6.871 a Ravenna, 6.845 a Forlì-Cesena e 5.053 a Rimini – .

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Il 28 aprile, in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, i riflettori saranno puntati su un tema cruciale: la tutela della vita e della sicurezza sul lavoro. In Italia, e in particolare nella regione Emilia-Romagna, questa giornata assume un significato particolarmente rilevante alla luce dei dati riguardanti gli infortuni sul lavoro. In Emilia-Romagna il quadro non è certo confortante: solo nel corso del 2022 gli infortuni denunciati all’Inail hanno raggiunto quota 81.921, registrando un incremento del 9,25% rispetto all’anno precedente.

Dalla valutazione dei dati INAIL relativi agli infortuni denunciati, emerge che, dopo il calo registrato nel 2020 a causa dell’evento pandemico, il trend negativo è ripreso negli anni successivi. Questo costante aumento evidenzia l’urgenza di interventi mirati e incisivi per contrastare questa pericolosa tendenza e garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Nell’ambito delle tre province dell’Emilia-Romagna, Forlì-Cesena, dopo il calo del 16,09% nel 2020, ha registrato un aumento del 10,94% nel 2021 e del 3,02% nel 2022. Analogo andamento Ravenna, con un calo del 19,88% degli infortuni riconosciuti nel 2020 e incrementi del 7,42% e del 10,23% negli anni successivi. Infine la provincia di Rimini che presenta un calo più contenuto nel 2020 con il 9,33% e un aumento negli anni successivi rispettivamente del 1,45% nel 2021 e del 10,56% nel 2022.

I dati INAIL 2023 mostrano una situazione preoccupante nel territorio romagnolo, sono stati infatti segnalati 27 incidenti mortali (3 in provincia di Rimini, 11 a Ravenna e 13 a Forlì-Cesena). Analizzando ulteriormente i dati, emerge che le denunce complessive di infortuni sono state 18.769, di cui 5.053 nella provincia di Rimini, 6.871 a Ravenna e 6.845 a Forlì-Cesena.

I dati sugli infortuni sul lavoro sono estremamente preoccupanti. Richiedono un’azione immediata e mirata. Il fatto che dopo il calo registrato nel 2020, a causa della pandemia, si sia assistito ad un costante aumento negli anni successivi è un chiaro campanello d’allarme che non possiamo ignorare.

Nel contesto delle tre province romagnole i numeri evidenziano una situazione complessa. Nonostante alcuni cali registrati in alcuni anni, il generale aumento degli incidenti denunciati richiede una riflessione approfondita sulle cause scatenanti e sull’efficacia delle misure messe in atto per prevenire tali incidenti.

Le cose sono sicuramente cambiate nel corso degli anni. Se ripensiamo a vent’anni fa, le cose sono migliorate grazie all’azione dei responsabili della sicurezza sul lavoro: delegati, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, formatori, tavoli provinciali sulla sicurezza. Ci sono però ancora sfide da affrontare e obiettivi importanti da perseguire.

Per questo la CISL continua a chiedere l’estensione della Licenza di Credito a ogni settore produttivo, un ulteriore rafforzamento del contingente degli organi di vigilanza, l’incrocio delle banche dati e il rafforzamento dei poteri di RLS e RLST, garantendo effettive procedure di sicurezza in ogni azienda.

Dall’inizio della campagna sulla sicurezza sul lavoro, i primi risultati sono stati raggiunti attraverso il dialogo e la negoziazione. Tra i principali risultati raggiunti vi è il lancio della Licenza di Credito per i cantieri mobili o temporanei, l’assunzione di 766 nuovi ispettori INL per completare la prima tranche di un’assunzione di 1.600 unità, che si aggiungono alle 2.300 attive con il conseguente rafforzamento dei controlli del 40% nel 2024 rispetto all’anno precedente. Inoltre, è stato garantito un significativo pacchetto di finanziamenti dal bilancio Inail, pari a 1 miliardo e 500 milioni, per la prevenzione e la formazione, e si è avviato l’iter parlamentare per inserire la salute e la sicurezza nei programmi scolastici.

Occorre uno sforzo maggiore da parte di tutti, la Licenza di Credito va estesa a ogni settore produttivo, le tutele previste sui cantieri pubblici vanno estese anche ai grandi appalti privati, va rafforzato il coinvolgimento degli organi di vigilanza e l’incrocio delle banche dati e il riuso deve essere reso strutturale integralmente con l’avanzo di bilancio dell’Inail.

Va migliorata la formazione dei lavoratori, che per noi non è solo un obbligo burocratico, ma un percorso di crescita culturale e per questo chiediamo di accelerare la discussione sull’accordo Stato-Regioni. Infine, occorre estendere le buone pratiche ricercandole nei diversi territori ed estendendole a tutta la Romagna, come il progetto “Legalità e sicurezza” che portiamo avanti da oltre vent’anni nelle scuole di Rimini insieme a altre organizzazioni, organi e istituzioni sindacali. Solo creando sinergia tra tutti i soggetti delegati si potrà invertire una tendenza preoccupante.

Francesco Marinelli – Segretario Generale CISL Romagna

 
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