le piazze erano gestite dalla ‘ndrangheta e dalle cosche pugliesi – .

le piazze erano gestite dalla ‘ndrangheta e dalle cosche pugliesi – .
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A a seguito di una vasta e dettagliata attività investigativa Coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e condotte dalla Polizia di Stato di Potenza e Matera, sono state eseguite 24 misure cautelari nel corso delle indagini preliminari nel territorio di Policoro e provincia e in altri comuni della provincia di Bari. personali, di cui 14 in carcere e 10 obblighi di permanenza e denuncia alla polizia giudiziaria, emessi dal gip del Tribunale di Potenza nella sede distrettuale.

L’attività investigativa nella zona, in particolare, è stata svolta da Sisco e dalla Sezione Crimine Organizzato della Squadra Mobile di Potenza e Matera, Commissariato di Polizia di Policoro (MT), con il supporto e la collaborazione degli agenti delle Squadra Mobile di altri capoluoghi d’Italia e i Dipartimenti di Prevenzione Crimine della “Basilicata”, della “Calabria Centrale” di Vibo Valentia, della “Calabria Settentrionale” di Cosenza, della “Calabria Meridionale” di Siderno.

Le indagini della polizia giudiziaria sono state avviate nel 2019 al fine di svelare l’esistenza e l’operato di un’associazione per delinquere di tipo mafioso – da tempo dedita all’estorsione e alla commissione di altri delitti contro il patrimonio e contro la persona – attivo nel territorio dell’attuale Comune di Policoro capostipite della famiglia “Mitidieri”, strettamente legato a clan “Scarcia”. di Policoro (MT), previa ricostituzione clan “D’Elia”. di Montescaglioso (MT) e al Clan “Martorano-Stefanutti”. di Potenza, nonché alle cosche di ‘ndrangheta calabresi e alle associazioni mafiose pugliesi.

Nello stesso contesto investigativo, inoltre, l’esistenza di un’analoga associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, coincidente sul piano soggettivo con la prima, dedita all’acquisto e allo spaccio di ingenti quantità di sostanze stupefacenti del tipo “cocaina”, “eroina” e “ hashish”, nonché di coltivazione, trasformazione e commercio di “marijuana”, con un imponente “centro spaccio” gestito nel territorio di Policoro (Mt), con un portafoglio “clienti” di circa 100 unità.

Numerose sono state anche le attività di follow-up svolte nel corso delle indagini che hanno consentito il rinvenimento e il sequestro della sostanza stupefacente e l’individuazione dei diversi canali di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti, compresi quelli con trafficanti provenienti da Altamura e con soggetti operanti nel quartiere “Japigia” di Bari.

Inoltre, l’indagine si è arricchita anche del contributo di dichiarazioni etero e autoaccusative rese da alcuni collaboratori di giustizia che hanno consentito di consolidare la fondatezza dei risultati investigativi conseguiti nonché di acquisire, dall’interno degli stessi ambienti della criminalità organizzata, ulteriori elementi di conoscenza relativi a tutti gli eventi criminosi avvenuti.

Si tratta, in definitiva, di un quadro investigativo ampio, serio ed eterogeneo, ricostruito sulla base di ulteriori “strumenti investigativi” che hanno consentito di dimostrare, in fase cautelare, l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti ex art. 74 DPR 309/90, aggravata dal metodo mafioso ex art. 416 bis 1 cp, in relazione al quale sono state accertate specifiche condotte illecite ex art. 73 DPR 309/90 o anche reati di porto e detenzione di armi da fuoco il cui valore negativo appare indubbiamente accresciuto dalla connotazione associativa della predetta associazione, come ha ritenuto il gip la sussistenza del reato di associazione mafiosa non è sufficientemente dimostrata.

In conclusione, fermo restando il principio di presunzione di innocenza, i numerosi provvedimenti restrittivi adottati all’esito delle indagini, sulla base di gravi indizi di colpevolezza, che dovranno ovviamente essere esaminati in fase dibattimentale, rappresentano un ulteriore tassello del quadro complessivo azione di contrasto alla criminalità organizzata lucana, che la Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, grazie al lodevole contributo delle forze di polizia, sta portando avanti in un territorio in cui la presenza della criminalità organizzata rappresenta una realtà che colpisce, in egual misura, le province di Potenza e Matera. Tutto ciò, se da un lato impone che, ad ogni livello, non si indugi in pericolose sottovalutazioni del fenomeno, dall’altro ha reso e continua a rendere costante, su questo importantissimo fronte, l’impegno quotidiano, professionale e impegno sistematico delle forze di polizia e della magistratura lucana.

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