«Attività di ripristino dell’ambiente delle Alpi Apuane per preservarlo» – .

CARRARA – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato sulle cave di Emanuela Tersa Biso di Italia Nostra. Proposte sulla tutela delle Alpi Apuane: «Grande fermento a Carrara e non solo dopo la trasmissione televisiva di Report dal titolo “Il Marmo della Duchessa”. Questo programma ha portato alla luce molte problematiche legate al marmo che i nostri concittadini già conoscono e soffrono. Carrara si è svegliato all’improvviso, tutti giustamente uniti contro le frasi incresciose pronunciate da Franchi. Ma c’è il dubbio che questo (comprensibile) accanimento contro un singolo personaggio distolga l’attenzione dal vero problema che sono le nostre montagne. “Monti martiri” (Pegollo) che giorno dopo giorno vengono divorati con velocità e ferocia senza precedenti. Se l’estrazione del marmo continua di questo passo, i nostri nipoti non potranno più godere delle nostre belle montagne e dai nostri rubinetti non uscirà più acqua potabile (come ci ha spiegato Elia Pegollo in un convegno presso la sede di Italianostra).

Sono state adottate misure per salvaguardare il mare e i pesci. Vi sono periodi dell’anno in cui è vietata la pesca per il ripopolamento della fauna ittica. Non c’è tregua per l’escavazione del marmo. Eppure sappiamo tutti che il marmo non ricresce. E le nostre montagne finiranno con il marmo. Ma tornando dal mare alla montagna, mi è venuta questa idea da proporre ai nostri amministratori: che in periodi programmati, un mese all’anno, una settimana al trimestre, l’estrazione del marmo sia accompagnata da attività del personale di cava di ripristino l’ambiente, recupero del marmo, restauro e pulizia dei corsi d’acqua, scelta dei marmi antichi per il museo del marmo, ripristino dei percorsi. I lavoratori delle cave potrebbero fare questo lavoro, pagati da industriali che non andrebbero in rovina data l’entità dei loro guadagni.

Non possiamo pretendere che i nostri imprenditori, o “prenditori” di marmo, si convertano all’ecologia. Sarebbe come chiedere al lupo di diventare vegetariano. Anche se ci sono sicuramente imprenditori diversi da Franchi, persone con un’etica diversa e che affondano le loro radici nella montagna. Non possiamo certo aspettarci che gli industriali facciano leggi a favore della natura. Una legge giusta a favore delle nostre montagne dovrebbe arrivare dallo Stato, dalla Regione, dal Comune. Nella nostra Costituzione ci sono già due articoli a nostro favore: l’art. 9 e dell’art. 41 favorevoli alla tutela del paesaggio.

In conclusione, nutriamo ancora speranze di salvare il salvabile: 1- che funzioni un vero Parco delle Apuane, che con le sue leggi e divieti sia in grado di armonizzare le esigenze di tutti. 2- che l’UNESCO dichiari le nostre montagne (anche se antropizzate) Patrimonio dell’Umanità. 3- che il nostro marmo non viene in gran parte sminuzzato per l’industria, né venduto in blocchi per essere lavorato all’estero. 4- Dato che il marmo di Carrara è riconosciuto come un bene della comunità carrara, la sua estrazione deve essere funzionale alla quantità trasformabile nel territorio per garantire che l’impatto economico sia equamente distribuito a beneficio della comunità. Come Italianostra siamo pronti a collaborare con tutte le associazioni che hanno gli stessi obiettivi (es. il CAI). “Carrara arce del Marmo” (scrive D’Annunzio) che, con le statue venute dal profondo dei suoi monti, ha portato l’arte in tutto il mondo, deve essere orgogliosa del suo oro bianco, croce e delizia. Il marmo è prezioso come le sue montagne. È nostro dovere tutelare il marmo e l’ambiente per tutti e non per pochi privilegiati.»

 
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