“Un trattamento mortificante nei nostri confronti” – .

A due giorni dalla premiazione continuano le polemiche sulla David di Donatelloper la gestione della cerimonia di premiazione per le categorie cosiddette ‘tecniche’ ovvero: scenografi, interior designer, costumisti, direttori della fotografia, montatori, tecnici del suono, effetti visivi, truccatori e parrucchieri.

La protesta del costumista Sergio Ballo

È stato lui il primo a protestare, in diretta tv Sergio Ballocostumista insieme a Daria CalvelliPer Rapitoil film di Marco Bellocchio. A differenza degli altri premi, quello per i migliori costumi veniva infatti assegnato su scala. Una scelta che aveva infastidito non poco il vincitore. Dopo aver esultato, Ballo ha gettato a terra il cappotto e poi ha parlato, andando ben oltre i 45 secondi concessi. “Tagliamo questa statuetta in due”, ha scherzato. “Che prezzo basso, potevi darcene due visto che siamo in due. Sono molto arrabbiato. Ci hai messo qui sulle scale, tipo Wanda Osiride, mentre noi avremmo preferito condividere la stanza con i colleghi. Purtroppo”, aggiunge, “il nostro lavoro – costumisti e scenografi – è visto come il lavoro di vetrinisti e cameriere”.

Dopo l’intervento è arrivata anche la risposta del conduttore Carlo Conti: “Aver portato alcune categorie in alcuni spazi speciali ci è sembrato un arricchimento, non una diminutio”, ha detto. Ma, come detto, le polemiche non si sono placate.

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La nota congiunta

“Le categorie rappresentate dalle nostre associazioni di categoria si dicono rammaricate all’indomani della premiazione della 69esima edizione del David di Donatello. Quella che avrebbe dovuto essere, come sempre, una festa per tutto il mondo del cinema, trasmessa in diretta Rai1 dal glorioso Teatro 5 di Cinecittàè stata infatti compromessa dalla infelice decisione di premiare le categorie cosiddette “tecniche”. Teatro 14 È nel teatro18. Ci siamo sempre sentiti supportati e valorizzatiAccademia del Cinema Italianoattenta com’è stata a rispondere alle specificità delle nostre professioni, tra le più premiate a livello internazionale anche grazie al costante impegno profuso dai David per far conoscere le nostre competenze in Italia e all’estero”. Così in una nota congiunta i presidenti delle associazioni degli scenografi, degli interior designer, dei costumisti, dei direttori della fotografia, dei montatori, dei tecnici del suono, degli effetti visivi, dei truccatori e dei parrucchieri.

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“Una scelta mortificante”

“Per questo – continuano – è stato mortificante vedere i professionisti dietro le quinte relegati in spazi disadorni, senza il calore degli applausi e del pubblico, incapaci di festeggiare insieme al resto delle troupe i successi di film che hanno rappresentato il fiore all’occhiello della il momento clou della produzione cinematografica italiana dello scorso anno, riportando il pubblico nelle sale, affascinando la critica ed emozionando gli spettatori”.

“Un contributo sostanziale da parte nostra”

“Quest’anno – prosegue il comunicato – con così poche luci accese sui set, con progetti fermi da mesi e una crisi del settore che si preannuncia tragicamente epocale, festeggiare tutti insieme sarebbe stata una piccola ma necessaria consolazione per il tanti che in questi giorni stanno vivendo momenti di sconforto e di difficoltà. È stato scoraggiante che, indipendentemente dalle intenzioni dell’organizzazione, lo spettacolo televisivo abbia fatto sì che l’assegnazione di statuette a scenografi, decoratori, costumisti, truccatori e parrucchieri, direttori della fotografia, montatori, VFX e supervisori del suono, sia stata separata da quella di attori e attrici, registi e produttori, sceneggiatori, musicisti e compositori, come se non ci fosse un contributo sostanziale da parte di ciascuno di noi alle immagini che scorrono sul grande schermo”.

L’appello: “Non accadrà più”

“Il rammarico – concludono i presidenti delle associazioni – diventa ancora più amaro alla luce di quelle nuove generazioni, così importanti anche per l’Accademia del Cinema Italiano: giovani che con entusiasmo si avvicinano a queste nostre professioni, considerate un’eccellenza a livello mondiale, e che hanno invece visto così svilito in un momento così importante per l’intero settore. Non possiamo quindi che appellarci affinché questo metodo non venga seguito negli anni a venire”.

 
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