Quindici Molfetta – Cerchi lavoro? Lasciati sfruttare e lo avrai senza problemi. La storia di un giovane molfettese raccontata a “Quindici”

Quindici Molfetta – Cerchi lavoro? Lasciati sfruttare e lo avrai senza problemi. La storia di un giovane molfettese raccontata a “Quindici”
Quindici Molfetta – Cerchi lavoro? Lasciati sfruttare e lo avrai senza problemi. La storia di un giovane molfettese raccontata a “Quindici”

Cercare un lavoro? Lasciati sfruttare e lo avrai senza problemi. La storia di un giovane molfettese raccontata a “Quindici”


MOLFETTA – Cara redazione di “Quindici”, ho 21 anni, vivo a Molfetta e sono stanco di essere chiamato ragazzone. Tra due mesi conseguirò la laurea triennale, ho genitori che lavorano che possono pagarmi gli studi, ma sono beneficiaria di borse di studio e, quindi, non gravoso sul bilancio familiare per scelta e non per necessità. Cerco di fare in modo di fare qualche piccola concessione: un regalo per la mia ragazza, qualche uscita, un fine settimana grazie ai piccoli lavoretti che faccio, soprattutto perché credo che tutto arricchisca e faccio mio l’esempio dei miei genitori, entrambi laureati che, da ragazzini, hanno lavorato nell’assistenza agli anziani, nel bagnino e nella raccolta delle olive. Qualche giorno fa ho risposto ad un post in un gruppo Facebook dove un partecipante anonimo pubblicava un annuncio cercando una collaboratrice per le consegne a domicilio domenica 12 maggio, festa della mamma. Mi sono recato in azienda nel pomeriggio e sono stato visitato dal titolare: cosa fai, hai mai lavorato, hai la patente, sei disponibile a lavorare fino a dieci ore e dopo tutte le mie risposte affermative, lui mi ha rimandato per un ulteriore colloquio con la moglie alla quale non era presente. Ho aspettato e le ho anche fatto domande. Ho specificato che ho un cane di grossa taglia e che non avrei paura se il destinatario del regalo aprisse la porta con un cane di grossa taglia al seguito. Questo dovette essere decisivo perché mi disse che sarei stato bene e che la paga era di 5 euro l’ora, che avrei dovuto fare quattro consegne in un’ora con la mia macchina e che, su mia richiesta, mi avrebbero rimborsato costi della benzina. Alla mia obiezione sul rischio di non trovare parcheggio, che avrei potuto ricevere una multa anche settimane dopo, mi è stato risposto che “la polizia sa che è un giorno di festa e di consegne e chiude un occhio, non rilascia multe”. Ne ho parlato con i miei genitori soprattutto perché ero perplesso da questa certezza perché non volevo rischiare di ricevere una multa: mio fratello maggiore si è reso disponibile ad accompagnarmi per qualche ora, ho risposto al proprietario che accettavo comunque e le ho chiesto se poteva fare lo sforzo di arrivare a 6 euro l’ora invece di 5. Erano le 20:00. La signora ha visto il messaggio ma non ha risposto e così via fino alle 15 del giorno successivo quando le ho mandato un messaggio chiedendole di farmi sapere il posto che avevo comunque accettato. La signora mi ha ringraziato, si è scusata per il ritardo nella risposta, mi ha fatto gli auguri per la laurea e mi ha detto che IL LORO TEAM ERA AL COMPLETO. Da ciò deduco che qualche altro ragazzo era stato visitato successivamente ed aveva accettato la proposta senza farsi troppi problemi. Cara redazione, noi giovani abbiamo voglia di lavorare, siamo disponibili a fare tutti i lavori perché come dice mia madre riferendosi a lei e a mio padre “Non siamo nati dietro la scrivania”, non chiediamo paghe stellari, ma almeno dateci la dignità di chiamarlo lavoro e non sfruttamento. Grazie per aver ospitato il mio dissenso. D. © Tutti i diritti riservati

 
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