Emerge la pista di un “delitto passionale”, decisivo l’esame della biancheria intima della vittima – .

Emerge la pista di un “delitto passionale”, decisivo l’esame della biancheria intima della vittima – .
Emerge la pista di un “delitto passionale”, decisivo l’esame della biancheria intima della vittima – .

«L’omicidio di Pierina è stato un omicidio passionale». Ne sono convinti gli inquirenti che da 8 mesi mettono sotto la lente di ingrandimento soprattutto il contesto sociale ed emotivo in cui è avvenuto l’omicidio. E in questo contesto le principali prove che porterebbero alla soluzione del caso potrebbero essere già nelle mani della squadra mobile e della Procura. Prove contro Luigi Dassilva, unico indagato dei quattro indagati, difesi dall’avvocato Riario Fabbri, legati da una relazione con Manuela Bianchi, nuora della vittima. Si attendono ora gli accertamenti scientifici ma “anche se sui reperti della scena del crimine non ci fossero né il DNA né le impronte di Dassilva, le indagini non cambierebbero”. Gli inquirenti, il sostituto procuratore Daniele Paci e gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Rimini godono di massima sicurezza. E nel frattempo si continua ad addentrarsi nel subbuglio, in attesa che il gip fisserà l’udienza per l’incidente probatorio con cui assegnerà l’incarico al perito del Tribunale di analizzare reperti, tracce biologiche e impronte digitali sui reperti rinvenuti nel garage di via del Ciclamino, dove Pierina Paganelli fu uccisa la notte del 3 ottobre 2023.

Gli investigatori

Un delitto passionale, quindi, non nel termine più classico in cui la vittima ha una liaison Dangereuse, ma nel senso in cui chi l’ha uccisa lo avrebbe fatto per amore. Il che porterebbe al movente che secondo gli inquirenti sosterrebbe l’intera indagine: Luigi, innamorato di Manuela, avrebbe visto nell’anziana donna un ostacolo alla relazione. La strada su cui si stanno concentrando gli investigatori è quella dell’omicidio passionale non premeditato. Tuttavia, gli esami di laboratorio saranno importanti per supportare questa ipotesi investigativa. Non tutti, certo, ma almeno un paio saranno determinanti: le tracce rilevabili sulla biancheria intima della vittima, tagliata di netto con una lama affilata, e sulla borsa che Pierina aveva con sé, ritrovata macchiata di sangue accanto al corpo. Ma se sulla borsetta probabilmente quel sangue – come sostiene la criminologa Roberta Bruzzone, consulente della difesa di Dassilva – è di Pierina, per la biancheria intima si può fare un discorso diverso.

Gli esperti e le trasmissioni televisive

Infatti la mattina del ritrovamento Pierina venne trovata distesa a terra, con la gonna strappata. Al primo esame sembrava che la vittima non indossasse biancheria intima, perché le sue mutandine erano state tagliate di netto e si erano alzate verso il petto. Come quando stringi un elastico e lo lasci andare. Un’azione mirata che inizialmente le forze dell’ordine considerarono un depistaggio, ma che oggi potrebbe assumere una rilevanza ancora maggiore. Presto la parola passerà ai periti, quelli nominati dal giudice per le indagini preliminari, e ai consulenti, Bruzzone per Dassilva e generale Luciano Garofano per Manuela Bianchi. Manuela e Luigi che, secondo quanto riportato da diverse trasmissioni televisive, non hanno mai smesso di frequentarsi alle spalle di Valeria Bartolucci, moglie di Dassilva, anche in questi 8 mesi trascorsi come sospettati di omicidio. E sia Manuela che Valeria continuano a difendere Louis nonostante tutto.

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