Pd Basilicata, sempre più distopico, verso il “ndo cojo cojo”. – .

Ci risiamo. Ma questa volta nessuno si stupisce più perché è ormai chiaro che l’acronimo PD corrisponde ormai al Partito Distopico. Gli ultimi avvenimenti avvenuti in Basilicata, prima quelli per individuare il candidato alla presidenza della regione e ora per la carica di sindaco del capoluogo Potenza, sono emblematici e non lasciano spazio ad ulteriori dubbi. Un riconoscimento generale di ciò che era già leggibile nell’atto di nascita di ciò che Prodi voleva, e gli è stato concesso con tanta leggerezza: trasformare l’Ulivo in un partito, che lui non aveva. Sebbene fosse stata presentata come la volontà/necessità di sintetizzare le culture politiche fondamentali del centrosinistra italiano del dopoguerra, esse erano piene di ideali, visioni e utopie. Ma non ci volle molto per dare ragione agli scettici dell’epoca e capire che non sarebbe mai diventata una vera festa. E quella distopia (la negazione di ogni residua utopia) prenderebbe il sopravvento. Cadendo – dall’utopia di una società ideale, superiore e più giusta – nella bassa cucina dell’ossessione per la pratica del governo a tutti i costi, diventando così attori di misure tra le più dannose per le classi rappresentate, fino a scivolare in una società peggiore e più ingiusta. Diventando essa stessa l’immagine plastica di questo decadimento e di questa impotenza. Infatti, ancora una volta, per quello che è un appuntamento elettorale ampiamente programmato, se ne è parlato solo nelle ultime settimane, sempre e solo sui nomi e sempre più senza un ordine particolare. In un continuo litigio tra persone separate in casa che non esitano a farlo in pubblico, nonostante la vergogna a cui si espongono e l’ulteriore danno arrecato alla credibilità residua che hanno lasciato. Ma questo è tutto. Ed è così che la biancheria sporca viene esposta al ridicolo pubblico. Con il segretario regionale Giovanni Lettieriche annuncia oggi con un comunicato che il Pd”converge sulla candidatura a sindaco dell’avvocato Vincenzo Telesca(consigliere comunale uscente e in assemblea comunale dal 2014). Ma non tutti i democratici stanno convergendo. Infatti nella nota Lettieri scrive che solo “la maggioranza del gruppo dirigente del PDLucano sostiene questa candidatura a sindaco di Potenza. Un chiarimento è arrivato, con una versione riveduta e corretta, solo poche ore dopo la diffusione del primo comunicato stampa, in cui si scriveva che “Questa proposta raccoglie l’indicazione del gruppo dirigente PD nella certezza che il percorso indicato raccoglierà il massimo consenso.” E, infatti, contro “la dichiarazione del segretario regionale Giovani Lettieri in merito alla scelta del PD del candidato sindaco del Comune di Potenza” ha sparato immediatamente a zero Vito Santarsiero (ex sindaco di Potenza e membro della direzione nazionale del Partito Democratico), che lo definì “una scelta non sanzionata e non approvata da alcun organo politico, e fatta obbligatoriamente dal segretario regionale che, per sua scelta o inerzia, nella Capitale ha lasciato da oltre un anno il partito cittadino in stato comatoso, rappresenta l’elemento di caduta definitiva di un partito regionale senza leadership, senza visione e preda dei cacicchi locali e regionali”. Al tempo stesso anticipando l’intenzione di chiedere “alla segreteria nazionale di verificare la legittimità di questa posizione, auspicando che il processo di cambiamento che, anche a Potenza, si era auspicato con il voto Schlein possa trovare adeguate determinazioni“. Ma solo pochi giorni prima – di fronte a tanto caos – Giovanni Petruzziun altro protagonista della pantomima pre-regionale del Pd, con una nota propria e all’insegna di un “obbligo”realismo“, ha invocato un”poi liberi tutti“. Lui, sfruttando il diverso sistema elettorale di questa tornata amministrativa, dice: al primo turno chi vuole candidarsi può candidarsi, al secondo turno convergere su chi arriva al ballottaggio. Amen. Come a dire, fare di necessità virtù. In ogni caso, qualcuno dovrà essere eletto alla sede di primo cittadino, anche di fronte ad una evidente inesistenza di classi dirigenti in grado di svolgere il proprio compito di prezioso organo intermedio della democrazia: quello di selezionare e proporre seri programmi e relativi candidati agli elettori. Siamo nella fase più triste e residua della democrazia, quella del: “ndo cojo cojo”! Con il fondo del pozzo purtroppo ancora… ancora invisibile. Tirando le somme, in questo momento, alle elezioni comunali di Potenza dell’8 e 9 giugno, per contestare il sindaco uscente Mario Guarente (Lega), ricandidato dal centrodestra con più o meno convinzione, e che in questi giorni è in dialogo anche con Azione e Italia Viva a riproporre una coalizione allargata e vincente, come fatto alle Regionali, nel campo del centrosinistra, oltre a Telesca, la candidatura di un altro consigliere comunale uscente, Pierluigi Smaldome (torna Potenza ), è anch’esso dato per scontato, e chissà chi altro sta ancora scaldandosi in pista. Con il M5S che ancora non ha deciso dove buttarsi. È solo questione di ore prima che questa nuova brutta storia finisca.

Per dovere di cronaca, di seguito, in ordine: la prima affermazione di Lettieri e la seconda identiche ma con la correzione…

COMUNICATO STAMPA

Il Pd converge sulla candidatura dell’avvocato a sindaco. Vincenzo Telesca.
Siamo convinti che per competenza ed esperienza sia il profilo più adatto per concorrere alla guida della Capitale contro una destra che in questi 5 anni ha umiliato la città. Questa proposta riflette le indicazioni del gruppo dirigente PD nella certezza che il percorso indicato raccoglierà il massimo consenso.
Da oggi inizia un appassionante lavoro per coinvolgere in campagna elettorale tutte le energie disponibili che hanno a cuore il bene comune di Potenza per far sì che ci sia la possibilità di dare alla città l’alternativa che merita”.

Potenza 04/05/2024

COMUNICATO STAMPA

Il Pd converge sulla candidatura dell’avvocato a sindaco. Vincenzo Telesca.
Siamo convinti che per la sua competenza ed esperienza sia il profilo più adatto per cui competere
leadership della capitale ad una destra che ha mortificato la città in questi cinque anni.
Questa proposta prevede l’indicazione della maggioranza del gruppo dirigente del PD nel
certezza che il percorso indicato raccoglierà il massimo consenso.
Da oggi inizia un entusiasmante lavoro per coinvolgere i cittadini durante la campagna elettorale
tutte le energie disponibili che hanno a cuore il bene comune di Potenza per far sì che esista
la possibilità di dare alla città l’alternativa che merita.

Potenza 04/05/2024

……Post di Vito Santarsiero:La dichiarazione del segretario regionale Lettieri in merito alla scelta del Partito Democratico riguardo al candidato sindaco del comune di Potenza, scelta non sanzionata e non approvata da alcun organo politico, e fatta obbligatoriamente dal segretario regionale che, per sua scelta o l’inattività, che nella capitale ha lasciato il partito cittadino in stato comatoso da oltre un anno, rappresenta l’elemento di caduta definitiva di un partito regionale senza leadership, senza visione e preda dei cacicchi locali e regionali. Chiederà alla segreteria nazionale di verificare la legittimità di questa posizione, auspicando che il processo di cambiamento che, anche a Potenza, era stato auspicato con il voto Schlein, possa trovare adeguate determinazioni. Inoltre, da partito fortemente unitario nelle elezioni regionali si è passati a un partito fortemente divisivo nelle elezioni amministrative dove (soprattutto a Potenza che avrebbe dovuto rappresentare il punto di partenza del Pd e della coalizione) non ha fatto nulla per cercare unità, chiusa in se stessa e senza alcuna seria volontà di favorire una ripartenza comune contro un centrodestra che va sconfitto per il bene e il futuro della città. Ovviamente, pur osservando e soffrendo per un partito allo sbando, rimango orgogliosamente un suo iscritto perché una cosa sono i valori e i principi che stanno alla base di una forza politica e un’altra chi li mette in gioco; contrariamente ai tanti non iscritti che oggi ne sono i candidati, o iscritti nettamente schierati contro lo stesso Partito Democratico nelle ultime elezioni regionali, e oggi favorevoli a decisioni contrarie alle esigenze di chiarezza e di cambiamento di cui abbiamo bisogno. Rimango e sosterrò con forza l’idea che si sia chiusa, a partire da chi scrive, una stagione per uomini e modi di fare politica oggi del tutto inadeguati. Dovremmo solo essere al suo servizio e sostegno, cercando, se possibile, di portare un contributo di idee. Mi rendo però conto che oggi forse è il momento di fare di più, di chiedere a tutti di fermarsi.

Nota di Giovanni Petruzzi: CON REALISMO IL CENTROSINISTRA A POTENZA CONSENTE PIÙ CANDIDATI AL PRIMO TONDO E CONVERTE SUL CANDIDATO SINDACO CHE ARRIVERÀ AL VOTO”La politica – ce lo hanno insegnato in molti, da Carlo Marx ad Antonio Luongo – si basa sul realismo e sui rapporti di potere. Due elementi di valutazione, che sembrano mancare a coloro che rappresentano i partiti e i movimenti del centrosinistra lucano, i quali, dopo l’indecente telenovela trasmessa in preparazione alla definizione delle candidature per le elezioni regionali, stanno replicando la disdicevole spettacolo in occasione delle prossime elezioni amministrative, che interesseranno 53 comuni, compreso il capoluogo di regione, in cui si svolgono, in particolare, sedute quotidiane di psicoanalisi collettiva – senza scopo – in cui si dice e si dice di tutto .

Per quanto riguarda Potenza, invece di continuare con la furia terapeutica di incontri inconcludenti, protagonisti e comparse dovrebbero realisticamente prendere atto della situazione e agire di conseguenza. Il sistema elettorale è a doppio turno, chiunque voglia candidarsi a sindaco dovrebbe farlo e bisognerebbe stabilire preventivamente un patto d’onore tra gli aspiranti primi cittadini che fanno riferimento al variegato schieramento del centrosinistra: il candidato che vincerà il ballottaggio farsi sostenere lealmente dagli altri nella sfida finale a Guarente. Se il giudizio dei potentini confermasse i sondaggi che lo giudicano il peggior sindaco d’Italia e al ballottaggio finissero due candidati del centrosinistra, agli elettori andrebbe lasciata libertà di coscienza, mentre se paradossalmente vincesse Guarente al primo turno, dovrebbero doverosamente prenderne atto e riflettere sugli innumerevoli errori politici che, ad esempio, portano il Pd a una competizione elettorale senza la guida di un segretario comunale o di un commissario.

Come ulteriore atto di realismo politico, considerata anche la permanente “guerra tra bande” che fa sì che per alcuni la sconfitta dell’avversario interno sia prioritaria anche rispetto a quella del nemico esterno, il Partito Democratico partecipa alle consultazioni amministrative senza la presenza del suo simbolo, lasciando liberi soci e sostenitori di candidarsi dove meglio credono.

Saranno poi i rapporti di forza che emergeranno dal voto a determinare le condizioni per la rigenerazione del Pd non solo nel capoluogo, ma in tutta la Basilicata, dove l’8 e 9 giugno le amministrazioni del 40% dei comuni saranno rinnovati lucani, la maggioranza dei quali furono abbandonati al loro autonomo destino politico, senza che gli organi delegati si interessassero minimamente di loro”. Giovanni Petruzzi – Membro della Direzione Regionale del PD Basilicata.

Iscritto all’albo dei giornalisti della Basilicata.

 
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