Ferrara, il teatro comunale primo per qualità artistica per l’Opera e il Balletto La Nuova Ferrara – .

Ferrara, il teatro comunale primo per qualità artistica per l’Opera e il Balletto La Nuova Ferrara – .
Ferrara, il teatro comunale primo per qualità artistica per l’Opera e il Balletto La Nuova Ferrara – .

Ferrara Ferrara ottiene il punteggio più alto nel ranking nazionale
Ministero che valuta la qualità artistica dei teatri tradizionali. Nell’incarico di
quest’anno che valuta i contributi statali per l’anno 2023, il progetto “Claudio
Abbado” si aggiudica il primo posto, ex aequo con la Fondazione Haydn di Bolzano e
Trento.
Già lo scorso anno il Teatro Comunale di Ferrara aveva fatto un grandissimo balzo in avanti nella classifica ministeriale che valuta le realtà storiche dell’opera e del balletto italiano, figurando al secondo posto per la qualità artistica della proposta d’opera e di balletto, ottenendo un punteggio maggiore e, di conseguenza, maggiori contributi.
Nei giorni scorsi, infatti, la Direzione Generale dello Spettacolo dell’ Ministero della Cultura ha reso pubbliche le valutazioni dei teatri tradizionali rispetto ai programmi dell’
le attività musicali dello scorso anno.
Per qualità artistica, il Teatro ‘Claudio Abbado’ era già salito al secondo posto della classifica nazionale nel 2023 (con la programmazione 2022), con 26 punti, ex aequo con il
Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Fondazione Haydn di Bolzano e Trento (primo in classifica lo Sferisterio di Macerata).

Quest’anno Ferrara (sulla base della programmazione 2023) ottiene 26,5 punti.
«Progettazione a lungo termine e coinvolgimento di tante realtà artistiche
territorio e, allo stesso tempo, coproduzioni nazionali e internazionali
elementi che maggiormente hanno caratterizzato il percorso vincente intrapreso negli ultimi anni –
commenta l’assessore comunale alla cultura Marco Gulinelli -. Il teatro era davvero di tutti: orchestre, scuole di danza e di cinema, artisti e altri teatri del territorio
direttamente coinvolti nella programmazione. Il Comune è uscito più volte dalle mura
del teatro, abbracciando altri spazi della città: quartiere Giardino, Parco urbano, Certosa monumentale e tanti altri luoghi. Il nome di Ferrara ha fatto il giro del mondo grazie alle produzioni operistiche di Abbado. L’investimento dell’Amministrazione nella Fondazione Teatro Comunale ha dato i suoi frutti non solo in termini di numero di spettatori, ma anche di riconoscimento a livello nazionale. Ringrazio il Consiglio Direttivo, il presidente Michele Placido e il presidente onorario Leone Magierail direttore generale Moni Ovadia e tutti i lavoratori del Teatro per quanto realizzato in questi anni di rinascita del nostro Teatro Abbado”, conclude Gulinelli.

Moni Ovadia considera Ferrara un modello, da replicare a livello nazionale. «Questi risultati non sono altro che la constatazione oggettiva della qualità del lavoro raggiunto in questi anni dal direttore artistico Marcello Corvino e da tutta l’équipe del Teatro. Sono anche l’affermazione di quanto questa amministrazione comunale abbia sostenuto il nostro operato, in totale libertà di progettazione e in piena indipendenza di fare scelte in base alla qualità di quanto rappresentato in scena e all’interesse del pubblico. Sembra scontato dirlo, ma non lo è, e non sempre avviene – dice il direttore generale del Comune, Moni Ovadia -. Fondamentale è stata la collaborazione con il Consiglio di Amministrazione e il Consiglio Comunale, che ha dato vita ad un rapporto ideale e fertile, di grande stima reciproca. Insieme abbiamo superato il drammatico periodo Covid, fino ad ora. Si è creato un valore aggiunto che spero continui nel tempo e che considero un paradigma a livello nazionale anche per altri teatri e altre esperienze artistiche. Spero che il Teatro ‘Claudio Abbado’ continui a crescere, è una realtà bella, anche dal punto di vista umano. Il Comunale è il teatro della città e del suo pubblico, dedichiamo questo importante riconoscimento a chi è venuto a teatro in questi anni – aggiunge Moni Ovadia.

Il percorso ferrarese è stato incentrato sulla “qualità artistica della proposta” e sull’“alleanza tra generazioni”, mettendo in scena compagnie di giovani e giovanissimi sotto la direzione di Leone Magiera, decano della grandezza del Belcanto italiano”, e ora con l’istituzione di un corso innovativo rivolto a giovani cantanti lirici.
«L’auspicio» di Moni Ovadia «è che cresca l’intero sistema teatrale del Paese, senza stupida competitività: occorre lavorare per affermare il grande valore del Teatro. Lo abbiamo fatto a Ferrara”, conclude Moni Ovadia.

 
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