il testo base è stato adottato al Senato, realizzato dopo 25 anni. Cosa cambia ora – .

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Stop al numero chiuso in Medicina. La Giunta ristretta della Commissione Istruzione del Senato ha adottato praticamente all’unanimità il testo base “per dire no al numero chiuso in Medicina”. Lo ha annunciato il presidente della Commissione, Roberto Marti (Lega), che ha espresso “grande soddisfazione per l’adozione del testo” con la “massima convergenza di tutte le forze politiche”.

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“È stato un lavoro intenso che ha trovato la massima convergenza di tutte le forze politiche – aggiunge Roberto Marti – l’odioso numero limitato che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni non esisterà più. Un impegno che la Lega aveva preso in campagna elettorale. Un mandato chiaro che ha rappresentato anche uno stimolo nella decisione di assumere il ruolo di presidente della commissione”.

Cosa cambia adesso

«Offriremo così ai nostri figli – prosegue il senatore – la possibilità di iscriversi gratuitamente alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Medicina Veterinaria e di iniziare un percorso che permetterà loro di avere tempo e modo per orientarsi nel mondo universitario, che costituisce una grande novità per tutti. . Gli studenti avranno inoltre la possibilità di verificare la propria vocazione e dimostrare le competenze acquisite studiando le discipline di base di questi corsi di laurea.” “Finalmente – conclude il presidente della Commissione Istruzione – non più una roulette russa: affidiamo al Governo tutta la delega per ripristinare un sistema di buon senso nel Paese”.

Zaia: “Era ora”

«Era ora: i grandi chirurghi e medici vengono selezionati durante gli studi e poi si confrontano in sala operatoria e in reparto. Non certo con un’assurda raffica iniziale di prove incrociate”. Lo afferma in una nota il presidente del Veneto, Luca Zaia, commentando la decisione della Giunta della Commissione Istruzione del Senato di approvare il testo base che abolisce il numero chiuso a Medicina. «Quanti operatori sanitari validi avremmo potuto avere nei nostri ospedali – prosegue Zaia – senza il test di ammissione a medicina? Ci ritroviamo invece con una carenza di 50mila medici in Italia e di 3.500 in Veneto, a causa di scelte sbagliate fatte dall’alto a livello nazionale in passato. Da anni, di fronte alle difficoltà nel reperire medici e alla diminuzione dei giovani che vogliono intraprendere questa difficile professione, chiedo un ampliamento della base di reclutamento, che non può che passare attraverso un più facile accesso alla Facoltà di Medicina, senza sogni e vocazioni di partenza tramite quiz. Era davvero giunto il momento di cambiare ritmo”. Secondo Zaia «il merito, da valutare a un certo punto del percorso accademico, è la strada giusta per creare una selezione ragionevole. Spetta ovviamente al legislatore nazionale decidere quando farlo. Questo farà sì che vadano sempre avanti i migliori, i più determinati e i più abituati al mestiere, ma la selezione partirà da una base ampia, che è anche sinonimo di democrazia, perché a tutti viene data la possibilità di dimostrare il proprio valore. L’Italia vive adesso la crisi del camice bianco – conclude – ma iniziare a costruire un futuro diverso, come in questo caso, è estremamente importante”.

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Il Messaggero

 
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