«Il Sud è un motore di sviluppo per l’Europa che verrà» – .

«Il Sud è un motore di sviluppo per l’Europa che verrà» – .
«Il Sud è un motore di sviluppo per l’Europa che verrà» – .

“L’obiettivo è prendere più voti della Lega al Sud”, è la sfida Matteo Renzi, Leader IV oggi a Napoli per il campagna per le elezioni europee del 2024.

Il Sud ha enormi opportunità di crescita, ha detto in Sicilia: ci saranno se passerà l’autonomia differenziata?

«L’autonomia differenziata non passerà mai. Così come non passeranno né la riforma della giustizia né il premierato. In due anni questa maggioranza ha fatto tanti post su Instagram ma zero riforme. Noi Calderoli non dovremo contrastarlo: la maggioranza di lui non lo lascerà mai passare. Dobbiamo invece offrire un’alternativa riguardo ai contenuti. Ma anche di ideali e di sogni: ecco perché gli Stati Uniti d’Europa rappresentano anche l’alternativa culturalmente. La destra è sovranista e per l’Autonomia noi siamo per gli Stati Uniti d’Europa. La differenza mi sembra chiara”.

Ma come realizzare il progetto politico degli Stati Uniti d’Europa per il Sud?

«Lo hai spiegato molto bene con l’editoriale del direttore Napoletano sul cambio di paradigma. E negli articoli di Fortis e Incalza. Il Sud deve essere il motore dello sviluppo dell’intera Europa. Penso che questa sia la chiave del sogno degli Stati Uniti d’Europa che stiamo portando alle elezioni europee: il Sud fuori dalle logiche del welfare e dei sussidi come il reddito di cittadinanza”.

“I riformisti dem vengono da noi”, “Chi vota Pd, vota M5S”, “Schlein non andrà mai in Europa”: sono, in sintesi, alcuni dei suoi attacchi al suo vecchio partito. Ma i suoi avversari politici sono più il Pd e la sinistra o il centrodestra che guida il Paese?

«In realtà prendiamo le distanze da questo Pd perché vogliamo che i riformisti del Pd votino per noi. Con Schlein questo partito è ormai la cinghia di trasmissione della Cgil. Ma proprio per questo siamo la vera alternativa ai sovranisti come Meloni e Salvini. Questo governo vive di slogan. Prendiamo l’esempio dell’agricoltura: noi abbiamo abbassato le tasse sugli agricoltori diretti, Lollobrigida le ha aumentate. Oppure gli 80 euro: li abbiamo dati ogni mese a dieci milioni di famiglie per dieci anni mentre la Meloni li ha promessi lordi una volta all’anno a qualche migliaio di persone. Noi facciamo politica, loro fanno solo propaganda. E il loro stesso atteggiamento nei confronti delle elezioni europee lo dimostra”.

Perché?

«Perché vedere Meloni, Salvini, Tajani, Calenda correre per l’Europa dire subito che non ci andranno mai è una truffa. Se nella lista degli Stati Uniti d’Europa entreremo nel Parlamento europeo, allora faremo sul serio. Non prendiamo in giro la nostra gente. Non scherziamo con le istituzioni. Non umiliano l’Italia davanti ai partner europei”

Ti candiderai alle europee del Sud, ma ultimo della lista. Perché questa scelta?

«Amo questa terra. E più il tempo passa, più capiamo che abbiamo fatto bene a investire in progetti che finalmente stanno dando risultati. Da Pompei a Napoli Bari, dalle ecoball agli investimenti in cultura: noi portiamo risultati, gli altri parlano. E abbiamo una lista molto forte, soprattutto in Campania. La mia scommessa al Sud è fare meglio della Lega. E lo faremo. Perché il Sud non può affidare le proprie speranze alla Pianura Padana autonomista. E anche se sono ultimo della lista, sono convinto che il Sud mi darà tante preferenze”.

Intanto il Sud e la Campania in particolare si sono rivelati una zona sicura per i 5 Stelle. Oppure crede che il fenomeno sia in via di esaurimento?

«È presto per dirlo a livello nazionale. Ma li vedo più deboli alle elezioni europee che alle elezioni politiche. È sempre stato così e penso che questa volta non cambierà. Scommettono ancora sugli introiti, nominando Tridico. Con i nostri candidati puntiamo invece sul lavoro”.

Intanto Schlein annuncia che firmerà il referendum contro il suo Job Act.

«Firma per abolire una legge voluta e votata dal Pd. Ma almeno fa capire: loro sono per il reddito di cittadinanza, noi siamo per il lavoro. Mi chiedo solo come possano ancora i riformisti votare per il Pd…”.

Lei non crede che il governatore De Luca, che lei conosce bene, debba favorire il dialogo istituzionale con il governo sui fondi FSC, come ribadisce anche il sindaco Manfredi. Anche perché altrimenti questa storia non finirà mai.

«Gli appelli vanno bene ma per dialogare bisogna essere in due. De Luca usa spesso toni coloriti e talvolta eccessivi. Ma con lui ero sindaco e con lui governatore ero premier: se c’è un buon affare da fare per la sua terra, lo fa. Allora dico alla Meloni: basta chiacchiere, è finita”.

Dopo il voto in Basilicata quale sarà il piano di Italia Viva: favorirà alleanze con il centrodestra a livello locale?

«A livello locale decidiamo in base ai candidati. Sosteniamo De Luca con il gruppo guidato da Tommaso Pellegrino, con la presenza di Nicola Caputo nel cda, con tanti amministratori. Ma in Lucania siamo stati decisivi per la vittoria di Bardi perché quando il Pd sceglie i grillini perde le elezioni e non solo la faccia. Intanto siamo coerenti: siamo gli unici a non aver mai strizzato l’occhio al malgoverno di Michele Emiliano. E martedì alla Camera voteremo la sfiducia al governatore della Puglia: azione e cinque stelle invece criticano verbalmente la Regione Puglia ma poi sostengono Emiliano insieme al Pd. Questo per me è il vero scandalo”.

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