viene schierato il ‘campo largo’ – .

CREMONA – «Ridefinire le priorità energetiche di Cremona e del territorio. Zona San Rocco: sì al parco tensione sull’ex discarica e alla nuova piattaforma per la raccolta differenziata dei rifiuti. No all’impianto di biometano”. C’è l’alternativa dietro la contestata realizzazione dell’impianto di biometano di A2A, con la giunta «Galimberti-Virgilio che ha apparecchiato il tavolo per la multiutility lombarda, abdicando al suo ruolo, mettendosi in campo» e obliquamente al Comitato dei no, a i comuni di Bonemerse e Gerre de’ Caprioli.

E’ l’alternativa del centrodestra in caso di vittoria del candidato sindaco Alessandro Portesani. Un’alternativa che schiera il ‘campo largo’. L’architetto Federico Fasani, consigliere comunale di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Territoriale, lo presenta (oggi) in un luogo simbolico: via San Rocco, dove continua ad ardere la fiamma della polemica politica. Invitati i sindaci Michele Marchi (Pd) di Gerre de’ Caprioli, e Luca Ferrarini di Bonemerse. Ed eccolo qui Carlo Malvezzi, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale. Fasani espone due opere grafiche.

I due progetti

Il primo è il progetto A2A. «Questa è l’area che verrebbe occupata dall’impianto di biometano industriale. Se dal punto di vista urbanistico non si definisce consumo di suolo, perché è una di quelle attività che hanno a che fare con l’agricoltura, come lo è una stalla, in realtà si tratterebbe di un furto di terreno agricolo e della costruzione di un edificio con una filiera industriale”. Fasani passa al secondo grafico: «È la nostra proposta: la realizzazione di un impianto fotovoltaico» con le aree «restituite alle campagne e utilizzate per creare foreste di mitigazione: tutti sanno che in presenza di polveri sottili o comunque di possibili inquinanti atmosferici, le foreste filtrano sono una delle poche cose che hanno una reale funzione reattiva. Recupereremo la zona di piazzola differenziata con un progetto di ristrutturazione”.

Poiché «oggi è estremamente scomodo, spesso fonte di ingorghi, la sensazione è di un servizio scadente: recuperarlo per renderlo più sicuro, più ricettivo alle varie tipologie di rifiuti. Ma soprattutto renderlo più funzionale per i cremonesi. A proposito, le tasse sui rifiuti sono aumentate e dobbiamo portare qui la spazzatura. Cerchiamo almeno di rendere le cose più funzionali e più facili per i cittadini. Sulla viabilità sarà necessario riqualificare parzialmente i percorsi esistenti: sono percorsi stretti, percorsi tortuosi”.

Il politico Fasani insiste: «La grande differenza tra l’approccio che vorremmo dare e quello che ereditiamo da un’amministrazione che si basa sulle decisioni di A2A è sostituire le fonti di produzione di potenziale inquinamento e disagio per i cittadini, ricercare un nuovo equilibrio energetico per la città attraverso il fotovoltaico che peraltro rientra nel punto 6 del Protocollo A2A che avrebbe dovuto essere recepito, ma o perché non conveniente dal punto di vista economico se considerato fine a se stesso, oppure perché c’è stata una certa lentezza da parte amministrazione a pretendere la pianificazione, di fatto non esiste nulla. Per realizzare un parco fotovoltaico in grado di produrre 10-15 megawatt dovevano essere investiti tra i 15 ei 21 milioni di euro. In realtà ad oggi l’investimento nell’area è pari a zero”.

L’affondo di Fasani: «Non c’è nemmeno un’agenda della maggioranza che spesso ha stimolato questa visione della città. In conclusione, crediamo che non peggiorare la situazione favorisca poterla migliorare. Banalmente, non è perché qui ho già un termovalorizzatore, un depuratore e un’area di riciclaggio che devo concentrare ulteriormente i problemi e creare un’isola di degrado ambientale generalizzato. Mi viene da dire: ‘Avevamo ragione’”. Perché «quando il progetto è stato presentato da A2A agli organi competenti a giudicarne la fattibilità dal punto di vista paesaggistico, urbanistico, viario e ambientale, sono arrivate una quantità di osservazioni viscerali tale da portare allo stop temporaneo, alla necessità di presentare una valutazione di impatto ambientale con conseguente indagine, che ha evidenziato enormi difficoltà proprio come quelle persone che, senza essere professori di urbanistica, si erano immaginate semplicemente guardando una mappa. Chi ci vive, chi vive lì e a Cremona, sa benissimo che questo intervento genera un impatto che va gestito, cosa che fa la nostra amministrazione non può più farlo, perché si è messa in campoha disarmato la città di fronte a questo assalto territoriale e chi dovrà governare avrà il problema di restituire dignità, forza e significato all’azione di governo rispetto al colosso A2A”.

Dopo Fasani, Ferrarini: «L’attuale amministrazione comunale di Bonemerse è molto disponibile al confronto, ora e, se riconfermata, nei prossimi 5 anni, con tutti i candidati alla carica di sindaco di Cremona e con l’amministrazione del capoluogo per trovare le migliori sinergie soprattutto per quanto riguarda il quartiere Bagnara, la Cà Basse, un tratto di via San Rocco, ovvero quelle zone di Cremona adiacenti a Bonemerse e i cui residenti formano, con gli abitanti di Bonemerse, la stessa comunità. L’esperienza maturata negli ultimi 5 anni offre all’amministrazione Bonemerse l’opportunità di avanzare proposte su come implementare la collaborazione riguardo, ad esempio, ai servizi scolastici, ai servizi cimiteriali, alla viabilità, ai trasporti pubblici e alla sicurezza urbana. Inoltre, credo che il nostro compito, come amministratori, sia anche quello di rafforzare il sentimento di appartenenza alla comunità”.

Per quanto riguarda il biometano, «è nota la posizione contraria dell’attuale amministrazione comunale di Bonemerse, nonché le motivazioni condivise con il Comune di Gerre de’ Caprioli e il comitato. È chiaro che, visto l’iter autorizzativo dell’impianto A2A, le ragioni della nostra opposizione erano fondate”.
Dopo Ferrarini, Marchi: «La nostra posizione è nota. Sfiderei chiunque si trovi ad amministrare un territorio che rischia di avere 100mila tonnellate di ‘letame’ a essere educato, restare a casa e tacere. Non è una questione di chi vota, ma di chi decide e chi decide decide che questa cosa va bene e questo per noi non è tollerabile. Pertanto tutti i progetti, tutte le opportunità che ci verranno presentate affinché ciò non accada e tutto ciò che facciamo va in questa direzione, sono assolutamente benvenuti”.

Portesani lo definisce «un progetto concreto, realizzabile, che rispetta le esigenze del nostro territorio sia in termini energetici che di impatto ambientale. La coalizione di centrodestra oggi ha deciso di dare un segnale molto importante”, oppure «la voglia di un confronto, di un dialogo con i Comuni limitrofi nel pieno rispetto della strategia programmatica di Cremona Capitale, che noi per primi abbiamo lanciato. E che intendiamo dare seguito sia nella nostra proposta politica in campagna elettorale, sia anche dopo, quando saremo chiamati ad amministrare la città”.

Portesani insiste: «Il progetto di oggi evidenzia le contraddizioni di un’azione politica confusa e spesso ideologica del centrosinistra, della Giunta Galimberti-Virgilio con un progetto (l’impianto di biometano) piegarsi alle volontà speculative di A2A e non prestare attenzione ai reali interessi dei cittadini di Cremona e dei comuni limitrofi. Vogliamo una città diversa, una capitale rispettosa delle comunità che compongono il territorio cremonese, a partire dalle comunità dei comuni circostanti che tanto hanno da condividere con il tessuto urbano cremonese. Crediamo che la proposta di oggi sia di valore, priva di ideologie”.

Poi, il jab al centro-sinistra: «Fa sorridere che il nostro progetto preveda il mantenimento delle aree agricole, la creazione di un bosco di compensazione, e non la realizzazione dell’impianto di biometano: temi che il centrosinistra ha sempre fatto propri, ma che, evidentemente, ha dimenticato strada facendo, all’insegna della speculazione e dell’interesse economico, dopo aver svenduto il nostro asset di produzione e gestione energetica di Cremona a una multiutility come A2A che è una spa e che, evidentemente, pensa solo ai propri interessi. La nuova amministrazione dovrà ridefinire il proprio rapporto con A2A, fissando obiettivi chiari e adottando processi più trasparenti”.

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