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Bimbo di 15 mesi ucciso dai cani Pit Bull a Eboli, ecco cosa sappiamo

Si chiamava Francesco Pio. Aveva 15 mesi ed è stato ucciso da due Pitbull dei suoi vicini. La tragedia accaduta a Campolungo, frazione di Eboli, che riaccende i riflettori su alcune razze di cani, sulla loro pericolosità e sugli errori nella loro gestione.

La dinamica dell’aggressione
Secondo le dichiarazioni dei testimoni, il bambino, avvolto in una coperta, era tra le braccia del giovane zio 19enne. In pochi istanti avviene l’attacco improvviso. Uno dei due cani si scaglia contro il piccolo, e a questo punto anche l’altro Pitbull si scatena. Il nonno del bambino assiste alla scena da dietro il cancello di casa senza poter entrare: “Mio figlio, quello che aveva il bambino in mano, quando vide i cani agitati, allevò il bambino per portarlo via dalla Fossa Tori ma uno ha tirato la coperta del bambino e mio figlio è caduto a terra” ha raccontato a La Repubblica. La madre interviene e rimane ferita. “Abbiamo colpito i Pitbull con dei bastoni – racconta un altro zio intervenuto per cercare di salvare il bambino – e dopo poco sono riuscito a chiudere uno dei due cani in una stanza, ma l’altro era completamente matto”. L’aggressione dura poco, le ferite riportate dal bambino appaiono subito gravi: viene chiamata un’ambulanza, ma l’equipaggio non può che constatare la morte della vittima. La madre, invece, viene curata sul posto e per lei non è necessario il ricovero.

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“I cani non conoscevano il piccolo”
Originaria di Montecorvino Rovella, la madre del bambino, che lavora come portinaia in un bar di Eboli, ha deciso di allontanarsi dal marito dopo l’aggravarsi della crisi matrimoniale e si è trasferita in zona dopo essere riuscita ad affittare parte della casa. proprietà rurale di proprietà di una sua amica. Lì vivevano anche i due Pitbull, cani di proprietà del vicino e “non conoscevano il piccolo perché quando usciva venivano allontanati – racconta una zia -. Forse sono scappati dalla stanza quando l’hanno visto. Appartengono a un amico che vive qui. Li conoscevamo, ma non ci sono mai saltati addosso.

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Il precedente violento dei due cani
Dai primi accertamenti è emerso un dettaglio su cui sono attualmente in corso accertamenti: questi due cani, ha riferito uno degli zii del bambino, in passato hanno aggredito e sbranato un altro Pit Bull, molto probabilmente il loro stesso padre. Ora i due animali vengono sequestrati e affidati a una struttura sanitaria di Pignataro Maggiore: “Anche a noi che siamo intervenuti dopo l’aggressione è stato detto di non avvicinarsi a noi – ha detto a Il Mattino il veterinario Luigi Morena -. Sono dovuti intervenire i proprietari. Abbiamo posto i cani sotto sequestro medico per un obbligo di legge che ci impone di mantenerli in questo stato per almeno dieci giorni ed escludere eventuali contagi rabbiosi, tuttavia questo problema non si è mai verificato.

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