Ha investito e ucciso a bordo di uno scooter a Reggio Emilia un 57enne, condannato a 3 anni e 7 mesi – .

Ha investito e ucciso a bordo di uno scooter a Reggio Emilia un 57enne, condannato a 3 anni e 7 mesi – .
Ha investito e ucciso a bordo di uno scooter a Reggio Emilia un 57enne, condannato a 3 anni e 7 mesi – .

Reggio Emilia, 14 giugno 2024 – Lui, il 57enne Giovanni Rinaldini (nella foto), residente a Casalgrande, è stato investito da un’auto mentre era su uno scooter: in seguito allo scontro, avvenuto alle 20,30 del 21 Febbraio a Messeretico, in via Beethoven al civico 51/1, l’uomo è morto poco dopo essere stato trasportato d’urgenza in ospedale. Quando è arrivata la polizia locale, l’autista non c’era più: lui, un 26enne, è stato poi ritrovato in casa e denunciato. Lo scontro con conseguenze mortali è sfociato ieri in una condanna davanti al giudice Andrea Ratto: il ragazzo, accusato di omicidio stradale con l’aggravante di essere intossicato da più di 1,5 grammi per litro, ha patteggiato un patteggiamento di 3 anni e 7 mesi, con la condanna a 3 anni e 7 mesi di pena. la revoca della patente di guida e le circostanze attenuanti generali. Ma per lui la vicenda giudiziaria potrebbe non essere finita: il 30 maggio Luciano e Barbara Rinaldini, fratello e sorella della vittima, assistiti dall’avvocato Pietro Martinelli, hanno sporto denuncia ritenendo che il 26enne dovesse rispondere anche di fuga e mancato salvataggio, reati che la Procura non ha contestato.

Secondo l’accusa, il ragazzo, al volante della sua Alfa Romeo Mito, aveva oltrepassato la linea continua, invadendo la corsia opposta dove viaggiava Rinaldini sul suo motorino Aprilia: il 57enne è finito a terra e poco dopo ha perso la vita. Al primo controllo il tasso alcolemico del conducente era di 1,77 grammi per litro e di 1,87 al secondo. Dopo aver letto questa ricostruzione investigativa, la famiglia ha deciso di sporgere denuncia affinché la Procura apra un altro fascicolo per gli ulteriori reati. Il ragazzo è stato raggiunto in casa dagli agenti due ore dopo. Durante l’interrogatorio ha detto di aver bevuto con degli amici e di ricordare il percorso, ma non di aver avuto l’incidente e nemmeno di essere andato via: “Non ricordo, ma questo non vuol dire che non fossi lì. ” A questo proposito, l’avvocato difensore Liborio Cataliotti ha depositato una relazione medica secondo la quale il 26enne, sotto shock, ha cancellato l’evento dalla sua memoria: una rimozione non sanata nemmeno da un processo psicologico al quale si è sottoposto.

Il 26enne ieri mattina in tribunale ha espresso le sue condoglianze ai parenti e ha garantito il suo impegno a garantire che la sua assicurazione – che copre anche i danni causati dall’ubriachezza – li risarcisca. In aula si è presentato insieme ai familiari anche l’avvocato Martinelli per chiedere di costituirsi parte civile, richiesta alla quale la difesa si è opposta e che il giudice ha respinto per motivi tecnici. L’avvocato dei parenti ha chiesto di respingere il patteggiamento. L’avvocato Cataliotti e il pubblico ministero hanno poi concordato la condanna a 3 anni e 7 mesi, con attenuanti generiche e la revoca della patente, ratificata dal giudice Rat: nessuna reclusione (è sotto i 4 anni) quindi per il 26enne, che intende chiedere di svolgere un lavoro socialmente utile. Tuttavia, sulla base di alcuni atti investigativi, la famiglia ritiene che vi siano state anche fughe e mancati soccorsi. L’auto è stata ritrovata con sopra un telo steso nonostante i danni evidenti: un dettaglio che la famiglia ritiene significativo. “Si è trattato di un fatto grave, non esiste alcuna valutazione della Procura sulla fuga e sul mancato soccorso, il patteggiamento è incongruo e la concessione di attenuanti generiche è ingiustificata”, dichiara l’avvocato Martinelli: “I familiari della vittima, mio clienti, chiedete giustizia”.

Alessandra Codeluppi

 
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