Aica, la nostra controreplica su una presunta deviazione delle acque da Favara ad Agrigento – .

“L’assetata Favara ha dato la sua acqua ad Agrigento?” Questo il titolo dell’articolo incriminato che ha portato alla risposta dell’Aica che ci sentiamo di definire disorganizzata e ingiustificatamente vittimizzata.

Diciamo che c’è stata una mancanza di rifornimento per due giorni alla città di Favara, fatto confermato dall’Aica nella sua risposta, poi ci poniamo una domanda sulla base di alcune informazioni non ufficiali e chiediamo, elegantemente crediamo, all’Aica di smentiamoci, considerando che la comunicazione tra azienda e giornalisti non è facile nei percorsi brevi. Sulla inadeguata comunicazione ufficiale tra Aica e stampa ritorneremo a breve.

Se ci poniamo la domanda nell’articolo è per la mancanza di informazioni ufficiali che, ripetiamo, proviamo al punto da chiedere noi stessi una smentita. La questione, a nostro avviso, non può essere la diffusione di notizie infondate.

Ma quello che fa sussultare è l’invito dell’Aica “ai media a procedere con estrema cautela nella diffusione di notizie non verificate, che potrebbero indurre in errore l’opinione pubblica, alimentando sentimenti di esasperazione e sfiducia”.

La stampa riporta i fatti con obiettività: l’acqua fornita ai cittadini è insufficiente e il servizio è inadeguato. La stessa Aica nei suoi comunicati stampa è sempre obiettiva, limitandosi a citare guasti e interruzioni di servizio, mai una conferenza stampa, mai dichiarazioni ufficiali sullo stato dell’arte e sul suo immediato futuro con reali e fondate valutazioni tecniche e apolitiche.

Un dato grave è la vittimizzazione di Aica quando ricorda «che, in passato, i dipendenti Aica sono stati vittime di minacce e attentati, episodi che non devono assolutamente essere sottovalutati». Ora se c’è una cosa che la stampa non ha mai sottovalutato è il duro lavoro di chi è in prima linea nel servizio idrico integrato. SiciliaOnPress in particolare, infatti, non si è mai tirata indietro nel riconoscere pubblicamente i meriti dei lavoratori, sottolineando che è grazie a loro e alla loro professionalità se l’acqua arriva ancora ai cittadini. La stampa lo rispetta indipendentemente dal vittimismo di Aica.

Un bollettino necessario

Torniamo ora alla comunicazione di Aica. L’azienda dovrebbe informare i cittadini, nel dettaglio, su quanti litri di acqua al secondo arrivano ogni giorno e individualmente nelle città gestite dall’azienda pubblica.

Aiutiamoci con un esempio su Favara. I cittadini sanno che la fornitura nella loro città dovrebbe essere dai 70 agli 80 litri al secondo e che il servizio può comunque arrivare fino a 50 l/s grazie alla grande professionalità dei tecnici addetti alla distribuzione sul territorio nazionale. Sotto i 50 l/s il servizio è al collasso con spostamenti d’acqua che superano ampiamente gli otto giorni di attesa per qualche ora di fornitura.

Un bollettino quotidiano di fornitura ai Comuni aiuterebbe gli utenti a conoscere la situazione di emergenza idrica nella propria città e in quelle della provincia. Dopotutto, gli utenti controllano già ogni giorno i loro serbatoi di stoccaggio per vedere se possono concedersi una doccia.

La situazione costantemente aggiornata costituirebbe uno strumento in più a disposizione della Regione per comprendere meglio l’emergenza in ogni singola città gestita dall’Aica.

Regione o non Regione, sarebbe utile ai cittadini.

Per chiudere, da parte nostra non c’è alcuna ostilità continua con Aica, cerchiamo di fare il nostro lavoro al meglio e ci troveremmo nelle migliori condizioni con un canale diretto con l’azienda, piuttosto che ricorrere a fare domande e sollecitare risposte come in questa occasione .

Una comunicazione adeguata tra Aica e giornalisti, non fatta solo di comunicati stampa, sarebbe un grande vantaggio per tutti e non avrebbe controindicazioni.

Sul “lesione ingiusta della reputazione di AICA e di chi vi lavora”, ci permettiamo di rispondere a nostra volta affermando che la reputazione di un’azienda che gestisce un servizio è affidata alla qualità stessa della prestazione del servizio stesso e non ad altri o ad altri.

 
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