Il Molise che resiste è disegnato sui muri di Civitacampomarano – .

Civitacampomarano, poco più di 300 abitanti, in provincia di Campobasso, Molise, è uno di quei borghi con una grande storia, ma un futuro apparentemente segnato dallo spopolamento e dalla desertificazione. Come tanti nelle zone interne del Sud. Eppure, questo centro medievale, con le sue viuzze, gli angoli caratteristici e che può contare uno splendido Castello Angioino, ha trovato la sua chiave di riscatto e di rinascita. Con l’art. L’arte di strada che con il Cvtà Street Fest, il festival internazionale diretto da Alice Pasquini e organizzato dall’Associazione Culturale CivitArt, ha trasformato la piccola cittadina molisana in un museo a cielo aperto, libero e gratuito, meta di artisti di strada e visitatori da tutto il mondo. Il simbolo del Molise che “resiste”. Come “urla” da un angolo del paese è una delle tante opere che nel tempo hanno colorato i muri e gli scorci della cittadina.

Il Molise non esiste, resiste – Foto dell’Ufficio Stampa

La nuova edizione del festival torna ad animare Civitacampomarano dal 14 al 16 giugno, con arte, quindi, musica e innumerevoli eventi. Nel villaggio artisti provenienti da Gran Bretagna, Norvegia, Spagna e Grecia: il duo inglese Sniktra i nomi in costante ascesa nel panorama dell’arte urbana contemporanea, noto per l’utilizzo della tecnica dello stencil multilivello, tagliato rigorosamente a mano; Colpo, nome d’arte di Anders Gjennestad, artista norvegese che si distingue per le sue creazioni surreali e poetiche, figure tridimensionali che sembrano sfidare le leggi della gravità; catalano Ottavi Serra, che unisce design e fotografia per costruire vere e proprie installazioni concettuali che criticano la società contemporanea sollecitando il cambiamento; E Taxiall’anagrafe Dimitris Trimintzios, nato in Polonia ma residente in Grecia, artista eclettico, sempre in bilico tra realismo e astrazione, capace di catturare emozioni e stati d’animo.

CVtà 2019, Civitacampomarano – © Ian Cox

Sono loro i protagonisti di questa nuova edizione di Cvtà Street art, alla quale la città offrirà le sue mura, porte e vedute come una tela per creare opere nuove e site-specific, realizzati con tecniche poliedriche, nella costante ricerca di nuove interazioni con i luoghi e con la comunità, in un ideale collegamento tra passato e contemporaneità. Testimonianze che gli artisti lasciano sui muri e che si integrano in modo originale con le tradizioni e il paesaggio locale, creando una galleria di street art in continua evoluzione, che oggi conta oltre 70 opere d’arte. “Artisti e professionisti dell’arte provenienti da tutto il mondo si mescolano e si lasciano adottare dalla realtà locale di un borgo immerso nel verde dei boschi e nelle profondità della Cavatella, caratterizzato dalla mole imponente della fortezza angioina, ma anche da dalle case disabitate, dall’assenza dei giovani, dalle migrazioni – racconta l’ideatrice del festival, Alice Pasquini -. Gli artisti irrompono con la vitalità dell’energia creativa per rianimare il borgo, portando colori, suoni e storie che rendono il festival un momento di arte relazionale e contestuale, in cui sono centrali la scoperta dell’altro e del patrimonio culturale, l’incontro generazionale, lo scambio tra tradizione e contemporaneità. La miscela eterogenea di artigianato e innovazione, di tradizione e novità che viene presentata ai partecipanti, tra artisti, stona e affascina allo stesso tempo e ha garantito nel tempo il successo dell’iniziativa, che ha reso il borgo una suggestiva meta turistica. Durante il Cvtà street fest non si realizzano solo opere di street art, ma avviene uno scambio di culture che dà identità alle creazioni artistiche”.

“Algarabía”, di Cristian Blanxer e Victor Garcia Repo – Foto Ufficio Stampa

Lato eventi, il calendario di questa edizione di Cvtà Street Fest si arricchisce di nuove proposte e nuovi ospiti, a cominciare dalla musica con Filoq, dj, produttore, sound designer e supervisore musicale, perennemente in viaggio dal porto di Genova verso il mondo che arriva sabato alle 22 sul palco di Piazza Municipio, con uno dei suoi set che attraversano beat globali, jazz e musica elettronica, mescolando musiche tradizionali prese da tutto il mondo e beat digitali in un taglia e cuci che stupisce il pubblico. Come di consueto con Cvtà Street Fest, il festival è anche occasione di scoprire le bellezze naturali e storiche del borgo, come il Castello Angioino, e la sua cultura, a partire da quella gastronomica di street food di prodotti tipici locali come i “cielli” e le “passatelle”. Venerdì e sabato saranno dedicati alla fotografia, con il workshop “Cacce fotografiche urbane: i tessuti di Civita” alla scoperta delle mille sfaccettature rurali e artistiche di Civitacampomarano, organizzato con Urban Photo Hunts, associazione culturale che promuove l’esplorazione creativa degli spazi urbani attraverso “cacce fotografiche” e passeggiate. E al poetry slam, la competizione “a versi” che vedrà gareggiare tra loro aspiranti poeti che hanno a disposizione solo corpo, voce e pochi minuti, e la cui performance sarà giudicata dal pubblico. Mentre gli attesissimi tour delle mura si arricchiscono di nuove proposte: un tour guidato dai bambini e a loro dedicato, il tour “fit” per i più sportivi, e il tour notturno delle mura, alla scoperta delle opere sparse sul territorio, che per la prima volta saranno illuminate e visibili anche dopo il tramonto.

Cvtà2019, Alice Pasquini, Civitacampomarano

Cvtà2019, Alice Pasquini, Civitacampomarano – © Ian Cox

“Un festival di street art può nascere solo attraverso la partecipazione e la condivisione del progetto da parte di un’intera comunità. In questa prospettiva, furono gli stessi abitanti di Civitacampomarano a gareggiare per rendere a disposizione degli artisti il ​​muro più bello, la vista più ammaliante, il panorama più prezioso”, scrive Nicolas Ballario nel prezioso volume 100 luoghi contemporanei in Italia (24ore Cultura, 240 pagine, 65 euro), dedicando un focus al Cvtà Street Fest. Il curatore e conduttore sarà ospite del festival per raccontare la sua ricerca su un’Italia tutta da scoprire ed esplorare: una guida alternativa ai percorsi storici più battuti, in cui Civitacampomarano è entrata a pieno titolo.

Uno dei lavori del Cvtà Street Fest

Una delle opere del Cvtà Street Fest – © Alessia Di Risio

Il festival nasce da una email inviato ad Alice Pasquini nel 2014 da Ylenia Carelli, presidente della Pro Loco “Vincenzo Cuoco” di Civitacampomarano: un invito a fermarsi nel borgo molisano per dipingere i muri del centro storico ormai quasi del tutto disabitato. Prendendo spunto da fotografie d’epoca della vita del paese, “Ho dipinto su vecchie porte, per ricordare ciò che non c’è più – spiega l’artista –: tante belle case sono ormai vuote, lo spopolamento è stato enorme e Civitacampomarano oggi conta poco più di quattrocento abitanti”. Il legame tra il borgo molisano e questa artista cosmopolita, ambasciatrice della street art italiana nel mondo, non è solo artistico, ma anche biografico: “Per me non è un paese qualsiasi – racconta – è il luogo di nascita di mio nonno, ma dell’autore di l’email non lo sapeva.” Il viaggio di Alice diventa così non solo un viaggio alla scoperta delle bellezze di un’Italia minore, ma anche un viaggio nella memoria familiare. Gli abitanti del paese adottano l’artista e le sue opere diventano motivo di orgoglio e spunto per una riscoperta e valorizzazione del centro antico. Da qui il Festival. E il riscatto di Civitacampomarano, simbolo, sì, del Molise che resiste.

 
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