Stragi sulle strade, dati allarmanti Ecco i provvedimenti della prefettura e dell’Aci – L’Aquila – .

L’AQUILA. Un libretto da distribuire anche nelle scuole per ridurre il numero degli incidenti stradali mortali nella provincia dell’Aquila, dove si registra un’incidenza superiore alla media nazionale. Ieri mattina il prefetto Giancarlo Di Vincenzoil segretario generale dell’ACI nazionale Gerardo Capozza e il presidente dell’Automobile Club L’Aquila Marfisa Luciani hanno presentato un opuscolo informativo redatto dall’Osservatorio dell’infortunistica stradale, istituto presieduto dal prefetto. Si tratta di un’iniziativa volta a sensibilizzare tutti i cittadini, soprattutto i giovani, sul fenomeno degli incidenti stradali e sulla necessità di fare ulteriori passi avanti riguardo ai cattivi comportamenti alla guida. Alla presentazione è intervenuto il commissario Enrico De Simoneil responsabile della struttura territoriale Abruzzo-Molise dell’Anas Antonio Marasco e membri dell’Osservatorio.
DATI MORTALITÀ IN PROVINCIA
I dati sono impressionanti. In provincia dell’Aquila, nel 2022, (i dati del 2023 non sono ancora consolidati), si sono verificati 545 incidenti con 13 vittime e 819 feriti. Il tasso di mortalità, ovvero le vittime ogni 100 incidenti, raggiunge il 2,4%, un dato molto elevato, superiore alla media nazionale che si ferma all’1,9% e a quella regionale che si attesta al 2,1. I veicoli coinvolti sono soprattutto automobili, l’81%, anche perché si tratta del maggior numero di veicoli in circolazione (217.263, il 77% del totale). Aumenta purtroppo il numero delle moto coinvolte in incidenti (+39% rispetto al 2019). Le prime tre cause di incidenti, ricorda l’Osservatorio, sono il mancato rispetto della segnaletica, la velocità e la guida distratta o indecisa.
UNA PISTOLA CARICA
“Ogni automobilista che sale in macchina deve pensare di avere una pistola carica in mano.” Con queste parole il segretario nazionale dell’ACI, Gerardo Capozza, cerca di responsabilizzare gli automobilisti per convincerli a utilizzare correttamente il proprio mezzo di trasporto. “Le regole non sono contro gli automobilisti, sono pensate per salvargli la vita – ha proseguito – e ogni volta che sali a bordo del tuo veicolo devi avere la consapevolezza che hai in mano la tua vita e quella degli altri”.
LE SANZIONI NON BASTANO
Le regole ci sono, i controlli anche, bisogna intervenire sulla cultura di chi scende in piazza. Il prefetto ha sottolineato «l’importanza di coniugare la costante opera di controllo delle forze dell’ordine con un comportamento responsabile e consapevole da parte degli utenti della strada. Il mancato rispetto delle regole rappresenta un pericolo per sé e per gli altri e ha un costo sociale che si ripercuote sulla comunità”.
UNA CULTURA DELLA STRADA
Per Capozza è necessario acquisire una «cultura della strada. La distrazione – ha ricordato – è la principale causa di incidenti. A ciò si aggiungono velocità, mancato rispetto delle regole e dei sistemi di sicurezza personale, abuso di alcol e droghe. Questo libretto nasce dall’esigenza di far capire che la sicurezza è un bene per tutti e tutti vanno rispettati sulla strada”.
UN SERVIZIO PER I SORDOMUTI
Il presidente di Aci L’Aquila ha annunciato un importante servizio disponibile da maggio. «Si tratta di un servizio riservato agli utenti vulnerabili che avranno a disposizione un interprete specializzato nella lingua dei segni. Un servizio fondamentale sul fronte dell’inclusione sociale e destinato alle persone con problemi di udito”, ha affermato Marfisa Luciani. «Con l’aiuto della videocomunicazione e del call center Evoluzione Lis queste persone potranno comunicare con le nostre sedi senza ostacoli». Altra iniziativa dell’Aci saranno i corsi di guida per oltre 1.000 studenti di finanza.
COMPORTAMENTI KILLER
“Non esistono strade killer – ha detto Antonio Marasco – ma comportamenti killer: cellulari, velocità, mancato uso di cinture e casco, bambini lasciati liberi in macchina”. “Le regole ci sono e facciamo controlli continui”, ha ricordato Daniela Pasqua, comandante del dipartimento di polizia stradale. “Ma le sanzioni da sole non bastano”.
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