è parte integrante dell’identità del popolo granata – .

L’ex granata Zaccarelli: «Il Grande Torino è stato un esempio lampante della capacità di rialzare la testa in un Paese in rovina».

Ricorre oggi il 75° anniversario della tragedia di Superga del 1949, dove morirono i giocatori del “grande Torino”. Il gruppo racconta quello che è successo dopo attraverso le voci di alcuni dei protagonisti granata.

La tragedia del “Grande Torino” resta un cimelio di famiglia per i Granata

Il tutto è durato appena un minuto e venti secondi, molto meno del tiki taka delle squadre di Pep Guardiola. Un’emozione fortissima per Alessandro Buongiorno, scelto nel 2023 per ricordare tutti i nomi dei giocatori, dirigenti, tecnici, giornalisti e membri dell’equipaggio che persero la vita il 4 maggio 1949 a Superga. Oggi il difensore rischia di emozionarsi ancora di più e dovrà rinnovare la sua presenza in un momento altamente simbolico per la città e per il club. Nonostante siano trascorsi tre quarti di secolo dalla tragedia, il ricordo di questi eroi scomparsi non si è affievolito, anzi. È parte integrante dell’identità di quello che viene chiamato il “popolo Granata”.

Onorare la memoria di Superga è quasi come un cimelio di famiglia. Il presidente del Museo Grande Torino Domenico Beccaria ha detto: «Le persone che hanno visto questa squadra dal vivo ne parlano ancora. Il coinvolgimento è intenso. I calciatori di oggi vogliono conoscere la storia dei loro predecessori”. Spiega l’ex granata Renato Zaccarelli: «Il Grande Torino è stato un esempio lampante della capacità di rialzare la testa in un Paese in rovina. Nel dopoguerra lo sport italiano rinasce, dandosi un’immagine positiva e vincente. La scomparsa di questa squadra è stata uno shock tale da travolgere tutti, non solo i tifosi del Toro. E il culto della memoria ha preso piede”.

Il giornalista Guido Vaciago afferma: «Il 4 maggio 1949 i tifosi del Torino persero quella che allora era probabilmente la squadra più forte del mondo, e sicuramente la più forte della loro storia. Dopo Superga il Torino aveva grandi squadre, giocatori brillanti, ma non vinse quasi più nulla, a parte lo scudetto del 1976 e qualche Coppa Italia.

 
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