubbio de Rossioltre a dare un nuovo volto tattico e tecnico alla Roma, ha reso tutti più sereni, donando certezze e cancellando ogni isteria, condizione troppo frequente, addirittura contagiosa, con il poeta portoghese, che ormai appariva prigioniero del suo personaggio.
Il Milan non ha cambiato allenatore, ha dato fiducia a Stefano Pioli, anche quando aveva una brutta figura (il ritornello festoso «Pioli è in fiamme» con poca fantasia è stato cambiato in «Pioli è licenziato») e ha fatto bene: il secondo posto , anche se distante anni luce dal record dell’Inter che diventerà presto italiana, e il sorpasso della Juve hanno dato ragione alla gestione milanista. Ma ora ci risiamo, l’eliminazione dall’Europa League, la doppia sconfitta contro la Roma, certamente riapre una ferita e dà respiro all’opposizione, sempre più rumorosa di chi governa.
I toni alti spesso creano confusione e questo è il momento della riflessione, per costruire un’idea che guardi al futuro, non a quello immediato, non certo a lunedì, quando si giocherà un derby che per l’Inter potrebbe significare anche una grande festa, scudetto, seconda stella. Meglio che il Milan non ci pensi, non sono affari loro, arriverà il tricolore dell’Inter, è scontato, se non sarà lunedì non ci resta che aspettare. Per il Milan c’è una Champions League da difendere, da rilanciare, generosa, la prossima stagione con 5 squadre italiane, uno stato di grazia europeo che deve essere grato anche all’Atalanta (e alla Fiorentina) capace di domare il Liverpool. Ma c’è bisogno di un Milan che sappia prendere decisioni illuminate, vediamo se saranno radicali, il momento è arrivato: spazio a Cardinale, Scaroni, Furlani e Ibra.
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