«Niente, mi scuso, ho solo detto la verità» – Il video – .

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«Vannacci, chi ha composto l’Inno alla gioia?», è la domanda che ha colto di sorpresa il controverso candidato generale indipendente della Lega alle europee dell’8 e 9 giugno. «Bella domanda… Non potrebbe essere Vivaldi?», ha risposto Vannacci ospite L’aria che soffia, sprofondando in una figuraccia non certo di poco conto, soprattutto alla vigilia delle elezioni per il nuovo Parlamento europeo. L’inno alla gioia, infatti, è l’inno europeo ed è tratto dalla Nona Sinfonia, composta nel 1823 da Ludwig van Beethoven. Interrogato sulla sua idea di statista, termine che ha attribuito più volte a Benito Mussolini, ha espresso il suo punto di vista: «La definizione di statista non è un albo: chiunque abbia avuto un ruolo di vertice è un statista. Stalin lo era, Mussolini lo è”. Interviene poi anche sullo scontro con la pallavolista italiana Paola Egonu, finita tra i bersagli del suo contestatissimo libro Il mondo al contrario. L’atleta, oltretutto, gli aveva fatto causa, e nelle scorse settimane era emersa una lettera pubblica di Vannacci indirizzata a lei, in cui si scusava per lei. Ma oggi il generale rimette le cose a posto e torna sui suoi (vecchi passi): «Non ho mai scritto una lettera di scuse alla signora Egonu: non ho nulla di cui scusarmi, era una precisazione ma ho affermato l’ovvio: che il la maggioranza degli italiani non sono neri. Non ho detto che non è cittadina italiana ma che pur essendo cittadina italiana ha caratteristiche somatiche che non appartengono alla maggioranza degli italiani.

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