L’Italia è leader nell’Ue con 1,6 milioni di imprenditrici, ma ultima per tasso di occupazione: 53,4% – .

L’Italia è leader nell’Ue con 1,6 milioni di imprenditrici, ma ultima per tasso di occupazione: 53,4% – .
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Roma, 26 aprile 2024 – L’Italia è al primo posto in Europa per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome, 1.610.000Ma scorso nella classifica UE per tasso di occupazione femminile: 53,4% contro il media del 66,1%. E si distingue in Europa per un altro primato negativo: il numero più alto di giovani donne tra 25-34 anni, 938 mila, che N su sì di affrontare sul mercato del lavoro. Lo rivela un rapporto di Confartigianato presentato a Convegno Donne Impresa Confartigianato che mette in luce luci e ombre del lavoro femminile in Italia. Tra il 2021 e il 2023 il tasso di occupazione delle donne è pari a aumentato di 2,4 punti percentuali e i lavoratori autonomi sono cresciuti del 4,8%. Che si affermano anche nei settori più innovativi con un incremento, registrato dal 2018 al 2023, del 13,4% delle imprese dei settori digitali e un piccolo esercito di 28mila ‘pionieri’ dell’intelligenza artificiale. Ma le imprenditrici devono affrontarne una serie di ostacoli: difficoltà di accesso al credito, un sistema di welfare che non li sostiene, la carenza di manodopera: nel 2023 è stato Il 46% del personale è difficile da trovare, pari a 266mila lavoratori, richiesti dalle micro e piccole imprese guidate da donne. “Le imprenditrici e le donne italiane in generale – spiega la presidente di Donne Impresa Confartigianato Daniela Biolatto – ‘soffrono’ di una scarsa spesa pubblica a sostegno delle famiglie e dei giovani: siamo al 22° posto in Europa con solo l’1,4% delle risorse dedicate a questo obiettivo. In pratica, a fronte dei 12 euro per sanità e pensioni degli anziani, solo 1 euro va alle famiglie e ai giovani”. Secondo il rapporto di Confartigianato le cose non vanno meglio in termini di impegno per ridurre le disuguaglianze di genere. Nel 2022 la spesa pubblica destinata a questo scopo, tra cui fondi per l’imprenditorialità femminile, incentivi all’occupazione femminile e misure di conciliazione vita-lavorodiminuito del 25,6% rispetto al 2021, pari a 1,4 miliardi in meno. Le speranze di ripresa sono affidate all’aumento del 24,9% degli stanziamenti previsti per il triennio 2024-2026 e agli interventi di Pnrr. Questi ultimi, però, mostrano ritardi attuativi, in particolare per quanto riguarda gli asili nido: solo il 14,1% dei progetti è stato aggiudicato. “Serve – sottolinea la presidente di Confartigianato donne imprenditrici – una svolta nelle politiche che accompagnino l’impegno delle donne nell’economia. Il sostegno alle imprese femminili deve essere un pilastro degli interventi pubblici per raggiungere l’emancipazione femminile e contribuire così a uno sviluppo equo e sostenibile. In particolare, il welfare deve essere rafforzato E agire sulla leva fiscale, prevedendo la deducibilità delle spese sostenute dalle imprenditrici per servizi di assistenza domestica e familiare a sostegno del lavoro di cura e della conciliazione vita-lavoro. Altrettanto importanti sono le misure nel campo dell’istruzione, che favoriscano l’accesso dei giovani all’acquisizione di competenze STEM, linguistiche e digitali e ad interventi volti a promuovere la cultura dell’impresa femminile”.

 
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