Palermo, siamo tutti bravi a farci domande e a risponderci da soli – .

IL Palermo del Gruppo Calcio Cittadino Da quando è entrato in carica ha optato per uno stile di comunicazione che lascia poco spazio dialogo. Anche in occasione del primo convegno della stagione, uno dei rarissimi dell’amministratore delegato Giovanni Gardini, l’azienda si è affidata all’ormai consueta autointervista per macroargomenti composta da 10 domande.

Sebbene si possa unanimemente riconoscere che il contenuto delle domande fosse ben mirato e vario negli argomenti trattati, tuttavia le domande poste all’Amministratore Delegato sono sembrate decisamente troppo stretto e senza a tono critico legittimo. Il Palermo ha iniziato la scorsa stagione come uno dei principali candidati e la sesta posizione finale e l’eliminazione dai playoff sono un argomento degno di approfondimento alcuni approfondimenti E spiegazione.

IL risultato è sotto gli occhi di tutti: anche nei momenti più intricati della stagione, la linea societaria non è mai stata privilegiata confronto con il premere e quindi il piazza.

Sembra quindi doveroso chiedersi quanto questa strategia di comunicazione possa effettivamente generare effetti positivi: si può infatti sostenere che l’azienda mira a salvaguardare l’integrità delle proprie strutture organizzative, ma d’altro canto non si possono non evidenziare risvolti negativi .

Il rapporto di fiducia quello Gardini intende instaurare con i tifosi si basa soprattutto sul dialogo, così assente. In questo caso solo i due mister Corini E Mignani – e quindi ci aspettiamo che lo stesso valga anche per Dionisi – hanno parlato con la stampa e si sono così ritrovati a rappresentare l’unica voce del club: non è un compito semplice e spesso si rischia di sovraesporre gli allenatori a critiche generalizzate. , anche se non di loro pertinenza. Questo, ad esempio, accadeva spesso con Eugenio Corini.

Manca quindi anche una componente emotiva: l’annuncio di Dionisi E De Sanctis è passato quasi inosservato, in uno dei passaggi interni di un’intervista su YouTube. Si dirà che è una questione di abitudine, che la “distanza” in termini di comunicazione è in realtà simbolo di professionalità ed è un modo per lasciare spazio ai fatti.

Può darsi, ma alla base di ogni rapporto di fiducia c’è la parola, a volte anche la critica. E spesso, per capire cosa non funziona e cosa deve migliorare, non basta farsi domande: occorre ascoltare, è la base di ogni rapporto.

 
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