Rimini, «Salviamo le spiagge romagnole», il manifesto di Legacoop e delle cooperative bagnini della Riviera – .

Rimini, «Salviamo le spiagge romagnole», il manifesto di Legacoop e delle cooperative bagnini della Riviera – .
Rimini, «Salviamo le spiagge romagnole», il manifesto di Legacoop e delle cooperative bagnini della Riviera – .
Mille piccole e piccolissime imprese familiari, che garantiscono servizi di alta qualità e una balneazione sicura a costi accessibili: sono i cosiddetti “bagnini” della Romagna, spina dorsale dell’immaginario turistico del Paese, nonché un modello unico di organizzazione cooperativa nel mondo del microcosmo balneare. Questa esperienza è in via di estinzione, perché dopo anni di rinvii e interpretazioni della direttiva Bolkestein, i bandi per le concessioni sono alle porte, ma non c’è nemmeno una legge all’orizzonte che detta regole di accesso giuste e sicure. La mischia si sposterà nei singoli Comuni, dove i micro operatori locali rischiano di essere spazzati via dalle grandi aziende e dalle multinazionali, un ombrello alla volta, come è già successo in altre parti d’Italia. Legacoop e le 15 cooperative bagnini della Riviera hanno deciso quindi di lanciare una campagna dal titolo “Salviamo le spiagge romagnole”. La raccolta firme è iniziata oggi al Bagno 62 di Rimini e proseguirà fino a settembre in tutti gli stabilimenti balneari da Ferrara a Cattolica. I turisti potranno aderire sia con una firma sia con il proprio smartphone, collegandosi all’apposita piattaforma.

Al centro della petizione il “Manifesto di Rimini”, un documento di proposte urgenti rivolto al governo, già condiviso con numerosi protagonisti della vita politica, culturale e istituzionale del Paese. Legacoop e le cooperative chiedono con urgenza al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di impegnarsi in ogni luogo per salvare il settore balneare. Tra le principali richieste c’è una legge di riordino delle concessioni demaniali, che dia al turismo balneare un quadro stabile e omogeneo a livello territoriale, in grado di sostenerne lo sviluppo.

Legacoop esorta il governo a difendere il lavoro di chi lavora nelle concessioni balneari e a riconoscere il valore di mercato delle imprese. L’obiettivo è salvaguardare e dare continuità all’attuale modello di servizio, che costituisce uno dei cardini fondamentali dell’offerta turistica della regione.

Da decenni – ricordano i promotori Meloni – le cooperative balneari garantiscono al territorio e ai turisti un elevato livello di sicurezza sulle spiagge e forniscono servizi a beneficio delle comunità, grazie alla loro esperienza e professionalità.

Fanno parte di Legacoop le cooperative degli imprenditori balneari: Cooperativa stabilimenti balneari dei Lidi Estensi e Spina, Cooperativa bagnini di Cervia, Cooperativa stabilimenti balneari di Cesenatico, Cooperativa bagnini di Gatteo Mare, Cooperativa bagnini di Bellaria Igea Marina, Cooperativa di operatori balneari di Rimini, Cooperativa stabilimenti balneari Rimini Sud, Cooperativa Bagnini Riccione, Cooperativa Bagnini Adriatica Riccione, Cooperativa Bagnini Riviera Riccione, Cooperativa Bagnini Misano, Cooperativa Marinai Misano Rescue, Consorzio Servizi Spiaggia Misano, Cooperativa Bagnini Cattolica. Al Manifesto di Rimini ha aderito anche la Cooperativa Spiagge Ravenna.

Tra gli altri, l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, sindaco e presidente della Provincia, condividono le finalità dell’iniziativa, che è anche frutto di un continuo confronto con le istituzioni e le forze politiche . di Ravenna, Michele de Pascale, il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, il sindaco di Cesenatico, Matteo Gozzoli, il nuovo sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, il sindaco di Misano Adriatico, Fabrizio Piccioni, il sindaco di Riccione , Daniela Angelini, il sindaco di Cattolica, Franca Foronchi, il presidente della Camera di Commercio di Ferrara Ravenna, Giorgio Guberti, la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti, e i consiglieri regionali Massimo Bulbi, Mirella Dalfiume, Lia Montalti, Nadia Rossi e Manuela Rontini. La stesura del Manifesto è avvenuta anche a seguito di un confronto con i parlamentari Andrea Gnassi, Ouidad Bakkali e Marco Croatti.

 
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